Assolto per aver commesso il fatto
di Marco Travaglio
Nell’orgia delle dichiarazioni entusiastiche per l’assoluzione di Silvio Berlusconi in Cassazione nel processo Sme-Ariosto, nessuno ha notato quella dell’on. avv. Gaetano Pecorella, che non è una toga rossa, ma il difensore del Cavaliere. Commentando la sentenza appena emessa dalla VI sezione del Palazzaccio, che ha confermato in toto quella della Corte d’appello di Milano, Pecorella ha detto all’Ansa: “Squillante per le sue funzioni non era in grado di ingerire con Sme: già per la Corte di Appello non c’era dubbio che il bonifico ‘Orologio’ sia riconducibile a Berlusconi, ma siccome non c’è stato alcun intervento di Squillante, quella dazione non prova l’iscrizione del magistrato al libro paga”. Per capire meglio, riepiloghiamo brevemente i fatti. Berlusconi, i giudici Renato Squillante e Filippo Verde e gli avvocati della Fininvest, Cesare Previti e Attilio Pacifico, vengono rinviati a giudizio per corruzione nel processo “Sme-Asriosto” in base a due diversi capi d’imputazione: 1) la sentenza firmata nel 1986 dal giudice Verde (confermata dalla Cassazione nel 1988) che diede ragione alla cordata Fininvest-Barilla-Ferrero e torto alla Cir di Carlo De Benedetti nella causa con l’Iri per la mancata privatizzazione della Sme, sarebbe stata comprata con soldi della Fininvest e Barilla, finiti poi in parte a Verde e in parte a Squillante (che, pur non coinvolto nella controversia, avrebbe “aiutato” il buon esito del processo); 2) Squillante sarebbe stato “a libro paga” della Fininvest per ogni evenienza del gruppo, a suon di bustarelle che Previti, usando denaro di Berlusconi, gli avrebbe versati brevi manu in contanti e via bonifico sul suo conto svizzero. Per il primo capo d’imputazione tutti gl’imputati, in tutti i processi, sono stati assolti: le prove che la sentenza Sme fosse comprata o non ci sono o sono insufficienti. Verde e Squillante ricevettero soldi in Svizzera, ma dopo il 1988, e non è sicuro che venissero pagato proprio per quel processo. Per il secondo capo d’imputazione, i verdetti divergono: ma nessuno può negare ciò che risulta dalle carte e nessuno dei protagonisti può negare, e cioè che il 5 marzo 1991, dal conto svizzero della All-Iberian-Fininvest, “Ferrido”, alimentato con denaro di Berlusconi, parte un bonifico di 434.404 dollari (500 milioni di lire dell’epoca), alla volta del conto svizzero “Mercier” di Previti, che nel giro di pochi minuti gira la stessa somma al conto svizzero “Rowena” del giudice Squillante (riferimento in codice dell’operazione: “Orologio”). Berlusconi paga Previti che paga Squillante: non si discute. Per il bonifico Orologio, infatti, Previti, Pacifico e Squillante vengono condannati a 6 anni dal Tribunale e dalla Corte d’appello di Milano; poi la Cassazione, in extremis, manda tutto a Perugia per competenza territoriale, e lì il processo muore, ma non prima che i giudici umbri abbiano stabilito che i tre imputati erano colpevoli: il reato però è prescritto. Berlusconi viene processato separatamente, dopo lo “stralcio” del 2003 che lo divide dal coimputati. Il Tribunale lo dichiara responsabile del bonifico Orologio, ma grazie alle attenuanti generiche il reato è prescritto. La Corte d’appello invece lo assolve in base al comma 2 dell’articolo 530 del codice di procedura, stabilendo che le prove sono insufficienti o contraddittorie; la Cassazione, l’altro giorno, conferma. Il procuratore generale Piero de Petris ricorre in Cassazione. Ma qui lo stesso Pg Oscar Cedrangolo, nella sua requisitoria, chiede alla VI sezione di rigettare il ricorso e confermare l’assoluzione “dubitativa” d’appello: sostiene che,se non si riesce a dimostrare che il giudice asservito agli interessi di un gruppo privato abbia compiuto un atto contrario ai doveri d'ufficio “nell'ambito della sfera di influenza delle sue funzioni”, cioè che è intervenuto ad aggiustare un processo, anche se ha preso soldi non può essere condannato. E nemmeno chi quei soldi gli ha versato. Curiosa interpretazione, che contrasta quanto stabilito dalla stessa Cassazione il 23 maggio 1986: e cioè che il “lento e progressivo condizionamento delle sue scelte (di Squillante da parte di Previti, nda) rispetto a gruppi economici… sulla base di procurate occasioni di incontri, di regalie, di mondanità, di soddisfacimento di esigenze di gratificazione individuale di ogni specie… impone una rilettura normativa dell’ipotesi criminosa di corruzione, tutte le volte che abbiamo come riferimento fatti non solo di mercimonio dei doveri dell’ufficio in relazione ad atti squisitamente