Thursday, May 15, 2014

Perchè non voterò M5S




Lo ammetto, in passato ho seguito le prime mosse politiche di Grillo con interesse, trovando in lui delle istanze giustizialiste che mi parevano utili in un periodo di berlusconismo rampante, sostenuto dal voto massiccio degli italiani che in berlusconi vedevano "uno che è già ricco e quindi non ruba" , "uno che non è politico" etc, e che tacciavano di essere "comunista" chiunque muovesse qualsivoglia critica al tycoon di Arcore. Lo ammetto, ho a suo tempo firmato per le leggi di iniziativa popolare il giorno del primo Vday, trovando che quello fosse un segnale utile da dare alla classe politica e, soprattutto, a chi quella classe politica la votava. Lo ammetto, dopo aver frequentato il blog di Grillo per qualche anno e letto i suoi numerosi post, compresi i commenti a quei post, cambiai idea sulle qualità del genovese, cambiai idea già prima che il suo "movimento" iniziasse a crescere come entità politica, votata da molti elettori per i motivi più diversi, moventi che andrò ad analizzare successivamente e spesso confliggenti tra loro.


Cambiai idea su Grillo dopo avere mal digerito numerosi post contraddistinti da eccessiva faciloneria scientifica su temi complessi come l'energia, l'inquinamento, l'alimentazione: ricordate forse il famoso "pomodoro ogm assassino" che si rivelò una bufala, così come il mitico strumento alternativo per fare il bucato senza sapone: la "biowashball".


Questa faciloneria ed approssimazione col tempo è andata sempre più concentrandosi sui temi politici in generale, fino alla nota conversione in profeta politico, capo partito o "megafono" come si fa chiamare dai suoi "attivisti". E forse è proprio la faciloneria la calamita dei molti che hanno deciso di votare per il "movimento" di Grillo, chiamato, ispirandosi all'immaginario alberghiero, "movimento5stelle".

Faciloneria ed approssimazione non sono buone basi su cui edificare l'edificio della buona politica, perchè la buona politica, in un'epoca di complessità crescente, deve tener conto della difficoltà del concreto amministrare, della necessità della distinzione, dell'analisi, la buona politica deve essere scevra da slogan palingenetici, deve essere aperta al confronto per poi arrivare alla sintesi esecutiva, costruttiva, con fattive azioni di governo, scelte che impattano sulla vita degli amministrati e che possono purtroppo scontentare qualcuno, perchè gli amministrati hanno interessi tra loro spesso confliggenti.

Essendo requisito fondamentale della buona politica la capacità di analisi e distinzione, elaborazione fattiva conscia della complessità, costruttiva nella consapevolezza di non poter fare tutto ed il contrario di tutto, e mancando questo requisito negli slogan del movimento fondato dal signor Grillo, ritengo che la politica proposta, o meglio urlata, dallo stesso Grillo non sia una buona politica ma un accrocchio di facili slogan contro tutto e tutti, che promette tutto a tutti e per questo, quando amministra, come a Parma, si scontra con la complessità del reale e degli interessi molteplici e spesso opposti di chi è amministrato, incorrendo nel panico da mancata promessa, che per il buon Pizzarotti si sta trasformando anche in una sorta di disconosimento da parte del padre politico e di eventuali altre future misure di mobbing al fine di attribuirgli tutte le colpe del mancato miracolo parmense a 5stelle, fallimento da cui ovviamente il padre politico prende le distanze, essendo lui tendenzialmente infallibile.


Ma, dato che si parla di approssimazione, faciloneria, slogan, bisogna evidenziare questa approssimazione nelle concrete scelte del movimento, nei suoi slogan e nelle sue proposte; soffermiamoci su alcune tematiche su cui il movimento 5 stelle ha appalesato questa faciloneria tendente alla demagogia e mistificazione.


1) La presunta rinuncia ai rimborsi elettorali. 


