Thursday, March 03, 2005

"La Cognizione del Dolore" di Carlo Emilio Gadda

In tempi di trashpop , di orribili luoghi comuni sanremesi, di parole cafone come "share", "trend", "Out", "device", in tempi di Bruno Vespa e di Scatolame da aprire , di Biagi in esilio dopo il dictat bulgaro del tacco premier, di edonismi enologici e degustazioni infinite sugli schermi TV , in tempi di HappyHour e menate dello stesso tenore.. Giova leggere ,o rileggere, il Grande Carlo Emilio Gadda , eccelso scrittore ed acuto analista della barbarie che si celava nel quotidiano dell'italia lombarda del ventennio -leggete anche il durissimo "Eros e Priapo" , dedicato al priapesco Mussolini- ; le sue parole , il suo lessico eclettico, complesso, barocco , a tratti splendidamente musicale ,ed a tratti amaro,duro, nero come il buio più profondo , depresso ed indigesto come solo lui riusciva ad essere, queste parole sono sempre attuali ...ma non mi dilungo.
Buona lettura.

"...Camerieri neri, nei "restaurants", avevano il frac, per quanto pieno di padelle: e il piastrone d'amido, con cravatta posticcia. Solo il piastrone s'intende: cioè senza che quella imponentissima fra tutte le finità pettorali arrivasse mai a radicarsi in una totalitaria armonia, nella fisiologia necessitante d'una camicia. La quale mancava onninamente.
Pervase da un sottile brivido, le signore: non appena si sentissero onorare dell'appellativo di signora da simili ossequenti fracs. "Un misto panna-cioccolato per la signora, sissignora!". Era, dalla nuca ai calcagni, come una staffilata di dolcezza, "la pura gioia ascosa" dell'inno. E anche negli uomini, del resto, il prurito segreto della compiacenza: su, su, dall'inguine verso le meningi e i bulbi: l'illusione, quasi, d'un attimo di potestà marchionale. Dimenticati tutti gli scioperi, di colpo; le urla di morte, le barricate, le comuni, le minacce d'impiccagione ai lampioni, la porpora al Père Lachaise; e il caglio nero e aggrumato sul goyesco abbandono dei distesi, dei rifiniti; e le cagnare e i blocchi e le guerre e le stragi, d'ogni qualità e d'ogni terra; per un attimo! per quell'attimo di delizia. Oh! spasimo dolce! Procuratoci dal reverente frac: "Un taglio limone-seltz per il signore, sissignore! Taglio limone-seltz al signore!". Il grido meraviglioso, fastosissimo, pieno d'ossequio e d'una toccante premura, più inebriante che melode elisia di Bellini, rimbalzava di garzone, di piastrone in piastrone, locupletando di nuovi sortilegi destrogiri gli ormoni marchionici del committente; finché, pervenuto alla dispensa, era "un taglio limone-seltz per quel belinone d'un 128!".
Sí, sí: erano consideratissimi, i fracs. Signori seri, nei "restaurants" delle stazioni, e da prender sul serio, ordinavano loro con perfetta serietà "un ossobuco con risotto". Ed essi, con cenni premurosi, annuivano. E ciò nel pieno possesso delle rispettive facoltà mentali. Tutti erano presi sul serio: e si avevano in grande considerazione gli uni gli altri. Gli attavolati si sentivano sodali nella eletta situazione delle poppe, nella usucapione d'un molleggio adeguato all'importanza del loro deretano, nella dignità del comando. Gli uni si compiacevano della presenza degli altri, desiderata platea. E a nessuno veniva fatto di pensare, sogguardando il vicino, "quando è fesso!". Dietro l'Hymalaia dei formaggi, dei finocchi, il guardasala notifica le partenze: "!Para Corrientes y Riconquista! !Sale a las diez el rápido de Paraná! !Tersero andén!".
Per lo più, il coltello delle frutta non tagliava. Non riuscivano a sbucciar la mela. O la mela gli schizzava via dal piatto come sasso di fionda, a rotolare fra scarpe lontanissime. Allora, con voce e dignità risentita, era quando dicevano: "Cameriere! ma questo coltello non taglia!". Tra i cigli, improvvisa, una nuvola imperatoria. E il cameriere accorreva trafelato, con altri ossibuchi: ed esternando tutta la sua costernazione, la sua piena partecipazione, umiliava sommessa istanza appiè il corruccio delle Loro Signorie: (in un tono più che sedativo): "provi questo, signor Cavaliere!": ed era già trasvolato. Il quale "questo" tagliava ancora meno di quel di prima. Oh, rabbia! mentre tutti, invece, seguitavano a masticare, a bofonchiare addosso agli ossi scarnificati, a intingolarsi la lingua, i baffi. Con un sorriso appena, oh, un'ombra una prurigine d'ironia, la coppia estrema ed elegantissima, lui, lei, lontan lontano, avevan l'aria di seguitar a percepire quella mela, finalmente immobile nel mezzo la corsía: lustra, e verde, come l'avesse pitturata il De Chirico. Nella quale, bestemmiando sottovoce, alla bolognese, ci intoppavano ogni volta le successive ondate dei fracs-ossibuchi, per altro con lesti caldi in discesa, e quasi in rimando, l'uno all'altro: alla Meazza, alla Boffi.
