Sunday, May 13, 2012

13 maggio 2012 : le contraddizioni nella crisi e l'ideologia del consumo

troppe contraddizioni hanno portato alla situazione attuale: risorse limitate venivano spacciate per illimitate per pompare stili di vita e di consumo che facevano comodo ai venditori ed alle industrie che così incameravano profitti alla faccia dei fessi che si sentivano e si sentono dei Re se hanno la macchina di 5 metri, la jacuzzi in casa, il condizionatore accesso tutto il giorno d estate, etcetc; l'economia a debito ha elevato al quadrato il consumo e le pretese di popolazioni che si sono dirette verso il baratro alla velocità del deficit annuale, incuranti di tutto perchè la sovrastruttura industriale vorace ha imposto quei ritmi di consumo e di ricambio. Mettete vicino un'auto del 1990 ed uno del 2012 e quella del 1990 vi sembrerà microscopica perchè sono aumentate sempre più le misure per rendere necessario al consumatore fesso l'adeguamento al nuovo "migliore" , auto più grosse e città sempre più intasate di auto e senza parcheggi, questa è stata la logica imposta dal PIL, il PIL pompato dalle cose più inutili che pensavamo fossero "progresso" mentre erano solo sfruttamento di poveri cretini istintivamente dediti alla riproduzione ed al consumo compulsivo finchè il debito reggeva, impregnati di stupidaggini inculcate dagli spot, di narcisistica ricerca del confronto nel consumo e nella spesa. Ora altri paesi hanno intrapreso quel percorso ed i capitali inevitabilmante scappano da quella parte, le risorse diminuiscono ulteriormente ed il costo aumenta, mentre come mosche in un vaso le popolazioni di un'europa sfilacciata e disordinata, senza una vera banca centrale, senza un fisco unitario e senza unità di debito e d'intenti, si ribellano ma purtroppo sulla spinta delle stesse esigenze e dello stesso andazzo di prima: vogliono consumare, relazionarsi al prossimo sulla base del denaro, continuare a fingere ricchezza per proseguire a ingrassare quei pochi che sanno come intascare il 90% della pochezza che si produce: e nasce la rabbia, il disagio e la vergogna di chi non può mantenere lo stile di vita che gli dava "prestigio" e "rispetto", la paura di diventare "poveri". Solo cambiando radicalmente i presupposti del vivere sociale, i cosiddetti valori condivisi, riducendo le pretese, vincendo istinti che ci rendono schiavi, solo così riusciremo a cambiare veramente le cose e non solo nominalmente attraverso un nuovo governo o parlamento o quant'altro; il resto sono chiacchere.