Sappiamo che la legge 96/2012 sui rimborsi elettorali obbliga i partiti, per avere un qualche diritto sui rimborsi elettorali, corrisposti in quota proporzionale al risultato elettorale, a depositare alle Camereentro 45 giorni dalla data di svolgimento delle elezioni, pena la perdita del diritto,rispettivamente la dichiarazione dei redditi del tesoriere, che nel movimento è Grillo, il bilancio del M5s e uno statuto che abbia caratteristiche formali conformi “a principi democratici nella vita interna, con particolare riguardo... al rispetto delle minoranze e ai diritti degli iscritti”. 

Su richiesta di chiarimenti di un deputato di SEL, Sergio Boccadutri, la Presidenza del Senato ha risposto che nessuno statuto del movimento5stelle è stato depositato presso le Camere e che quindi nessun diritto può essere accampato sulle somme previste dalla legge 96/2012 in tema di rimborsi elettorali. Non avendo quindi nessun diritto ai rimborsi, per le lacune statutarie sopra delineate, il movimento5stelle non può dire di avere restituito o rinunciato a niente, perchè semplicemente non aveva diritto a quelle somme, e sarebbe invece stato meglio che uno statuto fosse depositato alle camere, non tanto per avere il diritto alle somme quanto per evidenziare meglio il funzionamento del movimento, burocraticamente e nella sua organizzazione interna. 

1a) Ma anche se fosse, anche se questo diritto a percepire i rimborsi elettorali i 5 stelle l'avessero, dobbiamo porci una domanda: è così saggio eliminare tutti i rimborsi elettorali come propongono i 5 stelle? In quanti e quali paesi non c'è alcuna forma di sostegno delle spese dei partiti? 

Già molti si sono posti questa domanda e la risposta è stata illuminante: nella gran parte del mondo, compresi quasi tutti i paesi d'Europa, ci sono forme di finanziamento della politica, mentre tale finanziamento è assente in paesi come Afghanistan, Botswana, Cambogia, Repubblica Centrafricana, Egitto, Ghana, Iran, Iraq, Libia, Nigeria, Pakistan, Sudan e Zambia.  Lascio ai lettori le riflessioni sulla democraticità o meno di questi paesi. Su una dettagliata disamina delle forme di finanziamento ai partiti nei maggiori paesi europei potete trovare ampia bibliografia. 
http://www.ilpost.it/2013/03/11/finanziamento-pubblico-partiti/2/

Ora, detto ciò, è così sbagliato dire che il chiasso del movimento5stelle sull'abolizione dei rimborsi elettorali ha un certo sapore di demagogica propaganda? 

2)Il movimento sarebbe meglio di altri perchè restituisce parte dello stipendio. 

Su questo basterebbe evidenziare che i parlamentari 5stelle, come gli altri, percepiscono mensilmente, in qualità di parlamentari, una somma che è ripartita in 

 - indennità parlamentare (potremmo chiamarlo lo "stipendio") : circa 5500 eu mensili (con differenze di qualche centinaio di euro in più per i senatori) 

- DIARIA: 3500 eu mensili.  La Diaria serve per pagare le spese per vitto e alloggio e varia al variare della distanza da Roma della residenza dei parlamentari Sono previste penalizzazioni legate alle assenze/presenze (per ogni assenza alla camera e di 1/15 per presenze inferiori al 30% delle votazioni giornaliere, al senato). 

- RIMBORSO SPESE PER RAPPORTO ELETTI-ELETTORI: circa 4000 eu, le spese postali sono rimborsate a parte. 

SPESE TELEFONICHE - alla camera la somma prevista è maggiore di quella corrisposta dal Senato. Alla camera sono rimborsati 3000 eu circa di spese telefoniche, al senato sono incluse in una somma di 1650 eu per "spese generali". 

SPESE TRASPORTO - al parlamentare è rilasciata una tessera per la libera circolazione sul territorio italiano, con treni, aerei o navi, o su autostrada. Alla Camera è rimborsata inoltre la spesa per recarsi all'aeroporto più vicino a casa, trimestralmente 3300 o 4000 euro circa a seconda che la distanza casa-aeroporto sia inferiore o superiore ai 100 km. 

Sono previsti poi, sul lordo del'indennità versamenti ai fondi per l'assistenza sanitaria e versamenti per assegno di fine mandato e per vitalizio. 