formali ma coinvolgenti la condotta generale di favoritismo e quindi antidoverosa del pubblico ufficiale…; e ciò soprattutto quando, come nel caso in esame, la corruzione investendo i doveri di base di una organizzazione [quella giudiziaria, ndr)… comporta la sistematica abdicazione dalle sue finalità legali”. Insomma, se un gruppo paga un giudice perché sia sempre disponibile alle sue esigenze processuali, ancor prima che questo sentenzi i intervenga in suo favore, questa è ugualmente corruzione anche se poi non si riescono a collegare i versamenti con questo o quell’atto specifico. Ora invece il Pg – e, par di capire, anche la VI sezione che gli è andata dietro – stabilisce invece che, sì, è incontestabile che i 434 mila dollari del bonifico Orologio a Squillante provenivano dalla Fininvest, anzi da Berlusconi. Ma nessuno è riuscito a dimostrare un intervento di Squillante per alterare il corso della causa Sme. “In pratica – scrive l’Ansa riassumendo la requisitoria del Pg - la ‘generica disponibilità’ del capo dei gip della capitale e il fatto che abbia percepito soldi da fondi neri riconducibili a Silvio Berlusconi, non fanno di quest'ultimo un corruttore perchè alla ‘mazzetta’ in valuta statunitense è mancato un ‘controaltare’. E il solo ‘asservimento potenziale’ del magistrato, nonostante la tesi contraria sostenuta da De Petris, non ha ‘rilevanza penale’, ha concluso Cedrangolo”. Ma qui c’è un errore marchiano: nessuno ha mai sostenuto che il bonifico Orologio (del 1991) fosse legato alla sentenza Sme (del 1986). Era invece nel capo d’imputazione che accusava Squillante di essere “stabilmente a libro paga” della Fininvest. Legato alla causa Sme, secondo l’accusa, era il versamento di 100 milioni che Barilla, tramite Previti, fece recapitare a Squillante dopo il buon esito della causa Sme in Cassazione. Il fatto più paradossale è che questo errore viene ripetuto pari pari dall’avvocato Pecorella che, con l’aria di dire una cosa carina sul suo illustre cliente, non fa che ribadire che Berlusconi pagava Squillante. Ripetiamo testualmente le parole di Pecorella: “Squillante per le sue funzioni non era in grado di ingerire con Sme. Già per la Corte d’appello non c’era dubbio che il bonifico Orologio sia riconducibile a Berlusconi, ma siccome non c’è stato alcun intervento di Squillante, quella dazione non prova l’iscrizione del magistrato al libro paga”. Cioè: Berlusconi, secondo il suo stesso difensore, pagò un giudice tramite Previti, ma non è reato. Le motivazioni della Cassazione, a questo punto, si annunciano avvincenti: davvero la Suprema Corte metterà nero su bianco che è lecito pagare un giudice? O magari che è lecito solo quando lo fa Berlusconi?
"I swear to God, if I were a piano player or an actor or something and all those dopes thought I was terrific, I'd hate it. I wouldn't even want them to clap for me. People always clap for the wrong things". "(Holden Caulfield/JDSalinger - The catcher in the rye)
Tuesday, October 30, 2007
Monday, October 29, 2007
Musica - Michael Angelo Batio
non so, ora ho in cuffia "Blues for Los Angeles" di Bill Frisell,e se penso al suono da midi che partorisce il nostro simpatico amico Batio ho conferma del fatto che bastano poche note di classe, intelligenza e gusto,cuore,originalità nel suono ,per spazzare via certi giocolieri tutti scale ed egocentrismo,tanto prevedibili quanto veloci,sempre a spararla grossa e veloce,al massimo,quasi che suonare meno -ma meglio- li faccia sentire impotenti. Se la velocità è l’unico spettacolo alla fine stufa, i veri grandi mettevano o mettono la velocità al servizio della rivoluzione musicale che concepivano nella loro testa, ma questo ben pochi l’han fatto o lo faranno, John Coltrane, col suo strumento lo ha fatto,ma non tocchiamo gli Dei, fra i quasi umani Holdsworth è riuscito a creare un suo universo sonoro,evolvendosi dalle origini prog hard rock ; Van Halen ha inventato tanto, Randy Rhoads nel metal ha scritto dei soli commoventi,che saranno ricordati nel tempo; Ma si può essere grandi anche senza velocità: Frisell ha un suono pazzesco, Ben Monder crea dei paesaggi sonori molto interessanti, o ascoltatevi Jim Hall con Ron Carter, chitarra e basso, ogni pezzo è una lezione di classe e tecnica, che non è velocità ma profonda conoscenza musicale messa al servizio dell’anima. Batio è una macchina, ho sentito la sua cover di Mr Crowley ed è indicativo il fatto che è bella la parte dove ripete il solo di Rhoads ,mentre le parti dove ci mette del suo, infarcite di scalette ultraveloci ,sanno di posticcio,superfluo,inutile, anonimo.
