"I swear to God, if I were a piano player or an actor or something and all those dopes thought I was terrific, I'd hate it. I wouldn't even want them to clap for me. People always clap for the wrong things". "(Holden Caulfield/JDSalinger - The catcher in the rye)
Friday, March 26, 2010
Tuesday, March 23, 2010
Monday, March 22, 2010
Manifestazione PDL a Roma: il gigante partorisce un topolino - quattro gatti, altro che milione - Minzolini - Berlusconi - Verdini -
Che tristezza e pena quel palco immane, ciclopico, titanico, esclusivamente dedicato all'ego strabordante e cialtrone dell'istrione imbonitore, il rutilante trombone che ogni volta le spara più grosse in modo che con i suoi petardi, le sue bombe maradona, riesca a coprire qualsivoglia critica fondata su fatti e circostanze provate, documentate, sui numeri della crisi come sulle impietose intercettazioni. Il banana narcisista parossistico ormai fuori dalla realtà, dichiara guerra al cancro e promette di sconfiggerlo in tre anni ad una folla che a quel punto avrebbe dovuto sommergerlo di fischi per la immane pagliacciata e invece continua a sventolare le bandierine da convention di venditori di aspirapolveri, con non poche comparse "a progetto", una folla imbelle qualitativamente e risibile numericamente, ben distante dalla milionata che un "immacolato" Denis Verdini, quello amico della cricca per intenderci, aveva calcolato forse moltiplicando per 100 le unità presenti nella piazzetta rinsecchita dal cordone di gazebo atto a ridurne il perimetro.
Un milione di balle per 50.000 persone scarse, questa è la sostanza del patetico evento messo su da questo maestro del kitsch, il mattatore della millanteria, lo smargiasso del ghepensimì, il taumaturgo de no'artri, aspirante Napoleone a capo di un esercito di telemorenti ed evasori o aspiranti tali, che vedono nel presunto successo di cotanto elemento un esempio da seguire, un totem da idolatrare, sperando di diventare come lui o di raccogliere le briciole del suo patrimonio strisciandogli accanto ed azzannando gli altri postulanti che osano strusciarsi al capo per conquistarne la benevolenza, il posto al sole, la ciottola in cui nutrire la propria miseria umana.
Debord 2010 marzo 22
Un milione di balle per 50.000 persone scarse, questa è la sostanza del patetico evento messo su da questo maestro del kitsch, il mattatore della millanteria, lo smargiasso del ghepensimì, il taumaturgo de no'artri, aspirante Napoleone a capo di un esercito di telemorenti ed evasori o aspiranti tali, che vedono nel presunto successo di cotanto elemento un esempio da seguire, un totem da idolatrare, sperando di diventare come lui o di raccogliere le briciole del suo patrimonio strisciandogli accanto ed azzannando gli altri postulanti che osano strusciarsi al capo per conquistarne la benevolenza, il posto al sole, la ciottola in cui nutrire la propria miseria umana.
Debord 2010 marzo 22
Sunday, March 14, 2010
Montanelli - Berlusconi - menzogne - regime - Tarantini - Appalti - Minzolini - AgCOM
INDRO MONTANELLI SU BERLUSCONI 2001
È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l’allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. “Chiagne e fotte”, dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni.