Erano degli strameledísa buccinati via come sputi di vipera, non tanto sottovoce però da non arrivare a capir cosa fossero: da dietro pile di piatti in tragitto, o di bacinelle di maionese, o cataste d'asparagi di cui sbrodolava giù burro sciolto sul lucido; perseguiti poi tutti, tutt'a un tratto, da improvvise trombe marine di risotti, verso la proda salvatrice.
Tutti, tutti: e più che mai quei signori attavolati. Tutti erano consideratissimi! A nessuno, mai, era venuto in mente di sospettare che potessero anche essere dei bischeri, putacaso, dei bambini di tre anni.
Nemmeno essi stessi, che pure conoscevano a fondo tutto quanto li riguardava, le proprie unghie incarnite, e le verruche, i nèi, i calli, un per uno, le varici, i foruncoli, i baffi solitari. Neppure essi, no, no, avrebbero fatto di se medesimi un simile giudizio.
E quella era la vita.
Fumavano. Subito dopo la mela. Apprestandosi a scaricare il fascino che la lunga pezza oramai, cioè fin dall'epoca dell'ossobuco, si era andato a mano a mano accumulando nella di loro persona - (come l'elettrico nelle macchine a strofinío) - ecco, ecco, tutti eran certi che un loro impreveduto decreto avrebbe lasciato scoccare sicuramente la importantissima scintilla, folgore e sparo di Signoria su adeguato spinterogeno ambientale, di forchette in travaso.
Cascate di posate tintinnanti! Di cucchiaini!
Ed erano appunto in procinto di addivenire a quell'atto imprevisto, e però curiosissimo, ch'era cosí instantemente evocato dalla tensione delle circostanze.
Estraevano, con distratta noncuranza, di tasca, il portasigarette d'argento: poi, dal portasigarette, una sigaretta, piuttosto piena e massiccia, col bocchino di carta d'oro; quella te la picchiettavano leggermente sul portasigarette, rinchiuso nel frattempo dall'altra mano, con un tatràc; la mettevano ai labbri; e allora, come infastiditi, mentre che una sottil ruga orizzontale si delineava sulla lor frotte, onnubilata di cure altissime, riponevano il trascurabile portasigarette. Passati alla cerimonia dei fiammiferi, ne rinvenivano finalmente, dopo aver cercato in due o tre tasche, una bustina a matrice: ma, apertala, si constatava che n'erano già stati tutti spiccati, per il che, con dispitto, la bustina veniva immantinenti estromessa dai confini dell'Io. E derelitta, ecco, giaceva nel piatto, con bucce. Altra, infine, soccorreva, stanata ultimamente dal 123° taschino. Dissigillavano il francobollo-sigillo, ubiqua immagine del Fisco Uno e Trino, fino a denudare in quella pettinetta miracolosa la Urmutter di tutti gli spiritelli con capocchia. Ne spiccavano una unità, strofinavano, accendevano; spianando a serenità nuova fronte, già cosí sopraccaricata di pensiero: (ma pensiero fessissimo, riguardante, per lo più, articoli di bigiutteria in celluloide). Riponevano la non più necessaria cartina in una qualche altra tasca: quale? oh! se ne scordano all'atto stesso; per aver motivo di rinnovare (in occasione d'una contigua sigaretta) la importantissima e fruttuosa ricerca.
Dopo di che, oggetto di stupefatta ammirazione da parte degli "altri tavoli", aspiravano la prima boccata di quel fumo d'eccezione, di Xanthia, o di Turmac; in una voluttà da sibariti in trentaduesimo, che avrebbe fatto pena a un turco stitico.
E cosí rimanevano: il gomito appoggiato sul tavolino, la sigaretta fra medio e indice, emanando voluttuosi ghirigori; mescolati di miasmi, questo si sa, dei bronchi e dei polmoni felici, mentre che lo stomaco era tutto messo in giulebbe, e andava dietro come un disperato ameboide a mantrugiare e a peptonizzare l'ossobuco. La peristalsi veniva via con un andazzo trionfale, da parer canto e trionfo, e presagio lontano di tamburo, la marcia trionfale dell'Aida o il toreador della Carmen.
Cosí rimanevano. A guardare. Chi? Che cosa? Le donne? Ma neanche. Forse a rimirare se stessi nello specchio delle pupille altrui. In piena valorizzazione dei loro polsini, e dei loro gemelli da polso. E della loro faccia di manichini ossibuchivori...
( estratto da C.E.Gadda ; "La cognizione del dolore"- Garzanti Editore)

La rozza organizzazione di vendita delle Assicurazioni

Riporto una parte dei dialoghi delle puntata della trasmissione REPORT , dedicata ai brutali sistemi di vendita usati dalle assicurazioni e banche. Lo stralcio riguarda Alleanza assicarazioni e lo sfruttamento dei collaboratori.