DEBORD 28 novembre 2007 - intervento su http://www.guitarlist.it/
DEBORD 28 novembre 2007 - intervento su http://www.guitarlist.it/
Le amicizie mafiose del Filiberto Savoia
Mercoledí 24 Ottobre 2007Le amicizie pericolose e il sogno del partito dei Savoiadi Claudio GattiINTERVISTA / «Lo riconosco, con lui ho fatto un errore»Una delle idee che Valori e Futuro intende promuovere è quella del made in Italy, considerato uno dei valori più importanti. Tant'è che, quando decise di trasformare la sua associazione culturale in movimento d'opinione, Emanuele Filiberto volle legarsi a una persona che caldeggia il valore del made in Italy a tempo pieno. Si tratta di Mariano Turrisi, cinquantreenne di Piedimonte Etneo, provincia di Catania, padre-padrone del Made In Italy Group, un gruppo che ambisce a diventare una sorta di Istituto per il commercio estero privato. Turrisi è stato arrestato due giorni fa in Francia per associazione mafiosa. L'amicizia con Turrisi Il primo contatto tra i due risale alla fine dell'anno scorso. A gennaio di quest'anno, il principe e Turrisi andarono insieme a New York e in uno dei più esclusivi alberghi di Manhattan, il Peninsula Hotel, definirono i termini della loro collaborazione in base a quella che il sito di Valori e Futuro definì «la visione che li accomuna: entrambi ambasciatori, promotori e difensori dei valori e delle tradizioni millenarie che rendono unica la nostra Italia».Subito dopo quel viaggio, il principe non solo nominò Turrisi vicepresidente di Valori e Futuro, ma lo promosse "socio fondatore" sul campo (Valori e Futuro era nata nel 2005, quando Turrisi era in tutt'altre cose affaccendato). Contemporaneamente il nome del principe venne inserito nello special advisory board del Little Italy Resort, un progetto con cui Turrisi intende costruire una riproduzione dell'antica Roma nei pressi di Las Vegas (dove altro?), con tanto di anfiteatro da 85mila posti – definito «copia esatta del Colosseo» –, terme imperiali, centri commerciali, unità condominiali, alberghi e ovviamente casinò.L'antica Roma a Las Vegas Insomma, entrambi impegnati in grandi e ambiziosi progetti, Emanuele Filiberto e Mariano Turrisi si intesero subito, trovandosi complementari. Sul piatto il principe offriva il nome, la visibilità e l'ampia rete d'influenza del casato. Dalla sua, l'imprenditore siciliano metteva il network del Made In Italy e un affare – quello della replica dell'antica Roma a Las Vegas – che almeno sulla carta valeva più di un miliardo di dollari. Non solo. Turrisi prometteva anche grandi finanziamenti al movimento del principe. Progetti e promesse di Turrisi erano così grandiosi da meritare necessariamente una qualche verifica sulla loro effettiva consistenza, e soprattutto sul suo patrocinatore. Non sappiamo se il principe l'abbia fatta o meno. Ma nel farla, «Il Sole-24 Ore» ha aperto un vero e proprio vaso di Pandora. Perché su Mariano Turrisi è uscito di tutto e di più.Nel breve profilo ospitato fino a poche settimane fa sul sito di Valori e Futuro si leggeva: «Le sue solide relazioni con importanti uomini d'affari e il suo intuito negli affari culturali l'hanno reso capace di aprire porte a molte iniziative strategiche. Mariano Turrisi ha inoltre fondato un'organizzazione no-profit a Sydney in Australia e il Club di Forza Italia di cui ne (sic) è il Presidente dal 1997». Sulle sue attività imprenditoriali c'era solo scritto che «Mariano Turrisi ha lavorato come apprendista presso Mercedes Benz e Alfa Romeo in Italia e successivamente ha iniziato la sua carriera imprenditoriale nel settore degli autoservizi».Assegni scoperti Sarebbe però bastato fare una semplice visura camerale per scoprire che nel 2004 Turrisi era stato segnalato per due assegni scoperti per un totale di 25mila euro. Informazioni molto più complete «Il Sole–24 Ore» le ha trovate poi in un documento allegato a un procedimento penale della Procura di Roma: «Turrisi Mariano, alias Turrisi Mario, alias Viaros Mario, alias Tarraso Maurice è stato oggetto di diverse indagini dall'anno 1984, per riciclaggio, traffico di droga, richieste estorsive di ampliamento dei crediti, uso di documenti e valuta contraffatti, di assegni scoperti e truffe, ma sempre senza o quasi alcun risultato... (In Italia) risulta avere pregiudizi per reati contro il patrimonio (1994) ed essere stato condannato per reati contro la famiglia (1987). Da archivi dell'Fbi... risulta essere stato tratto in arresto più volte negli Usa. In particolare risulta che in data 11.06.1985 è stato