Friday, February 26, 2010

LETTERA APERTA AL MINZOLINI DI UNA CITTADINA DELL'AQUILA ESASPERATA ANCHE DALLA FALSA INFORMAZIONE DEL TG1 - BERTOLASO - BERLUSCONI - TERREMOTO -

Lettera aperta inviata da una cittadina aquilana indignata (=molto incazzata) al - pessimo - direttore del TG1 , tribuna del regimetto del nostro NAPOLEONE BERLUSCONI

Al Direttore del TG1Dott. Augusto Minzolini

Egregio dott. Minzolini,mi presento:
mi chiamo Giusi Pitari e sono una cittadina aquilana.

Le invio con la presente alcune osservazioni sul servizio mandato in onda oggi nell’edizione del suo TG delle ore 13,30, riguardante la protesta degli aquilani.
Il servizio tratta brevemente della manifestazione riportando alcune delle nostre voci (pochi secondi). Subito dopo parte il vostro commento che, in sintesi, dipinge gli aquilani come esasperati (non siete i primi) e poi dimentichi del fatto che le priorità finora sono state altre.
Le chiedo: si è chiesto perché siamo esasperati? Pensa che chi ha vissuto quel tremendo sisma non abbia ben a mente quali erano e sono le priorità?Senza andare per le lunghe le indico alcuni numeri (sono sul sito della protezione civile e si riferiscono alla data del 22 gennaio e ad oggi potrebbero essere cambiati, ma l’esasperazione è nata prima di oggi):

Cittadini aquilani In Autonoma Sistemazione 30.636 (questi sono i cittadini che non avendo la possibilità di rientrare in casa, hanno trovato una sistemazione in maniera autonoma e percepiscono un piccolo contributo mensili che, tra l’altro, è fermo al mese di ottobre)

• Cittadini aquilani nel progetto C.A.S.E 12.059: si tratta dei cittadini la cui casa è risultata inagibile per danni strutturali (abitante sia in centro che in periferia) e quindi hanno avuto accesso alle nuove abitazioni, quelle delle new-town, insomma quelle del miracolo aquilano (il progetto faraonico)..

• Cittadini aquilani sistemati in moduli abitativi provvisori (M.A.P.) 2.362

Cittadini sistemati in alberghi/caserme a L’Aquila 10.128: cittadini che aspettano una sistemazione nel progetto C.A.S.E., M.A.P. o altrove (?)
Cittadini in albergo fuori provincia 6.195: cittadini della stessa tipologia del punto precedente.
Cittadini in case in affitto concordato 2.241 (cittadini che hanno preferito una casa in affitto a quelle del progetto faraonico)Facciamo la somma: 63621Qualcuno manca all’appello e sono coloro che sono rientrati nelle case agibili più alcuni, non pochi, cosiddetti invisibili.Perché le invio questi dati? E’ presto detto. Gli aquilani sono esasperati perché da quei dati, un occhio leggermente attento, come dovrebbe essere quello di un giornalista, comprende che il grande miracolo aquilano (quelle da voi definite priorità che noi non ricordiamo) si riferisce ad oggi a 12000 persone circa su 70000 e forse più (ho sottratto anche le persone che si trovano in MAP, soluzioni veramente provvisorie e assai meno costose). Percentualmente fa il 17% circa della popolazione.

Le 30000 persone circa che si sono sistemate autonomamente chi sono secondo lei?
Glielo dico io: sono sfollati, che ancora non rientrano nelle proprie case e sono in affitto da qualche parte, ospiti di parenti, amici, insomma ammucchiati da qualche parte.
Il miracolo aquilano, a 10 mesi dal sisma, comprende ancora 30000 sfollati: cioè il 42% dei 70000 considerati.
Naturalmente a questi dobbiamo aggiungere chi è ancora in albergo , circa 16000, cioè 46000 cittadini, più del 50% della popolazione aquilana che dal sisma ha subito danni nelle abitazioni.
Come mai risultano ancora sfollati tutti questi cittadini?
Alcuni sono in attesa di entrare nelle new town (che ancora non vengono completate, sempre a proposito di miracolo) e poi ci sono migliaia di cittadini che hanno avuto nelle proprie case danni non strutturali e non possono rientrare ancora. La ricostruzione, infatti, è ripartita lentissimamente, nelle case che non si trovano nel centro storico, aggrovigliata da voluminosissimi carteggi. Per il centro storico non si hanno neanche le linee guida e le macerie stanno marcendo.
Dunque, se tutti gli sforzi del governo, tramite la Protezione Civile, fossero andati da subito per ripristinare le nostre case parzialmente danneggiate, ora molti cittadini abiterebbero i propri appartamenti e, dato che molte abitazioni parzialmente danneggiate risultavano sfitte al 6 aprile dello scorso anno, molti dei 12000 aquilani, ora residenti nelle nuove case, avrebbero trovato posto in case già esistenti. I MAP avrebbero completato il miracolo.Ora comprende perché siamo esasperati? Non ancora completamente, in realtà.
Le devo ancora parlare della situazione economica:• l’università con i suoi 10000 studenti fuori sede, che sono da sempre la ricchezza culturale, vitale e, non ultimo, economica della città, al momento non hanno alloggi, né mense adeguate, né tanto meno sale studio e punti ricreativi; viaggiano e il disagio che stanno subendo ci fa temere che per il prossimo anno accademico si avrà una cospicua diminuzione degli iscritti;• le imprese che non hanno gli adeguati strumenti economici per poter continuare le loro attività• i commercianti , gli artigiani, i professionisti, sul lastrico, per l’impossibilità di far ripartire le loro attività• la mancanza di certezze riguardo ai fondi necessari per ricostruire e far ripartire la città• il buoi totale che riguarda la tassa di scopo e la zona franca• l’abbandono dei paesi• eccetera
Forse ora potrà cominciare a comprendere la nostra esasperazione. Ma non è tutto.Noi siamo esasperati dalla disinformazione perpetrata in questi mesi, dall’essere dipinti come ingrati ed esaltati, come persone che sono state accudite, che si lamentano, che non hanno compreso la catastrofe, comunisti…
La invito caldamente, ad esercitare la sua professione secondo il codice deontologico del suo ordine professionale e, quindi, a venire qui per verificare come stanno le cose o, se vuole, a mandare in onda quello che alcuni suoi giornalisti hanno registrato qui a L’Aquila.In ultimo, per cercare di aiutarla a comprendere, traspongo la nostra situazione su un’altra città: Firenze. E chiedo perdono ai fiorentini e alla loro magica città.
“Firenze devastata da un sisma di 6.3°. S. Maria Novella, Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti sventrati e abbandonati da dieci mesi. Il centro storico, distrutto, resterà chiuso sine die. Poco male: sarà sostituito da decine di “new towns” modernissime con le fogne che scaricano nell’Arno. Metà dei cittadini ancora senza casa, negli alberghi dell’Argentario e della Versilia. La TV esalta il miracolo fiorentino”. Cosa avrebbe pensato?