La cosa che mi preme sottolineare è che, a fronte di tantissime chiacchiere sulla "restituzione dello stipendio" i parlamentari m5s restituiscono solo, appunto, metà dell'indennità, cioè l'obbligo sarebbe solo per circa 2500 euro, e tutto il resto è, pur rendicontato on line, spendibile tranquillamente, diaria compresa, e non per niente nei dati pubblicati online dai 5 stelle pare che i parlamentari 5 stelle non lesinino spese per vitto e alloggio

Che sacrificio sarebbe, dopo che in campagna elettorale promisero di tenere 2500 euro, se non si pongono limiti di spesa alla diaria e ad altri vantaggi e se ci sono parlamentari 5s che spendono migliaia di euro solo in vitto? Non ci vedo il pauperismo tanto predicato. 

2a) il movimento "restituisce lo stipendio" mettendolo in un fondo per le imprese. 

La domanda che mi pongo è: che tipo di fondo è? Chi lo gestisce? Come vengono utilizzate le somme? 
Andando ad approfondire la questione vediamo che il fondo non eroga direttamente finanziamenti alle imprese in difficoltà (come prevedibile perchè non si può svolgere attività di credito così facilmente e necessitano diversi requisiti previsti dalle leggi) ma serve per garantire degli eventuali crediti concessi dalle banche ad imprese che abbiano requisiti di solvibilità, quindi non proprio in difficoltà. Ricordiamo inoltre che quel fondo è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ed stato istituito da Prodi nel '96, inoltre, andando a vedere la gestione dei fidi si evince che sono coinvolte le banche, compresa Unicredit e MPS. Quindi, un'impresa, se ha problemi che non si limitano alla mancanza di garanzie da portare e che comportano scarsa economicità, difficilmente potrà accedere a crediti anche se garantiti dal fondo di cui sopra nel quale confluiscono le somme cui rinunciano i parlamentari m5s. 

3) Vincolo di mandato sì o no? 

Il movimento 5 stelle è ormai in balia delle quotidiane dichiarazioni del suo "megafono" genovese, il quale ora ha avuto la bella idea di innescare una brutale campagna contro un principio costituzionale: l'assenza di vincolo di mandato. Per appalesare la sua contrarietà ha addirittura ideato una clausola che farebbe comminare una "multa" di 250.000 euro ai parlamentari europei che verranno accusati di violare il "codice di comportamento", cioè di agire in piena libertà senza vincolo di mandato. Le cose che sfuggono a Grillo su questo tema sono due: 

a) La Costituzione Italiana vieta il vincolo di mandato e quindi qualunque contratto che lo preveda e che preveda sanzioni legate ad un vincolo di questo tipo sono NULLE. 

b) Grillo dimentica il suo stesso Statuto, in cui è scritto che "gli eletti eserciteranno le loro funzioni SENZA VINCOLO DI MANDATO". 

Quindi Grillo, proponendo una sanzione del genere va sia contro la Costituzione, e sarebbe sufficiente per rendere nulla la clausola, ma anche contro il PROPRIO STATUTO

4) C'è coerenza nel m5s? 

I suoi accaniti seguaci sostengono che il movimento sia l'unica forza politica coerente; io credo che i fatti evidenzino che di coerente ha solo il vociare contro tutto e tutti, mentre le proposte politiche, spesso cangianti e fumose, si contraddicano tra loro, annullandosi. 