"..Franco, Maria, Luisa ci hanno scritto che dopo anni passati a cercare di portare a casa lo stipendio senza troppi danni per il cliente , adesso non ce la facevano più a salvare capra e cavoli. La loro compagnia Alleanza Assicurazioni chiede troppo. Cosa vuol dire? L'unica modo per saperlo è quella di diventare agenti e Giovanna Corsetti l'ha fatto.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Una mattina partiamo e andiamo a trovare chi ci aveva scritto: Maria, la incontriamo nel suo ufficio e comincia a raccontarci.

MARIA
Io questo coso non l'ho venduto perché a me mi fa schifo, perché me lo sono andato a studiare, ma questa sono io, gli altri 10 mila collaboratori, dice "sì, quanto guadagno? Vabbé, vado"

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Invece di andare subito dal capo a chiedere che cosa fa tanto schifo a Maria, decido di entrare dalla porta di servizio e di mettermi a fare l'agente assicurativo per vedere come si vive nelle agenzie. Molte delle cose anticipateci da Maria, come vedremo, risulteranno essere vere.

MARIA
Tu ti trovi lì che questi stanno con la bava alla bocca perché non gli pare vero che gli arriva un collaboratore sveglio, perché poi vedono che chiacchieri, fai, dicono "abbiamo vinto al Totocalcio."

AUTRICE
Volevamo sapere, signora, se cercate gente Promotrice Alleanza.

ALLEANZA ASSICURAZIONI
Si perché noi ci avvaliamo di collaboratori esterni, tutti quanti siamo partiti come collaboratori esterni e poi piano, piano…

MARIA
Tu entri, pigliano a te, a lui, a chiunque, ti fanno "ah lei può fare carriera, noi la potremo assumere"; invece poi ti assumono dopo 2-3 anni perché nel frattempo ti sfruttano…

PROMOTORE FINANZIARIO
Cioè voglio dire da noi esiste realmente l'assunzione, la tredicesima, la quattordicesima, le ferie pagate, però, l'Alleanza prima di assumere un dipendente che poi gli deve dare uno stipendio fisso, la persona o vale o..

MARIA
Allora, tu ti impegni i primi mesi, poi ti accorgi che i soldi non sono quelli che ti avevano promesso, la carriera richiede tempi lunghissimi, ti alzi e te ne vai.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Per anch'io me ne vado, ma prima di congedarmi.

PROMOTORE FINANZIARIO
Gli dai una lettera di nomina per uno, così dopo se la leggono. Poi gli dai anche un TuttoProdotti e loro incominciano a leggere, gli dico io quello che devono leggere.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Torno il giorno dopo per iniziare la formazione

PROMOTORE FINANZIARIO
Allora avete studiato un po'?

AUTRICE
Un po' si

MARIA
Se ci hai culo ti fanno fare un corso di formazione di tre giorni, tre mattine,

AUTRICE
Se no niente, a digiuno?

MARIA
Altrimenti te li spiega il responsabile, il capo settore che ti seguirà, ti spiega, ti dà una infarinatura, tu non ci capirai quasi niente perché un'infarinatura è un'infarinatura.

PROMOTORE ALLEANZA
Qui da noi, non facciamo tre mesi di stage pe poi incomincià a lavorà, perché se no i soldi li vediamo dopo 6 mesi, qui da noi cerchiamo di fare tutto in contemporanea, la mattina se fa un po' di formazione, secondo me dovete incomincià a provà.

AUTRICE
Come?

PROMOTORE ALLEANZA
L'importante se io ho un contatto, cioè conosco delle persone che hanno anche possibilità, "guarda, sto in una società che offre anche servizi finanziari, te posso venì a trovare?".Punto, Di che si tratta? Preferisco venirte a trovare.

AUTRICE
Farlo sentire assistito.

PROMOTORE ALLEANZA
Ma più che assistito, noi ci dobbiamo fa i contratti.

MARIA
T'ammollano lì una zona di 50 clienti e ti portano a fare le trattative.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Però prima qualcosa me la spiegano.

PROMOTORE ALLEANZA
Anche nella semplice telefonata, nel semplice appuntamento, ci sono delle strategie.

AUTRICE
Che faccio spiego che ho appena cominciato?