oggetto di fermo in Florida da parte dell'Interpol in quanto trovato in possesso di banconote false... Turrisi è, inoltre, stato sospettato di essere inserito in un vasto traffico di stupefacenti, facente capo alle famiglie di Cosa Nostra a New York, nonché di aver riciclato centinaia di milioni di dollari; ha, infine, contatti in numerosi Paesi europei e del continente americano... Anche la Dea, agenzia antidroga americana, ha condotto indagini sul suo conto per narcotraffico, certificati di deposito falsi e valuta contraffatta».L'arresto di Turrisi Fin qui il passato. Il presente non risulta però meno torbido. Proprio ieri a Roma, in una conferenza stampa congiunta tenuta dal sostituto procuratore di Roma Italo Ormanni con la Dia e la Guardia di Finanza, è stato annunciato l'arresto di Mariano Turrisi per il reato 416 bis, associazione di tipo mafioso. Dall'indagine condotta dai funzionari della Dia, Silvia Franzé e Alessandro Mosca, in collaborazione con il maggiore della Guardia di Finanza Vincenzo Androne, è emerso che Turrisi avrebbe usato il suo Made in Italy Group per un'operazione di riciclaggio di denaro con il Canada da oltre mezzo miliardo di dollari che vede coinvolto il clan mafioso italocanadese che ha come padrino Vito Rizzuto. La Made in Italy Group – con sede a Piazza Colonna, a pochi passi da Palazzo Chigi – sarebbe stata creata, secondo gli inquirenti, proprio per riciclare il denaro proveniente dal traffico di droga. In particolare una partita di cocaina da 300 chilogrammi, dal Venezuela, era stata sequestrata l'anno scorso a Vancouver.Per quanto riguarda il riciclaggio, che si svolgeva attraverso un sistema di società a scatole cinesi, sono stati emessi 19 provvedimenti di cattura tra cui due funzionari di banca del Veneto che facevano la spola tra Svizzera e Italia per depositare il denaro in conti correnti (denominati Olio 1 e Olio2) che facevano capo all'associazione mafiosa. Estradato negli Usa e quindi condannato per un triplice omicidio da lui commesso nel 1981 a Brooklyn, Vito Rizzuto è oggi rinchiuso in un carcere di massima sicurezza americano. Anche da lì gli inquirenti pensano continui a controllare le attività di un'organizzazione un tempo strettamente legata al clan mafioso dei Caruana-Cuntrera e che secondo la Procura di Roma «domina il mondo del crimine organizzato in Montreal dagli inizi degli anni 80». In una sua testimonianza, il pentito della camorra ed ex trafficante di cocaina Oreste Pagano aveva poi spiegato che «Rizzuto può essere considerato una sorta di manager che, tramite i suoi affiliati, utilizza persone non facenti parte della famiglia per commettere reati comuni che consentono all'organizzazione di esistere anche senza sporcarsi le mani».I legami con il clan Rizzuto Nella richiesta di custodia cautelare il sostituto procuratore di Roma Adriano Iasillo, che ha coordinato le indagini con il supporto della collega di Milano Margherita Taddei, aveva spiegato che in questo network di affiliati del clan Rizzuto si distinguono i fratelli Robert e Anthony Papalia, per i quali ha anche chiesto e ottenuto le misure cautelari. Da tre decenni i Papalia sono coinvolti in una serie di episodi di frode un po' in tutto il mondo. Il primo riguarda la Penway Explorers Ltd, una società canadese che un tribunale dichiarò essere stata etero-diretta da Vito Rizzuto e che aveva Anthony Papalia come consigliere d'amministrazione. I Papalia vennero poi coinvolti nelle vicissitudini di svariate altre società, come Metals Research, Crys-Tel Communications, Nano-World Projects, tutte finite nel mirino delle autorità investigative per truffa. Nel 2005 la Consob canadese ha poi interdetto Robert da qualsiasi ruolo in società quotate per 25 anni, mentre negli Usa la Sec gli ha imposto l'interdizione «in perpetuità».«Il Sole-24 Ore» ha trovato evidenza del fatto che Turrisi è da anni associato ai Papalia. Nel 1999 la sua firma apparve a fianco a quella di Robert Papalia in un documento che lo presentava come managing director di Crys-Tel Australia, la sussidiaria australiana della società cui erano legati i Papalia. L'anno successivo, i Papalia presentarono Turrisi a un loro affiliato, Edward Nixon, il fratello incauto dell'ex Presidente americano che avevano coinvolto come consigliere in svariate operazioni di dubbia natura. «Robert Papalia mi invitò a Toronto a incontrare Turrisi. Il 24 maggio 2000 presi il volo da Seattle a Toronto», ci ha detto Nixon dopo aver consultato la sua vecchia agenda elettronica nel computer di