Il movimento, sappiamo, ha proposto, un'ipotesi di reddito di cittadinanza che durante la campagna elettorale per le elezioni politiche era addirittura arrivata a configurarsi come una sorta di reddito universale di circa 1000 euro per tutti, realizzabile mediante i più fantasiosi sistemi di copertura, dai fantomatici 98miliardi di euro (altro cavallo di battaglia spelacchiato del movimento) delle slot fino ad una sorta di comunismo redistributivo con riduzione degli stipendi sopra i 1000 euro per poter redistribuire la ricchezza anche a chi non ha niente. Certo la troverei interessante come ipotesi, quella di toccare gli stipendi sopra i mille euro per dare mille euro a tutti, ma quanti, soprattutto tra gli elettori del movimento, sarebbero disposti a rinunciare a parte del proprio stipendio? Quanti gli toglierebbero il voto non appena si configurassero concretamente misure del genere? Nel contempo, Grillo, non pago dell'ipotesi di reddito di cittadinanza (che poi stanno pian piano ridimensionando, sia nell'ammontare che nella platea di beneficiari, fino quasi a farlo diventare una sorta di cassa integrazione). ha anche fatto una potente campagna contro le imposte (tasse, anche se tasse e imposte sono due cose diverse) per carpire i voti degli imprenditori e di parte dell'uditorio di Berlusconi e di PDL - Forza Italia; quello che ci chiediamo è: come conciliare la campagna contro le tasse e quella sul reddito di cittadinanza che comporterebbe comunque un enorme costo per lo Stato? Le due cose non fanno a pugni tra loro? La risposta dei 5stelle al quesito è spesso la semplicistica eliminazione dei costi della politica o cose simili: ma ciò significa che non hanno la minima idea dell'entità dei costi dello Stato e di misure come il reddito di cittadinanza. 

Grillo urla contro le banche e contro chi specula sui soldi, contro il mondo della finanza, è coerente nella sua battaglia? Mi spiace dirlo ma anche in questo denota sciatteria e contraddizione, prova ne sia la recentissima campagna contro l'incremento dell'imposta sulle RENDITE FINANZIARIE, che passa al 26% sugli interessi, e che ai correntisti con qualche migliaio di euro depositati costerebbe come un caffè  al bar, mentre i grandi speculatori pagherebbero giustamente molto di più. Perchè Grillo è contrario all'incremento dell'imposta sulle rendite finanziarie? Potrebbe, di grazia, invece, illuminarci su come investe lui i soldi, in che banche li ha depositati, secondo voi Grillo investe solo in imprese etiche o semplicemente, come tutti, dove ottiene interessi maggiori per i propri risparmi? 

La ridda di dichiarazioni di Grillo che si autocontraddice è infinita, fu lui a scrivere a Napolitano, chiedendogli di sostituire Berlusconi,  eccovi un estratto dello scritto del beppe dell'estate 2011 «In questa situazione lei non può restare inerte. Lei ha il diritto-dovere di nominare un nuovo presidente del Consiglio al posto di quello attuale. Una figura di profilo istituzionale, non legata ai partiti, con un l’unico mandato di evitare la catastrofe economica e di incidere sulla carne viva degli sprechi»
Letto questo, vi pare coerente poi dire che dare mandato Monti o altri fosse stato una sorta di colpo di Stato? Ed in questo Berlusconi e Grillo vanno di pari passo, cambiano le dichiarazioni a seconda di come gira il vento. 
Aggiungiamo che non c'è nessuna base costituzionale per censurare Napolitano che ha agito perfettamente nel rispetto della Costituzione, la quale, fino ad oggi, non risulta prevedere un'elezione diretta del Premier, il quale è invece nominato dal Presidente della Repubblica, dopo aver ricevuto mandato e verificato l'esistenza di una maggioranza politica in Parlamento con la Fiducia, unico strumento Costituzionale per insediare un Presidente del Consiglio. 

5) I cavalli di battaglia onnipresenti del m5s: 

5.1) I mitici 98 miliardi di euro "delle slot" ; trattasi di una  cifra palesemente fuori misura, data da una moltiplicazione del tempo di distacco di 400.000 slot per una sanzione comminata per unità di tempo, portando alla cifra mostruosa di 98 miliardi che potete valutare confrontandola con il fatturato di colossi dell'industria mondiale e potete appurare come neanche colossi come toyota o ENI riuscirebbero a pagare in 20 anni. 
La sanzione è stata portata a 2.5 miliardi e quello era già un valore elevatissimo, perchè corrispondeva al 80% dei guadagni delle compagnie che gestiscono le slot. 
Quindi rivendicare quei 98 miliardi non fatti pagare come un "regalo" alle compagnie delle slot è pura mistificazione e disinformazione, perchè semplicemente quei 98 miliardi non li avrebbero potuti pagare in diversi decenni ed ovviamente l'attività non avrebbe potuto continuare per poter pagare quelle somme, quindi non c'era nessuna possibilità che quei soldi potessero essere pagati: non esistevano nelle casse dei gestori di slot e non esisteranno nei decenni a venire. 