PROMOTORE ALLEANZA
No, no tu gli devi dire che sta a fa l'esame, non c'hai ancora il mandato dalla CONSOB, non è vero, una bugia a fin de bene, no?

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Ma per il bene di chi? Del cliente che si becca una un po' bugiarda e molto incompetente su prodotto e vendita, perché di fatto la formazione non l'ho fatta.

MARCO CASU - Direttore generale Alleanza assicurazioni
Non abbiamo mai detto, né ci sogniamo di dire che la formazione non si deve fare, anzi è un momento costitutivo del rapporto con i nostri neocollaboratori.

AUTRICE
Certo si farà pure, però a me danno subito a lavorare

AUTRICE
Pronto buongiorno la chiamo da Alleanza e volevo sapere quando era possibile passare per sistemare il mese di agosto?
E se le dicessi che io sono stata da alcuni suoi clienti da alcuni risparmiatori.

SIGNORA
Quanto abbiamo detto?

AUTRICE
384 e 76 centesimi

SIGNORA
Mo speriamo che c'ho i centesimi, mo vado a vedere.

AUTRICE
Ho ritirato i soldi e non avevo nemmeno dato i documenti alla sua agenzia.

MARCO CASU - Direttore generale Alleanza assicurazioni
Mi spiace sentirlo, non è previsto ed è quindi un'attività questa, che, se verificata dai noi controlli è sanzionabile.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Quella volta lì non hanno controllato, andiamo avanti.

AUTRICE
Siamo di Alleanza

PROMOTORE ALLEANZA
Alleanza è fa polizze a pagamento mensile con incasso a domicilio. Dice perché questa rottura? Perché questo ci permette di tenere caldo il rapporto con il cliente, ripetutamente nel tempo e ovviamente noi non andiamo a casa sua per fare un servizio gratis, andiamo a casa sua per fare un servizio di consulenza.

PROMOTRICE ALLEANZA
Ogni volta che gli stacchi la ricevuta al cliente, il cliente ha un costo.

PROMOTORE ALLEANZA
Il prodotto meno costi ha per il cliente, più guadagni ha per il cliente, meno vantaggi ha per noi è ?!

AUTRICE
Quindi praticamente il cliente dà 100 euro, da questi 100 euro vengono decurtati i costi a secondo delle varie voci.

PROMOTORE ALLEANZA
Però noi non gliele dobbiamo spiegare tutte queste cose al cliente, perché non è questo che il cliente vuole sapere.

CLIENTE
Io gliene ho dati 50?!

MARIA
In questo settore è così, quello che più paga, più viene venduto.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Quello che ho capito è che bisogna vendere il prodotto che è interessante per la compagnia e le mie provvigioni, il cliente deve solo mettere mano al portafogli, per il resto meno sa, meno capisce e meglio è. Nelle convention di alleanza la considerazione per il cliente però è un'altra.

Video redazionale Alleanza assicurazioni
Hanno successo solo le organizzazioni che sanno puntare fortemente sull'etica e l'integrità

SANDRO SALVATI - Presidente Alleanza Assicurazioni
Mi sgolerò, fino all'ultimo della forza delle mie corde vocali per dire ancora che considero il mestiere di Agente, di Agente Generale, in assicurazioni uno dei mestieri più belli del mondo.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
E secondo il presidente di Alleanza Sandro Salvati la bellezza sta tutta nel rapporto con il cliente!

SANDRO SALVATI - Presidente Alleanza Assicurazioni
Un rapporto tra 2 persone chi deve scegliere consapevolmente e chi, il consulente deve mettere in condizione consapevole il cittadino, attraverso una consulenza chiara e trasparente.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Nelle agenzie dove sono stata io però, tutta questa trasparenza non si è vista e la trattativa a cui un amico si è gentilmente prestato è andata così.

CLIENTE
Volevo capire di quei 300 euro che vi do, li investite tutti?

PROMOTRICE ALLEANZA
Certo!

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Ha detto certo rifacciamo la domanda.

CLIENTE
Volevo capire che costi ho, dai 300 euro non vanno tolti dei costi?

PROMOTRICE ALLEANZA
No, considera che ci sta uno 0,50 euro sui diritti di incasso.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Ora qualcosa ha tolto, il mio amico, adeguatamente addestrato, rifà la domanda.

CLIENTE
È tutto, solo lo 0,50 di costi?

PROMOTRICE ALLEANZA
Ci sta un altro 3% di costi, poi il resto viene investito tutto.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Ci fermiamo qui, ma chissà, continuando a chiedere a quanto sarebbero arrivati i costi, ma il cliente non deve sapere, ormai lo ho imparato anch'io! Nei giorni trascorsi nelle agenzie di Alleanza si parlava molto di un obbiettivo aziendale, per il quale si promettevano premi alle agenzie, il progetto partner.

AUTRICE
Cos'è il progetto partner?