Indro Montanelli, 2001
Tutte le turpitudini sono state fatte, tutte le menzogne dette, tutte le ipocrisie compiute, tutte le speranze dei disinformati sono tradite quotidianamente e quotidianamente alimentate da un regime plutomediatico che non ha pari al mondo: un regime che se non fosse tragicamente inquietante sarebbe solo squallido e tristemente ridicolo,ridicolo come un vecchietto che si attornia di fighe in tubino nero che fanno la ola cantando il pacchiano inno della sua creatura poltica per compiacerlo ed averne una lauta mancia, e se non da lui dai suoi mezzani, quelli pronti a tutto pur di entrare nelle grazie del narcisista parossistico, e di fare automaticamente affari, avere "licenza di uccidere" e mettere in cassa milioni per appalti ed affari fatti non per competenze e serietà ma per contiguità, collusione, legame amicale con la corte ed il suo incredibile sultano: così mentre una corte di putridi delinquenti si arricchisce spudoratamente grazie al disprezzo delle regole ed alle amicizie giuste, gli operai licenziati, i precari mollati in strada, molti imprenditori poco vicini ai poteri, fanno la fame perchè non hanno paracadute e non hanno l'amicizia e le donnine da fornire ai paraculo padroni delle ferriere posti nei gangli dell'amministrazione sempre non per merito ma per adesione al credo politico del capo, nella prima o nell'ultima ora, purchè se magni, purchè si sitemino "a famiglia" li figli pezz'e core, mogli, cognati e amici, nella tipica, lurida, meschina, viscida, putrida logica da verminaio mafioso che domina i substrati del potere; e se si bruciano centinaia di milioni di euro per appalti dati agli amici è solo una svista, l'importante è il fare,se il fare consente gli effetti speciali e le pantomine a chi desidera il palco e la ribalta, e cavalca la tragedia con grottesco melodramma all'italiana per poi passare al film d'azione ed allo scendere in campo fino alla fiction religiosa sulla potenza miracolistica dell'unto, in un palinsesto organizzato dagli accoliti e zerbini che infettano la TV di stato,in uno scenario di agguerrite tribù pronte anche a scannarsi tra loro pur di essere più prossime e prone e gradite ad Sultano, pronte a far fuoco contro chi insinua dubbi, chi fa domande inopportune, chi osa innervosire il narciso facendogli notare magari che anche lui non ha un bel rapporto con il pettine viste le note vicende crinologiche del suo unto et catramato cuoio capelluto, lui che, con grande sprezzo del pericolo, pensa di non essere calvo e sfotte un calvo per la sua calvizie, esprimendo così e provando che le non lievi osservazioni fatte dalla sua divorzianda moglie sul suo precario stato di salute psichica non sono del tutto infondate.
Debord 2010 marzo 14
È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l’allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. “Chiagne e fotte”, dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni.
Indro Montanelli, 2001
Tutte le turpitudini sono state fatte, tutte le menzogne dette, tutte le ipocrisie compiute, tutte le speranze dei disinformati sono tradite quotidianamente e quotidianamente alimentate da un regime plutomediatico che non ha pari al mondo: un regime che se non fosse tragicamente inquietante sarebbe solo squallido e tristemente ridicolo,ridicolo come un vecchietto che si attornia di fighe in tubino nero che fanno la ola cantando il pacchiano inno della sua creatura poltica per compiacerlo ed averne una lauta mancia, e se non da lui dai suoi mezzani, quelli pronti a tutto pur di entrare nelle grazie del narcisista parossistico, e di fare automaticamente affari, avere "licenza di uccidere" e mettere in cassa milioni per appalti ed affari fatti non per competenze e serietà ma per contiguità, collusione, legame amicale con la corte ed il suo incredibile sultano: così mentre una corte di putridi delinquenti si arricchisce spudoratamente grazie al disprezzo delle regole ed alle amicizie giuste, gli operai licenziati, i precari mollati in strada, molti imprenditori poco vicini ai poteri, fanno la fame perchè non hanno paracadute e non hanno l'amicizia e le donnine da fornire ai paraculo padroni delle ferriere posti nei gangli dell'amministrazione sempre non per merito ma per adesione al credo politico del capo, nella prima o nell'ultima ora, purchè se magni, purchè si sitemino "a famiglia" li figli pezz'e core, mogli, cognati e amici, nella tipica, lurida, meschina, viscida, putrida logica da verminaio mafioso che domina i substrati del potere; e se si bruciano centinaia di milioni di euro per appalti dati agli amici è solo una svista, l'importante è il fare,se il fare consente gli effetti speciali e le pantomine a chi desidera il palco e la ribalta, e cavalca la tragedia con grottesco melodramma all'italiana per poi passare al film d'azione ed allo scendere in campo fino alla fiction religiosa sulla potenza miracolistica dell'unto, in un palinsesto organizzato dagli accoliti e zerbini che infettano la TV di stato,in uno scenario di agguerrite tribù pronte anche a scannarsi tra loro pur di essere più prossime e prone e gradite ad Sultano, pronte a far fuoco contro chi insinua dubbi, chi fa domande inopportune, chi osa innervosire il narciso facendogli notare magari che anche lui non ha un bel rapporto con il pettine viste le note vicende crinologiche del suo unto et catramato cuoio capelluto, lui che, con grande sprezzo del pericolo, pensa di non essere calvo e sfotte un calvo per la sua calvizie, esprimendo così e provando che le non lievi osservazioni fatte dalla sua divorzianda moglie sul suo precario stato di salute psichica non sono del tutto infondate.
Debord 2010 marzo 14
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