5.2. Il "regalo alle banche per le quote di Banca d'italia. 

Durante e dopo il dibattito parlamentare sulla questione il movimento ha raggiunto apici di demagogia e disinformazione. 
Il movimento 5s ha detto tutto e il contrario di tutto sulla faccenda: che veniva "svenduta" Banca d'italia: falso perchè Banca D'Italia ha un capitale già da decenni ripartito in parti uguali e cedibili, parti che potevano essere accumulate dalle banche private come successo per Banca Intesa che aveva il 30% delle quote; quindi Banca D'italia non può essere stata venduta perchè le quote erano già in mano alle Banche private, ma la cosa che i grillini non sottolineano è che ora ci sono dei limiti più stringenti al possesso di quote di Banca d'Italia, perchè nessuno può detenere più del 3% del capitale, quindi nessuno può avere quote maggioritarie tali da influenzarne la gestione, cosa che sarebbe comunque impossibile perchè per legge Banca D'italia è gestita in modo indipendente dagli azionisti ed anche indipendente dalla stessa politica, ma forse questo è il punto, il movimento 5 stelle magari è favorevole ad una gestione di banca d'italia da parte dei politicanti, loro compresi (ed il tutto rientra nel disegno dei no-euro e della fantomatica moneta sovrana, frutto delle frequentazioni di Grillo con personaggi come Auriti). 
Aggiungiamo un altro punto dirimente sulla questione Banca d'Italia: dopo l'approvazione del decreto sulla ricapitalizzazione i dividendi distribuibili ai privati saranno MENO dei dividendi MASSIMI (mai distribuiti neanche prima) distribuibili in passato: questo per un motivo semplice, se prima il massimale era calcolato anche sulle RISERVE  (il 6% del capitale, più un altro 4%, più un altro 4% delle riserve ) ora si calcola SOLO SUL CAPITALE (il 6% sul capitale), dando come risultato di massimale inferiore a quello che era prima dell'approvazione del decreto, ma forse i 5 stelle preferivano che vi fosse la possibilità di distribuire più utili ai privati. 

Sul presunto fiume di denaro dato alle banche attraverso la ricapitalizzazione, o meglio l'aumento di capitale gratuito, quella che è avvenuta è stata una ricapitalizzazione con spostamento di valori di riserve (attenzione non le riserve auree che hanno un conto separato e sono di proprietà dello stato) senza nessun trasferimento di denaro, e nonostante ciò le banche pagheranno imposte di miliardi sui nuovi valori (alcune avevano addirittura già rivalutato le quote prima e pagato le conseguenti imposte) . Ora Renzi ha anche aumentato le imposte che le banche coinvolte pagheranno su questi valori, e mi pare quantomeno paradossale definirlo come "amico delle banche" . 


Continua...

Friday, January 24, 2014

Sull'Italicum, riforma Renzi, cagnara grillina, preferenze, etc.

Le riforme servono, serve governabilità, serve uscire dal 

pantano dell'ingovernabilità, serve rendere più snello 

l'iter legislativo ed evitare stasi politiche che il 

bicameralismo perfetto ha causato spesso per 

strambe alchimie elettorali che garantivano 

maggioranze diverse al Senato ed alla Camera. La 

distribuzione del voto è tale da non garantire 

governabilità se non con un premio di maggioranza, 

senza il quale ci troveremmo nuovamente nella 

situazione in cui ci trovammo quando Bersani tentava 

un accordo di governo con m5s che pervicacemente 

rifiutano il concetto di collaborazione politica salvo 

urlare all'inciucio quando le altre parti politiche 

trovano loro un accordo per governare. 

Ma in questo paese 

devastato dalla demagogia e dalla faciloneria urlante 

tutto ormai è oggetto di conflitto e di strilli antipolitici; 

il premio di maggioranza non va bene e strillano alla 

dittatura, gli accordi non vanno bene e strillano 

all'inciucio, il governo tecnico non va bene e strillano 

contro Napolitano, quel povero saggio Presidente che 

avrebbe voluto andarsene in pensione e deve sorbirsi 

quotidianamente l'inane urlacchiante scena politica 

odierna.