MARCO CASU - Direttore generale Alleanza assicurazioni
Il progetto partner è un progetto attraverso il quale noi abbiamo chiesto in assoluta trasparenza, ad alcuni clienti del nostro portafoglio, di trasformare le polizze, utilizzando la nuova gestione separata che è l'euro San Giorgio, più dinamica, più flessibile che ha investimenti più remunerativi.

AUTRICE
Il cliente quindi avrebbe tutto da guadagnarci, ma chi l'euro San Giorgio lo deve vendere dice altre cose.

MARIA
Io, se tu mi dai 100 mila euro, non te la vendo, a me! Però quegli altri…cioè, tu immagina di essere uno che guadagna solo da questa cazzo di Alleanza ti vengono a dire "vendi questo prodotto perché è buono". Tu magari, non sei neanche tanto esperto di finanziaria etc. Mi hanno detto che lo pagano bene, perché non lo devo vendere? Se tu sei un professionista e lo fai come si deve tu arrivi dal cliente e gli vendi quello che gli si addice. Se tu invece pensi solo come arrivare alla fine del mese e hai le pressioni dall'alto che ti dico deve vendere devi vendere, tu vai a vendere questa. Questo è il cavallo di battaglia.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Ma Maria non è la sola a vedere le cose così, un giorno in una chiacchierata tra colleghi qualcuno comincia a sfogarsi.

GIORGIO
Loro fanno questo ragionamento: tu hai un fondo, il vecchio fondo, che ti garantiva il 4%; male che andava tu dovevi avere per forza il 4%, rischiavi poco.

MARIA
Siccome il fondo nel quale l'azienda sta investendo 'sti soldi dei clienti sta dando meno, allora non vuole rischiare di dovergli pagare di più di quello che il fondo effettivamente gli renderà.

GIORGIO
Ora, loro dicono "c'è un altro fondo", si inventano, "nel futuro andremo benissimo, prenderemo il 7%, il 10%, il 15%" a parole, "però c'è un altro fondo; non ti possiamo dare più il 4%, ti possiamo garantire il 2%, però questo fondo è legato all'euro, all'Euro San Giorgio, non più al fondo San Giorgio che era una garanzia. Cioè la possibilità di prendere il 4% ci metti proprio una croce nera, finito, non lo prendi più.

AUTRICE
È comprensibile però che una compagnia non voglia rimetterci?

MARIA
Tieni conto che lei comunque non ci rimette, perché comunque si è tenuta i costi, vuole guadagnarci di più.

AUTRICE
E come fa?

MARIA
Si deve sbolognare dal groppone queste polizze che se arrivano in scadenza e i tassi continuano ad essere questi non gli sta bene.

AUTRICE
Paga troppo.

MARIA
Paga troppo al cliente, quindi si deve sbolognare questa rogna prima possibile.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Secondo alcuni promotori e agenti di Alleanza la compagnia vorrebbe che loro convincessero chi ha una polizza che rende il 4% sicuro a farne una che rende il 2, cioè la metà, ma come pensano di convincerli?

GIORGIO
Quale vuoi? La consulenza spicciola o la consulenza proprio precisa, formativa, per farti fessa? Quale delle due consulenze vuoi? Quella là al 90% stracciata che fanno tutti quanti o vuoi quella del consulente che ti dice tante belle cose ma ti fa fessa?

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Consapevoli dei nostri limiti scegliamo la consulenza per ignoranti?

GIORGIO
Signora, senta, ora c'è un nuovo fondo che è meraviglioso; il vecchio ormai - l'ignorante - state a sentire a me, questo è un contratto buonissimo perché ora attingete gli interessi su un fondo europeo. Ottimo, infatti vedete, sta scritto 2% qui. Il cliente mica va a ricordare che il suo tasso tecnico era il 4%, mica va a ricordare altre cose; e questo sicuramente ve lo diamo.

AUTRICE
Ma se io ti dico "mi pare di ricordare che una volta io ci avevo il 4%?

GIORGIO
Sì signora, ma il 4% che voi avete avuto è fisso, mentre questo qua è flessibile, il 2% è garantito e può arrivare pure al 7-8 perché l'euro, lei saprà…e tante altre cose che si sciorinano.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Parole che tornano durante una reale trattativa di Alleanza sul progetto partner.

PROMOTRICE ALLEANZA
Il progetto Partner è una cosa molto buona perché quello che il cliente ha maturato, tolte le spese, viene poggiato su un fondo Euro San Giorgio a maturare interessi, macina interessi su interessi, gli interessi, poi vengono reinvestiti e quindi è una cosa …

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTRICE
Lo stesso ci ripetono in Alleanza.

MARCO CASU - Direttore generale Alleanza assicurazioni
C'è la ragionevole presunzione che, a scadenza, possa consentire al cliente di ottenere un capitale superiore.

