Thursday, January 31, 2008

Cosa scrivono all'estero su Berlusconi - Piccola rassegna stampa

Dicono di Berlusconi:
1)È una vergogna per l'Europa (Le Monde, 9-11-2003);


L'Economist: «Ma davvero l'Italia vuole un altro governo Berlusconi?»Il settimanale si schiera: «disastrosi» i suoi 5 anni a Palazzo Chigi. «Con lui il Paese non ha speranze

Nel panorama economico europeo l'Italia è una delle esperienze più positive. Peccato che la debba rappresentare Berlusconi. I suoi problemi personali, il carnevale di procedimenti penali nei quali è coinvolto, stanno oscurando seriamente il paese e lo stanno trasformando in una sorta di zimbello della Unione Europea. Nessun politico statunitense si potrebbe permettere di essere al centro di così tante polemiche e procedimenti penali. (Newsweek);
È un politico vanitoso e demagogo, un promotore della tv spazzatura, un campione di tutte le categorie dell'impunità (Le Nouvel Observateur, 26-6-2000;

Berlusconi non è adatto a guidare il governo di alcun Paese, tanto meno quello di una delle democrazie più ricche del mondo (The Economist, 27/4/2001);
Noi un uomo così non lo toccheremmo neppure con la punta di un bastone (Daily Telegraph);

Per molte persone non italiane, e sicuramente per molti americani, è difficile capire come il primo ministro italiano S. Berlusconi possa restare al potere. (New York Times, 28-5-2003);


Per Berlusconi e i criminali della sua corte ella – Bocassini - è un incubo. La giurista dai capelli rossi è l'inflessibile punta di diamante, o meglio di rubino, della Giustizia italiana. (Frankfurter Allgemeine Zeitung, 24-7-2003);

Il problema principale dell'Italia è Berlusconi stesso, non tanto per quello che dice o per quello che ha detto in passato, ma per quello che è. (Financial Times, 6-5-2001);
Berlusconi, vergogna dell'Europa (Liberation, 5-12-2001;

Ha ritenuto più importante il varo del decreto per Rete4, la depenalizzazione del falso in bilancio ed altre leggi ad personam che ben conosciamo, rispetto alle urgenze di un Paese che sta conoscendo un nuovo momento di crisi esemplificato dal caso Parmalat. (Sueddeutsche Zeitung);

Il ritorno politico di Berlusconi, il tycoon dei media e l'obiettivo di numerose inchieste penali, è un segno di quanto sia profondo questo cinismo [italiano]. (New York Times, 9-4-2001);

Comprereste un auto usata da lui? (Manifesti norvegesi antieuropei);

Il telegiornale sovietico di Breznev non avrebbe saputo fare di meglio. (Financial Times);

Quello che altrove in Europa sarebbe da molto tempo motivo di dimissioni, per Silvio Berlusconi è motivo per un cambiamento della legge. (Der Tagesspiegel, 3/8/2002);

Pecora nera d'Europa (Ta nea);

Berlusconi non è un caso unico nella nostra storia. È però la prima volta che pubblichiamo un dossier di queste dimensioni su un singolo individuo. Berlusconi è un caso estremo e merita estreme misure. In Berlusconi non esiste un singolo problema, ma una accumulazione di problemi. È l'esempio più eclatante di un uomo che ha usato la politica per costruire il proprio impero e per proteggersi dai guai giudiziari. Che Silvio Berlusconi possa portare l'Italia alla rovina è evidente per chiunque. (Der Standard);

È alto solo un metro e sessantaquattro, ma ha una grande considerazione di sé. Ciò che gli conviene, diviene legge. Ciò che disturba va eliminato. Berlusconi è entrato in politica, lo dice lui stesso, per risolvere i suoi problemi legali ed economici. E lo ha fatto in un modo finora inaudito per le democrazie europee: l'Italia viene ristrutturata secondo le esigenze del suo Capo di governo. [...](Der Spiegel)
Tanto più grave visto lo smisurato controllo dei media e l'incredibile conflitto di interessi. Non esistono precedenti nei paesi del mondo industrializzato. (The Economist);