casa (la carta di Edward Nixon è tra l'altro un jolly sempre a disposizione: nell'advisory board del Little Italy Resort, assieme al principe, abbiamo infatti trovato anche il suo nome.)Le intercettazioni con il padrino Negli ultimi anni il rapporto tra Turrisi e il padrino di Montreal non è stato solo mediato attraverso i Papalia. Le autorità canadesi hanno intercettato svariate telefonate tra Turrisi e Vito Rizzuto nel 2002 e nel 2003, mentre in una telefonata con un altro suo affiliato lo stesso don Vito ha definito Turrisi «un mio socio» con cui ha «fatto delle cose insieme». Non tutte quelle cose devono però essere andate felicemente in porto. Perché in un'altra telefonata intercettata il 1 novembre 2002 dai canadesi si sente don Vito chiedere a Robert Papalia «se quel ladro è ancora lì o se n'è andato». I due parlavano di tale Mario (o Mariano) e gli inquirenti ritengono si riferissero proprio a Turrisi. Papalia aveva risposto di aver visto «quell'idiota» all'Hotel Inghilterra (abituale punto di riferimento romano di Turrisi ndr.), dove stava «spendendo un sacco di soldi». «Questo ragazzo ci sta derubando», aveva poi commentato Papalia. E aveva aggiunto che stava ancora tentando di fare «quella cosa del caz...». Era un riferimento al progetto del Made in Italy? È impossibile stabilirlo, anche se nel corso di svariate telefonate avvenute nel 2005 Turrisi è stato intercettato mentre aggiornava Anthony Papalia sui suoi sforzi sul Made in Italy. Ma come è possibile che Emanuele Filiberto, presidente di un movimento interamente impostato su valori come il rigore morale e l'onestà, abbia finito con scegliere come vice un tipo come Turrisi? Nella sua intervista al Sole-24 Ore, il principe ha spiegato di essersi reso conto di aver commesso un errore. «Ho aperto troppo le braccia a una persona che mi raccontava tante belle cose – ha spiegato –. E forse gli ho dato un incarico troppo elevato». In un movimento che inneggia a valori quale il rigore morale e l'onestà, chissà quale incarico sarebbe stato più appropriato per un uomo legato a Don Vito Rizzato, killer e padrino della mafia italo-canadese?CHI È Nato a Piedimonte Etneo, in provincia di Catania, Mariano Turrisi, 53 anni, è stato arrestato due giorni fa per associazione mafiosa. È presidente di Made in Italy Group ed è stato fino al luglio scorso vicepresidente di Valori e Futuro, il movimento fondato da Emanuele Filiberto.Le identità e le inchieste Secondo un documento allegato a un procedimento penale della Procura di Roma, Turrisi è stato coinvolto in numerose inchieste giudiziarie con nomi diversi: Turrisi Mariano, Turrisi Mario, Viaros Mario, Tarraso Maurice. Sottoposto a diverse indagini per riciclaggio, traffico di droga, uso di documenti e valuta contraffatta, dagli archivi Fbi risulta essere stato arrestato più volte negli Usa.cgatti@ilsole24ore.us
dal Blog www.beppegrillo.it su Forleo
Paolo Mieli è il direttore del Corriere della Sera. Alcuni dicono che sia uno storico, altri lo credono un giornalista, molti pensano che sia il postino del consiglio di amministrazione di RCS. Paolone ha preso qualche anno fa, in tutta fretta, il posto di Ferruccio De Bortoli che si è rifugiato al Sole 24 Ore. I motivi della sua fuga non sono stati resi noti.Di sicuro, dopo la sua uscita, la schiena del Corriere si è piegata ancora. Non sembrava possibile, ma Paolone ha fatto il miracolo. Il Corriere è allineato più di Fede, meglio di Riotta.E’ il Popolo d'Italia con al posto di Mussolini i nuovi poteri forti. Il consiglio di amministrazione di RCS rappresenta la Confindustria e l’Associazione Bancaria Italiana. Cosa fa più paura ai poteri forti in quest’Italia senza guida e senza futuro? La risposta è una sola: la magistratura.I magistrati che alzano la testa vanno delegittimati.Sul perchè dei pubblici ministeri rischino la loro vita e quella dei loro cari di fronte all’ignavia dei politici e all’indifferenza (perchè disinformata) di gran parte dell’opinione pubblica non so darmi una risposta.Non so le ragioni per cui una donna che si batte per far luce sulla vicenda Unipol sia isolata dai politici, diffamata, indotta al silenzio, minacciata e, nonostante tutto, non si arrenda.Clementina Forleo ha pianto sabato mentre ritirava il «Premio Borsellino per l'impegno sociale e civile», perché stanca dei continui attacchi e dei tentativi di delegittimazione da parte di un giornale nazionale che da di lei “l'immagine di un fiume in piena e di una pazza”.Luciano Violante, il companero di D’Alema e Fassino