AUTRICE
Mi faccia capire voi ad una persona che ha un rendimento minimo garantito del 4% oggi proponete un rendimento minimo garantito del 2% dicendo che comunque la flessibilità gli farà avere più del 4.

MARCO CASU - Direttore generale Alleanza assicurazioni
Certo, certo, non c'è garanzia e questo è chiaramente scritto.

MARIA
C'è scritto, ma, se io te l'ho impastrocchiata talmente che una firma in più non cambia nulla ma quella firma in più, servirà poi a loro per dire al cliente "hai firmato, hai messo una firma in più… che vuoi?".

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il contratto non bara , e questo vale per le banche e per le compagnie di assicurazioni, ma nessuno di noi capisce granché e quindi quello che fa La differenza è come ti viene raccontato. E qui siamo nelle mani di chi ce lo vende. Ogni contratto è una commissione, che sarà tanto più alta quanto più sarà conveniente per la compagnia. E la compagnia o la banca indipendentemente da quel che vende si accaparra in media il 2% di costi, il 500% in più rispetto a Stati Uniti ed anche alla Svizzera. Su questo fatto che si mangia ogni anno 20 miliardi di euro dai nostri risparmi nessuna legge e nessuna discussione ha mai messo il dito.
L'avidità è senza fine, chissà se Giovanna Corsetti continuerà a lavorare per noi o cambierà mestiere.

("O la borsa o la vita" venerdì 15 ottobre 2004 ore 21:00 - Rai 3)

il capitalismo brutale di WAL-MART

CANADA, WAL MART CHIUDE NEGOZIO SINDACALIZZATO




E negli Usa paga 135.000 dollari di multa per lavoro minorile pericoloso





Mentre in Italia si riaccendono le voci su un possibile acquisto di Esselunga da parte di Wal-Mart, il colosso americano della grande distribuzione fa parlare ancora di sé, per le sue politiche anti-sindacali.

Nei giorni scorsi, la compagnia ha annunciato che il 6 maggio chiuderà il proprio negozio canadese di Jonquire, in Quebec, il primo centro Wal-Mart in Canada dove, lo scorso agosto, la maggioranza dei 190 lavoratori ha aderito al sindacato United Food and Commercial Workers (UFCW).

La decisione è stata assunta durante le trattative che avrebbero dovuto portare al primo contratto collettivo di lavoro. Dopo tre mesi di riunioni infruttuose, il sindacato aveva chiesto, il 1° febbraio, l’arbitrato del ministro del Lavoro del Quebec.

La motivazione ufficiale data da Wal-Mart è che il negozio di Jonquire non fa abbastanza profitti ma secondo l’UCFW si tratta di “un’amara lezione” inflitta ai lavoratori, colpevoli di aver aderito al sindacato, scoraggiando altri dall’imitarli.

Secondo l’UCFW, che ha annunciato un’azione legale, la motivazione fornita da Wal-Mart è infondata e la decisione della chiusura sarebbe stata presa da Wal-Mart diversi mesi fa, prima di sedersi al tavolo delle trattative, quando è stata ufficializzata la nascita della rappresentanza sindacale a Jonquire.

“Ciò che Wal-Mart vuole è il potere assoluto sui suoi lavoratori, i suoi fornitori e le città in cui opera”, accusa l’UCFW.

Una rappresentanza sindacale dell’UFCW si è costiuita il 19 gennaio anche nel negozio canadese di Wal Mart a Saint-Hyacinthe, in Quebec, dove ha aderito al sindacato la maggioranza dei duecento dipendenti, mentre è in corso la costituzione di rappresentanze in altri 12 centri Wal-Mart in Quebec, Saskatchewan e British Columbia.

Ieri Wal-Mart ha pubblicato un annuncio a pagamento di un’intera pagina su alcuni quotidiani canadesi, rivolgendosi ai suoi dipendenti, sotto forma di lettera aperta, affermando: “Voi rappresentate la pietra angolare della nostra organizzazione e riteniamo che sia un privilegio avere un team così eccezionale”.

La compagnia afferma che gli ultimi giorni sono stati “molto faticosi” e assicura i propri lavoratori che essi rappresentano la “più grande forza”: “Non lasciate mai che qualcuno o i mezzi d’informazione vi dicano il contrario”.

La presidente territoriale del sindacato UCFW, Marie-Josée Lemieux, ha replica che “il Quebec non è il Far-West, dove tutto è permesso al cowboy che possiede il revolver più grosso. Noi abbbiamo delle leggi sul lavoro. Noi chiediamo a Wal-Mart di rispettare i suoi lavoratori e le sue lavoratrici e di smettere di ridicolizzare il loro diritto d’associazione, previsto dal Codice del lavoro”.