Wednesday, January 30, 2008

Giornali : Libero , contributi pubblici, Famiglia Angelucci,quelli delle cliniche

Feltri è sempre lì, col suo faccione in TV a fare il paladino saputello e finto - indipendente , finto libero, erede fallito di Montanelli a cui non sarebbe degno di leccare le scarpe, mentre il suo finto libero giornaletto, edito dalla famiglia Angelucci, quella delle cliniche private, con grosse entrature nella politica che conta, prende milioni di contributi pubblici.

"LIBERO: DA COOP A FONDAZIONE.
Già titolare di contributi come organo del Movimento Monarchico Italiano, poi confermato beneficiario delle stesse regalìe mediante trasformazione in cooperativa, Libero a fine dicembre 2006 diventava “s.r.l.”. «E i contributi assicurati dalla legge per l’editoria a tutte le testate edite da cooperative di giornalisti?», si chiedeva retoricamente Italia Oggi (anch’essa cooperativa, si fa per dire, di giornalisti). «Niente paura, gli amministratori di Libero hanno pensato a ogni eventualità e, ispirandosi alla formula di Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale che mai come questa volta ha fatto scuola, hanno creato una Fondazione ONLUS che controllerà la s.r.l. e quindi, a cascata, il giornale».Sarebbero salvi, dunque, «i circa 5,5 milioni di euro di contributi che Libero incassava ogni anno come prodotto edito da cooperativa, e che continuerà a percepire in quanto edito da fondazione».E comunque, cooperativa o fondazione, «a tirare le fila del discorso, sempre la famiglia Angelucci». Famiglia ovviamente non di giornalisti, ma di titolari di lucrose imprese sanitarie. Che tirava le fila – senza aver nulla da spartire col socialismo – anche del Riformista, il noto organo del “Movimento per le Ragioni del Socialismo”".
Beppe Lopez, La Casta dei giornali, ed. Nuovi Equilibri/Stampa Alternativa

Tuesday, January 22, 2008

Pasolini ,uno che aveva capito benissimo gli italiani

Pier Paolo Pasolini :” C’e’ da chiedersi cos’e’ piu’ scandaloso se la provocatoria ostinazione della “casta” a restare al potere, o l’apolitica passivita’ del popolo ad accettare la loro stessa fisica presenza“.

Saturday, January 12, 2008

SArdegna - la montatura ecologica della destra per la questione "monnezza" - rifiuti campani già smaltiti in 12 ore.