coinvolti nell’inchiesta Uniipol, ha dichiarato ieri: “Un magistrato non deve utilizzare i mezzi d'informazione per cercare consenso o farsi pubblicità”.La Violante Rossa ha colpito ancora. I magistrati usano i media, quei pochissimi che ancora dicono la verità, per salvarsi la pelle. Più parlano, più rimangono in vita.Clementina ha ricevuto molte minacce, una di queste: “Preannunciava entro la fine dell'estate la morte di entrambi i miei genitori, che effettivamente morirono in un incidente stradale il 25 agosto 2005", considerata una fatalità. Un'altra la riguardava direttamente: “Se non fossi stata attenta analoga sorte sarebbe toccata a me e a mio marito". L'incidente fu preceduto da un incendio “doloso” che devastò l'azienda agricola e la casa di famiglia
Saturday, October 27, 2007
Sviluppo Italia e i figli di
Sviluppo Parentopoli, i sindacati dei figli di papa’Posted Ottobre 25th, 2007 by Piero FerrariCategories: Calabria, Italia, Politica, enti inutili, sindacati vogliono salvare i figli di papa' di Svi Cala
Due storie parallele, due vergogne infinite. Protagonista assoluta l’ azienda di Sviluppo Italia, sponsorizzata dal ministro Bersani che l’ ha affidata ad un suo uomo, quel Domenico Arcuri, che non perde occasione per manifestare la sua fedelta’ all’ ex esponente diessino. Sviluppo Italia nazionale ha fiutato l’ affare e si è precipitata a chiedere, ottenendola, la gestione dell’ Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra Aiello. L’ accordo è stato firmato ieri ma non appare per niente foriero di nuove prospettive per i dipendenti dell’ Istituto e per la stessa sorte della struttura. Sviluppo Italia è famosa per aver scialaccquato centinaia di miliardi delle vecchie lire in operazioni che si sono rivelate fallimentari. Afffidare a questa azienda una struttura che avrebbe bisogno di una efficiente gestione manageriale significa perpetuare l’ equivoco di un carrozzone clientelare messo a disposizione negli anni passati della vecchia DC e affidato adesso al controllo degli ex diessini del Pd. L’ accordo che mette il Papa Giovanni sotto il protettorato di Sviluppo Italia pone in evidenza ancora una volta come anche i partiti della sinistra cosiddetta radicale ed i sindacati facciano parte in Calabria del club delle clientele e degli affari e partecipino alla spartizione del potere. Questa degenerazione è ancor piu’ evidente nelle vicende che riguardano l’ azienda Sviluppo Italia Calabria che deve cessare la sua attivita’ entro fine anno. SVI Calabria è balzata agli onori della cronaca nazionale quando il nostro giornale ha pubblicato un primo parziale elenco di dipendenti. Tutti assunti a tempo indeterminato per chiamata diretta de quasi tutti figli di papa’ congiunti o parenti di parlamentari, ex deputati o senatori, consiglieri regionali, dirigenti della Regione, figli o parenti di magistrati. Un’ elenco che ha fatto gridare allo scandalo l’ Italia che lotta contro i privilegi e le ingiustizie e di cui si è fatto interprete Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera in un’ articolo dal titolo esemplare di Sviluppo Parenti. Ora che Sviluppo Italia Calabria sta per chiudere i battenti, costringendo i dipendenti figli di papa’, a cercare lavoro altrove , ecco che scendono in campo i sindacati, che erano rimasti silenziosissimi quando la stessa Svi Calabria aveva mandato a casa nei mesi scorsi una decina di precari, anche loro raccomandati, ma evidentemente da personaggi meno influenti dei figli di papa’ che sono rimasti al loro posto. Isindacati vorrebbero adesso che la Regione assumesse direttamente i figli di papa’ che corrono il rishio di restare disoccupati. Su questo disegno sciagurato di cui si sono fatti portatori dirigenti sindacali, che dovrebbero arrossire per aver consentito assunzioni cosi’ scandalose dovesse andare avanti, se la magistratura dovesse continuare ad ignorare una vicenda esemplarmente indecente, vorra’ davvero dire che in Calabria, come paventa il pm Luigi De Magistris, lo stato di diritto non c’è piu’.TUTTI I PARENTI ASSUNTI A SVILUPPO ITALIA CALABRIAPaola Santelli sorella dell’ ex sottosegretario alla Giustizia ed attuale deputato di Forza Italia , JoleCecilia Rhodio, figlia di Guido, ex presidente democristiano della RegioneAnita Amatruda figlia di un ex giudice di LametiaNerina Pujia, figlia dell’ ex parlamentare della DC CarmeloGiorgio Pecioraro, figlio del dirigente regionale, DomenicoDaniele iOVENE, FRATELLO DEL SENATORE Nuccio ( DS, ora coordinatore regionale Sinistra Democratica )Marco Aloise, esponente di Alleanza nazionale, candidato a Paola 2003 )Carlo Caligiuri, figlio dell’ ex consigliere regionale Enzo, DsLuigi Camo, figlio dell’ ex senatore Geppino, ora presidente della SoricalCristiana Miceli, moglie di Luigi CamoGiovanna Campanaro, nipote dell’ ex deputato Annamaria Nucci, ora assessore al bilancio a Cosenza e dell’ ex assessore regionale Gianpaolo ChiappettaGianluca Julia, fratello del giudice di Acri SalvatorePietro Cicero, nipote dell’ ex segretario provinciale di An Gabriele LinidoGiuseppe Copani, figlio del giudice CarmeloAndrea Costabile, nipote dell’ ex assessore regionale ed attuale senatore UDC Gino TrematerraEmilio De Bartolo, Assessore comunale diessino di Rende, figlio dell’ ex assessore ed ex Preside di facolta’ di Economia all’ Unical, GiuseppeArmando Mascaro ed Anna Bonofiglio, figlio e nipote del dirigente regionale 2 Totolino ” MascaroGiada Fedele, moglie del vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Occhiuto ( UDC)Maria Laura Funaro, nipote dell’ ex consigliere regionale DC ErnestoStefania Iannicelli, figlia del capitano della Guardia di Finanza di CosenzaRossella Marzullo, moglie del giudice Piero SanteseSandro Mazzuca e Fausta D’ Ambrosio, marito e moglie. Mazzuca è nipote di Pino Gentile, consigliere regionale di Forza ItaliaAntonio Mingrone, nipote dell’ ex deputato G.Battista Caligiuri 8 forza Italia )Giovanna Perfetti, figlia dell’ ex consigliere regionale PasqualinoAngelo Scola, autista del senatore UDC Gino TrematerraOlga Rizza, figlia dell’ ex presidente del Consiglio RegionaleDomenicoRita Fedele, cugina del deputato di Forza Italia LuigiSabrina Romeo, nipote dell’ ex senatore dello Psdi, PaoloDaniele Senise e Alberto Sifonetti, nipote e cognato dell’ ex sindaco di CassanoRobertoDomenico Perrone, figlio dell’ ex maresciallo di CassanoFrancesca Lopez, moglie del magistrato CarpinoDonatella De Grazia, nuora dell’ ex presidente del tribunale di Lametia GarofaloMaurizio Scagliola, segnalato dal Sindaco di Reggio Calabria ScopellitiErnesto Cirino, nipote di Roberto Caruso ex deputato di AnMafalda De Simone, sorella della moglie di Antonio Mingrone nipote del deputato G Battista CaligiuriArmando D’ Elia, figlio dell’ ex sindaco di Cassano JonioDal quotidiano La provincia cosentina del 25/10/2007
Due storie parallele, due vergogne infinite. Protagonista assoluta l’ azienda di Sviluppo Italia, sponsorizzata dal ministro Bersani che l’ ha affidata ad un suo uomo, quel Domenico Arcuri, che non perde occasione per manifestare la sua fedelta’ all’ ex esponente diessino. Sviluppo Italia nazionale ha fiutato l’ affare e si è precipitata a chiedere, ottenendola, la gestione dell’ Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra Aiello. L’ accordo è stato firmato ieri ma non appare per niente foriero di nuove prospettive per i dipendenti dell’ Istituto e per la stessa sorte della struttura. Sviluppo Italia è famosa per aver scialaccquato centinaia di miliardi delle vecchie lire in operazioni che si sono rivelate fallimentari. Afffidare a questa azienda una struttura che avrebbe bisogno di una efficiente gestione manageriale significa perpetuare l’ equivoco di un carrozzone clientelare messo a disposizione negli anni passati della vecchia DC e affidato adesso al controllo degli ex diessini del Pd. L’ accordo che mette il Papa Giovanni sotto il protettorato di Sviluppo Italia pone in evidenza ancora una volta come anche i partiti della sinistra cosiddetta radicale ed i sindacati facciano parte in Calabria del club delle clientele e degli affari e partecipino alla spartizione del potere. Questa degenerazione è ancor piu’ evidente nelle vicende che riguardano l’ azienda Sviluppo Italia Calabria che deve cessare la sua attivita’ entro fine anno. SVI Calabria è balzata agli onori della cronaca nazionale quando il nostro giornale ha pubblicato un primo parziale elenco di dipendenti. Tutti assunti a tempo indeterminato per chiamata diretta de quasi tutti figli di papa’ congiunti o parenti di parlamentari, ex deputati o senatori, consiglieri regionali, dirigenti della Regione, figli o parenti di magistrati. Un’ elenco che ha fatto gridare allo scandalo l’ Italia che lotta contro i privilegi e le ingiustizie e di cui si è fatto interprete Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera in un’ articolo dal titolo esemplare di Sviluppo Parenti. Ora che Sviluppo Italia Calabria sta per chiudere i battenti, costringendo i dipendenti figli di papa’, a cercare lavoro altrove , ecco che scendono