In Canada, sono oltre 60.000 i lavoratori impiegati presso i 241 centri Wal-Mart. In Europa, la catena americana è presente in Gran Bretagna, con il marchio ASDA, e in Germania.

Sul sito statunitense di Wal-Mart, al paragrafo “Sindacati”, si legge: “A Wal-Mart rispettiamo i diritti individuali dei nostri dipendenti e li incoraggiamo ad esprimere le loro idee, commenti e preoccupazioni. Poiché siamo impegnati a mantenere un clima di comunicazioni aperte, non riteniamo ci sia necessità di una rappresentanza terza”.

Intano, negli Stati Uniti, l’11 febbraio il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che Wal-Mart ha accettato di pagare una multa di 135.540 dollari, per aver impiegato minorenni in lavori pericolosi.

I fatti si riferiscono al periodo 1998-2002, riguardano 24 ragazzi e sono avvenuti in Arkansas, Connecticut e New Hampshire. Wal-Mart ha accettato di pagare, pur respingendo le accuse.

http://www.rsinews.it/newsformat1.asp?news=640

rsinews 15 febbraio 2005

Berlusconi : diritti televisivi gonfiati, società offshore, fondi neri per i figlioletti

Da l'Unità del 21 febbraio 2005
Sui fondi Mediaset il bianchetto della salvaPreviti
Marco Travaglio

Più che un'indagine, quella sulla compravendita dei diritti televisivi e cinematografici Mediaset pare un monumento al conflitto d'interessi. Ma anche una grande, spettacolare gimkana. Un lungo e tortuoso slalom fra regole esistenti e nuove norme ad personam (falso in bilancio), condoni fiscali e defiscalizzazioni (legge Tremonti), ostacoli di ogni genere alle rogatorie internazionali (prima la legge che le cestinava, poi il blocco deciso da Castelli), impunità incostituzionali (Lodo Maccanico) e ora il SalvaPreviti sulla prescrizione, che in realtà è un SalvaBerlusconi. Una legge-vergogna che, se se passerà, porterà a morte sicura anche l'ultimo fascicolo aperto a Milano sul Cavaliere. Ancora una volta (sarebbe la settima) non perchè non ci sia reato. Ma per prescrizione.
I pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, che lavorano a questo caso da quattro anni nel silenzio più assoluto, vanno comunque avanti. E chiudono, prima dello scadere dell'ultima proroga consentita, un lavoro che ha fruttato rogatorie in 12 paesi, 500 mila pagine di atti e 21 fogli di «avviso di conclusione delle indagini»: quello che prelude, entro un mese, alla richiesta di rinvio a giudizio. Per 14 indagati: Silvio Berlusconi (appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio), Fedele Confalonieri («solo» falso in bilancio), i presunti soci occulti Frank Agrama (cittadino Usa, già agente Paramount) e Daniele Lorenzano (ex capoacquisti Fininvest), il superconsulente inglese David Mills (marito di una ministra del governo Blair), il presunto prestanome Erminio Giraudi(mercante di carni a Montecarlo), il banchiere svizzero Paolo Del Bue, il cugino del Cavaliere Giancarlo Foscale e la moglie Candia Camaggi (responsabili della finanza svizzera), una sfilza di altri dirigenti e manager del Biscione. Stralciati Marina e Piersilvio: su di loro si continua a indagare per riciclaggio.

Una cresta dopo l'altra
L’inchiesta nasce da una costola di quella - chiusa con la prescrizione, grazie alla controriforma del falso in bilancio - sui 1550 miliardi di fondi neri Fininvest. L'attenzione dei pm si concentra su due misteriose società estere legate alla lussemburghese Silvio Berlusconi Finanziaria: la Century One e la Universal One. I loro conti svizzeri sono l'ultimo domicilio conosciuto della gran parte dei fondi neri (104 miliardi) «distratti» e dirottati «su conti bancari in Svizzera, alle Bahamas, a Montecarlo, nella disponibilità degli indagati» e «gestiti da fiduciari di Berlusconi».
Come nascono i fondi neri? Con un ingegnoso sistema di «creste» legato, appunto, all'acquisto dei diritti in America. Mediaset non li comprava direttamente. Li faceva acquistare da società off-shore, fra cui Century One e Universal One, che a loro volta li rivendevano ad altre società gemelle, in una sorta di catena di sant'Antonio: a ogni passaggio, il prezzo aumentava. Fittiziamente, secondo l'accusa. Una cresta oggi, una cresta domani: così la differenza fra il valore reale e quello gonfiato alimentava il polmone dei fondi neri. E - sostiene la Procura - a ingrassava le tasche degli indagati. Soprattutto di Silvio Berlusconi.
Ma perchè - domanda malizioso l'avvocato Niccolò Ghedini - Berlusconi avrebbe dovuto rubare «soldi suoi»? E come avrebbe fatto, visto che - è sempre Ghedini che parla - «da quando è entrato in politica nel '93 ha lasciato tutte le cariche e non può esperire alcun atto?».