Amareggiata, le invio
Distinti saluti
Giusi Pitari

Gianni Letta e la zarina del catering Maria Criscuolo - Stefano Ottaviani genero di G Letta - minacce a Isabella De Martini - bambole voodoo e spilli

Per capire cosa accade a chi si mette contro il sistema che fa perno su Gianni Letta bisogna guardare con attenzione il documento qui sotto (clicca sull'immagine per ingrandire).


È una lettera su carta intestata della Prefettura di Genova che risale al 2006 e fu consegnata da Gianni Letta al professor Leonardo Santi, presidente del comitato biosicurezza di Palazzo Chigi. Vi si legge: “ritengo opportuno segnalarle che la professoressa Isabella De Martini da qualche mese ha assunto un incarico presso la Presidenza del Consiglio”.
Nella lettera Fabrizia Triolo, un alto dirigente della Prefettura segnala uno sconcio, la presenza di un simile soggetto in cotanto ufficio diretto da Gianni Letta, e per provare l’anomalia che segnala, allega una pagina di un libro di Bruno Vespa (“La scossa”) nel quale la professoressa faceva una pessima figura in riferimento al suo comportamento al G8 di Genova.
Ebbene, quella lettera, che stava per costare il posto a una professoressa universitaria, era un falso colossale basato su una diffamazione.
La Prefettura di Genova non ha mai scritto nulla del genere. Non solo. Il Tribunale ha sentenziato che Bruno Vespa per quella pagina diffamatoria deve pagare 10 mila euro alla professoressa. Eppure Gianni Letta ha consegnato la lettera falsa e lo scritto diffamatorio a un suo dirigente accreditando una manovra spregevole contro una persona innocente. Si potrebbe archiviare la vicenda come un’imperdonabile leggerezza di un uomo solitamente accortissimo. Ma prima ci sono alcune cose che vanno ricordate.
La vittima della lettera nel 2001 aveva osato mettersi contro un’amica di Gianni Letta: Maria Criscuolo, la zarina del catering degli eventi governativi. Il suo gruppo, Triumph, fattura 20 milioni ogni anno grazie anche agli uffici diretti da Letta. E la Triumph gira poi parte dei servizi di catering alla Rlj di Stefano Ottaviani, genero proprio di Gianni Letta.
Triumph e Ottaviani, come scrive L’espresso, hanno ricevuto un milione di euro a testa per il G8 di L’Aquila e già nel 2007 un funzionario aveva previsto per iscritto l’appalto alla Triumph. Anche nel precedente G8 di Genova, nel 2001, tutti sapevano che avrebbe vinto Maria Criscuolo e infatti Triumph ottenne l’appalto per l’ospitalità delle delegazioni senza gara.
Nelle comunicazioni della struttura si prescriveva di non far figurare il suo nome. La professoressa De Martini provò a fare una gara e si oppose ma fu spedita a Roma. Presentò un esposto in Procura dove la vicenda fu archiviata con la solita motivazione che le leggi speciali permettono di saltare le gare. Poi la competenza passò alla Protezione civile di Bertolaso e Triumph prese il volo: per il solo vertice Berlusconi-Putin nel 2003 ottenne 7 milioni di euro, dei quali 414 mila andarono per il catering alla Rlj del genero di Letta. Isabella De Martini cominciò a capire di avere toccato un potere forte quando Bruno Vespa le dedicò un passaggio velenoso nel libro “La scossa” facendole fare una pessima figura per gli eventi del G8. Ma è nell’aprile del 2006 che accade l’incredibile.
De Martini prima riceve una busta su carta intestata della Camera dei deputati con all’interno una bambola con uno spillone conficcato nel cuore. E poi il suo capo, Leonardo Santi, le confida di avere ricevuto da Gianni Letta una lettera della prefettura di Genova che la mette in cattiva luce. Quando lo scopre, il suo compagno di allora, il generale della guardia di finanza Castore Palmerini, chiede a Santi una copia. Bastano due telefonate per verificare il falso, partono le denunce e la Digos indaga senza cavare un ragno dal buco. Chissà chi ha consegnato la lettera falsa a Letta. Una cosa è certa: Santi avrebbe potuto cacciare la professoressa e lei non avrebbe mai saputo perché.

Di MArco Lillo
da il Fatto Quotidiano del 26 febbraio
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2445644&yy=2010&mm=02&dd=26&title=gli_amici_di_letta_non_si_tocc