le ecoballe spaziali di UnioneSarda e Polo

http://www.altravoce.net/2008/01/12/ecoballe.html


Chi ha istigato e pagato gli ultrasper le violenze con gli squadristi?Trama politica: per occultarele ecoballe spaziali di Unione e Polo
di Giorgio Melis
Prima le domande più gravi, inquietanti e inaudite: obbligatorie per la magistratura e le forze dell'ordine, inutili per certe forze e gruppi politici di destra che conoscono già la risposta o possono facilmente immaginarla guardando intorno a sé. Chi ha slegato, assieme agli squadristi “travisati” ma con qualche bandiera della destra, gli ultras dello stadio, per istigarli e scagliarli come una massa d'assalto contro la villa di Renato Soru e poi contro polizia e carabinieri?
Stavolta non ci sono, neppure avvistati e immaginabili, gli ingenui e strumentalizzati indipendentisti di Gavino Sale e Bustianu Cumpostu: caduti in trappola come minchioni benché con nobili quanto inaccettabili intenzioni. Stavolta la “targa” politica degli assalti è univoca, monocolore, benché si sia tentato di camuffarla con una massa di manovra di ultras a pagamento. Chi sono i mandanti e i burattinai politici dei mercenari che si sono uniti ai “militanti” di destra, scatenando una notte di guerriglia urbana che non si vedeva a Cagliari da decenni, con distruzioni e aggressioni pazzesche per ore nel centro della città? Chi ha organizzato fin da giovedì notte, dopo gli scontri al porto canale (una rimpatriata innocua, rispetto alla battaglia tra piazza Bonaria e viale Diaz di questa notte), l'adunata sediziosa e violenta contro casa Soru? Un piano allo scoperto, platealmente attuato diffondendo per tutta la giornata, con una fiumana di sms e «arruolando a pagamento» (parole del questore Giacomo Deiana), gli ultras e presunti tali: massa prezzolata per gli organizzatori nell'ombra ma non tanto.
Non dovrebbe essere difficile risalire alle fonti dell'ondata di sms che come una violenta eruzione di monnezza politica ha invaso centinaia di telefonini. Ed esteso il fronte del “boia chi molla” dai militanti e squadristi in maschera agli ultras. Convocati per la bisogna: «Era gente del tutto estranea alla protesta sui rifiuti - parole chiarissime del questore - ed è logico che qualcuno li ha pagati per andare lì». Allora, mandanti e organizzatori che hanno anche messo mano al portafogli, come certi presidenti calcistici che pagano i loro teppisti di fiducia.
C'è gente da identificare ma di chiarissima estrazione politica: per tutta la giornata di ieri ha tramato e pagato per accendere i fuochi di guerriglia nella città. Era delusa perché troppo presto si erano spenti senza dilagare oltre il porto canale: bisogna rifarli divampare, come è avvenuto. Erano frustrati perché la montatura sui rifiuti si era completamente sgonfiata in poche ore. La “valanga” di spazzatura napoletana entro le 13 era stata interamente smaltita o ridotta in cenere, dopo neanche dodici ore dall'arrivo all'impianto del Tecnocasic. Quindi il gigantesco bluff, l'irresponsabile montatura de L'Unione Sarda trash, di Videolina e Rai3, in sinergia e preparando il terreno alle forze del Polo, si è completamente dissolta nel ridicolo.
In poche ore l'enorme “minaccia” era sfumata, incenerita nei forni, in territorio di Assemini, dov'è il Tecnocasic. Nonostante la ridicola grottesca disposizione che Sua Ordinanza Emilio Floris (il sindacomeno gradito tra tutti i colleghi sardi), prima delegando un assessore e poi di persona, aveva notificato per tentare di bloccare il transito dei camion-spazzatura. Rovesciando l'iniziale prudenza sulla domanda - suggerimento della giornalista-microfonista Rai Susi Ronchi. Il sindaco-travicello e inerte quando il suo amico Balletto massacrava il Poetto, con paralisi vocale e motoria al tempo delle scorie radioattive, è diventato d'un tratto lo stratega della reazione monnezzara. Con che faccia. Guida da otto anni la città-simbolo in Sardegna dell'inerzia e dell'incapacità a fronteggiare il problema, col minor tasso di raccolta differenziata rispetto a città e paesi più piccoli, con meno mezzi e soldi.
Questo sindaco che ha indetto una riunione straordinaria del Consiglio sull'emergenza rifiuti, cancellata nei forni in dodici ore. Lo stesso che rimandò di un anno il dibattito sul Poetto mentre il disastro era appena iniziato. Certo, oggi si dirà dispiaciuto, la nostra bella città ridotta a una succursale di Pianura da teppisti politici e mercenari che incendiano in due notti decine di cassonetti. Ma non ha nessuna autocritica da fare, non immagina neanche per caso donde possano essere venuti gli assaltatori e incendiari a gettone, non ha qualche sospetto sulla provenienza politica dei mandanti e organizzatori? Per le incursioni degli ultras delle curve sud e nord non potrà certo sospettare del suo amico Cellino, al quale vuole regalare lo stadio costruito con i soldi nostri e lasciato deliberatamente andare in malora.

http://www.altravoce.net/2008/01/12/ecoballe.html