Tre reati, tre moventi
La prima domanda riguarda i moventi. Che, secondo i pm, sono tre. Primo: il premier s'è messo in tasca, lui e i suoi cari, l'equivalente di 280 milioni di euro (in dollari, lire, franchi francesi e svizzeri, e persino in fiorini olandesi), ovviamente in nero (appropriazione indebita). Secondo: su quei fondi neri non ha pagato le tasse, esponendo al fisco costi fittizi per abbattere i redditi e pompare le perdite, sottraendo all'erario 124 miliardi di lire fra il 1996 e il '99 (frode fiscale). Terzo: ha gonfiato il valore dei magazzini e dunque dell'azienda, approfittandone al momento della quotazione in Borsa, avvenuta nel 1996 «sulla base di una falsa rappresentazione della consistenza patrimoniale della società». Il tutto iscrivendo nei libri contabili «maggiori costi» per «mascherare la formazione di ingenti fondi neri», «con l'intenzione di ingannare i soci e il pubblico circa la situazione patrimoniale della società» (falso in bilancio fino al 2000).
La seconda domanda di Ghedini, nell'ipotesi accusatoria, ha una risposta semplice semplice: Berlusconi finge da 12 anni di disinteressarsi di Mediaset, ma in realtà ha continuato a fare il bello e il cattivo tempo. Anche nel 1994, quand'era presidente del Consiglio. E poi almeno fino al 1999, quand' era capo dell'opposizione. In quanto principale azionista, è una sorta di prestanome di se stesso.

Week end, Stato e bottega
La prova? Una serie di testimonianze che raccontano come il Cavaliere, nei week-end, non si limiti alle cantatine con Apicella. Ma abbia continuato a dare disposizioni, sull'acquisizione di quei diritti cine-tv e sull'espansione del suo impero all'estero, ai suoi uomini di fiducia. Quali? Soprattutto Carlo Bernasconi, capo della Silvio Berlusconi Communications (morto nel 2001); Oliver Novick, responsabile della Direzione corporate development (che già nel '95 aveva ammesso di aver «continuato a parlare con Berlusconi della questione Spagna fino all'estate '94»); e Lorenzano, plenipotenziario per il commercio dei film a Hollywood. L'hanno raccontato alcuni collaboratori del gruppo, fonti davvero insospettabili. Come l'ex segretaria di Bernasconi, Marina Camana: secondo L'Espresso, ha raccontato ai pm che «le indicazioni per l'acquisto dei diritti televisivi venivano impartite da Arcore». A questo punto entra in scena, proprio grazie alle rogatorie americane che il governo ha fatto di tutto per bloccare, un personaggio da romanzo esotico: Farouk Mohamed Agrama detto «Frank», l'interfaccia di Lorenzano in America.

Frank, lo zio d'America
Nato in Egitto, Agrama lavora come regista in Libano, poi sullo scorcio degli anni 60 approda a Roma, dove fonda la Film Associates of Rome (Far) e comincia a dirigere e produrre pellicole trash: «L'amico del Padrino», «Sesso e pazzia», «Si può fare molto con sette donne», «Queen Kong». Nel luglio '79, mentre Berlusconi fa incetta di film alla Titanus per il varo di Canale 5, si butta nel business della compravendita di programmi tv. Ma, dopo pochi mesi, vola in California per collaborare con Paramount. Nel 1983 fonda, sul Sunset Boulevard, la casa di produzione Harmony Gold. Insieme a Lorenzano, diventa l'uomo del Cavaliere a Los Angeles e fa soldi a palate, producendo film per la Berlusconi Communications e rifornendo le reti Fininvest di diritti su programmi Usa, tramite un'altra società:la Wiltshire Trading. Secondo l'accusa, anche questa società ha svolto «un ruolo di intermediario analogo a quello di Universal One e Century One» per gonfiare i conti. Cioè le tasche del Cavaliere.

Ricordando la "giornata del ricordo"- i perchè delle foibe

I nostri tromboni politici di destra, nella loro fogo revisionista, cercano di riscrivere la storia arrogandosi quasi la potestà politica dei nostri sventurati connazionali che subirono la violenza nel dopoguerra ,finendo ,molti nelle foibe . La violenza verso innocenti non è mai scusabile, ma non è scusabile neanche chi quella violenza la causò ,e cioè Mussolini con le sue politiche rozze e violente verso gli slavi. Caro on.Fini e corifei di destra, forse nei libri di storia di casa Almirante mancavano delle pagine....
Sintetizzo quelle pagine con una dichiarazione del priapesco trombetta , idolo pop dei nostri simpatici amici di AN (ma non solo).

"Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani". Benito Mussolini, 1920