in campo i sindacati, che erano rimasti silenziosissimi quando la stessa Svi Calabria aveva mandato a casa nei mesi scorsi una decina di precari, anche loro raccomandati, ma evidentemente da personaggi meno influenti dei figli di papa’ che sono rimasti al loro posto. Isindacati vorrebbero adesso che la Regione assumesse direttamente i figli di papa’ che corrono il rishio di restare disoccupati. Su questo disegno sciagurato di cui si sono fatti portatori dirigenti sindacali, che dovrebbero arrossire per aver consentito assunzioni cosi’ scandalose dovesse andare avanti, se la magistratura dovesse continuare ad ignorare una vicenda esemplarmente indecente, vorra’ davvero dire che in Calabria, come paventa il pm Luigi De Magistris, lo stato di diritto non c’è piu’.TUTTI I PARENTI ASSUNTI A SVILUPPO ITALIA CALABRIAPaola Santelli sorella dell’ ex sottosegretario alla Giustizia ed attuale deputato di Forza Italia , JoleCecilia Rhodio, figlia di Guido, ex presidente democristiano della RegioneAnita Amatruda figlia di un ex giudice di LametiaNerina Pujia, figlia dell’ ex parlamentare della DC CarmeloGiorgio Pecioraro, figlio del dirigente regionale, DomenicoDaniele iOVENE, FRATELLO DEL SENATORE Nuccio ( DS, ora coordinatore regionale Sinistra Democratica )Marco Aloise, esponente di Alleanza nazionale, candidato a Paola 2003 )Carlo Caligiuri, figlio dell’ ex consigliere regionale Enzo, DsLuigi Camo, figlio dell’ ex senatore Geppino, ora presidente della SoricalCristiana Miceli, moglie di Luigi CamoGiovanna Campanaro, nipote dell’ ex deputato Annamaria Nucci, ora assessore al bilancio a Cosenza e dell’ ex assessore regionale Gianpaolo ChiappettaGianluca Julia, fratello del giudice di Acri SalvatorePietro Cicero, nipote dell’ ex segretario provinciale di An Gabriele LinidoGiuseppe Copani, figlio del giudice CarmeloAndrea Costabile, nipote dell’ ex assessore regionale ed attuale senatore UDC Gino TrematerraEmilio De Bartolo, Assessore comunale diessino di Rende, figlio dell’ ex assessore ed ex Preside di facolta’ di Economia all’ Unical, GiuseppeArmando Mascaro ed Anna Bonofiglio, figlio e nipote del dirigente regionale 2 Totolino ” MascaroGiada Fedele, moglie del vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Occhiuto ( UDC)Maria Laura Funaro, nipote dell’ ex consigliere regionale DC ErnestoStefania Iannicelli, figlia del capitano della Guardia di Finanza di CosenzaRossella Marzullo, moglie del giudice Piero SanteseSandro Mazzuca e Fausta D’ Ambrosio, marito e moglie. Mazzuca è nipote di Pino Gentile, consigliere regionale di Forza ItaliaAntonio Mingrone, nipote dell’ ex deputato G.Battista Caligiuri 8 forza Italia )Giovanna Perfetti, figlia dell’ ex consigliere regionale PasqualinoAngelo Scola, autista del senatore UDC Gino TrematerraOlga Rizza, figlia dell’ ex presidente del Consiglio RegionaleDomenicoRita Fedele, cugina del deputato di Forza Italia LuigiSabrina Romeo, nipote dell’ ex senatore dello Psdi, PaoloDaniele Senise e Alberto Sifonetti, nipote e cognato dell’ ex sindaco di CassanoRobertoDomenico Perrone, figlio dell’ ex maresciallo di CassanoFrancesca Lopez, moglie del magistrato CarpinoDonatella De Grazia, nuora dell’ ex presidente del tribunale di Lametia GarofaloMaurizio Scagliola, segnalato dal Sindaco di Reggio Calabria ScopellitiErnesto Cirino, nipote di Roberto Caruso ex deputato di AnMafalda De Simone, sorella della moglie di Antonio Mingrone nipote del deputato G Battista CaligiuriArmando D’ Elia, figlio dell’ ex sindaco di Cassano JonioDal quotidiano La provincia cosentina del 25/10/2007
Un bell'articolo su Debord (il vero) , pubblicato su Liberazione.
• LE "OEUVRES" DI GUY DEBORDdi MARIO PEZZELLA
Nel pensiero di Guy Debord (di cui escono ora in Francia le Oeuvres, quasi duemila pagine, presso Gallimard), la "societa' dello spettacolo" non e' solo il mondo dello star-system o della televisione, ma l'intero modo di produzione capitalistico nella sua fase attuale. La societa' dello spettacolo - l'opera maggiore di Debord - sviluppa in modo originale la riflessione sul feticismo delle merci, compiuta da Marx.Per trasformarsi in danaro la merce deve rivestirsi di un corpo illusorio e seducente, deve rendersi visibile e appetibile come immagine. Nella moda, nella pubblicita', in ogni esposizione della merce, il desiderio del consumatore e' sollecitato da immagini incorporee che penetrano nella profondita' istintuale della sua vita. Sempre meno conta il valore d'uso o la qualita' specifica della merce prodotta. La merce viene venduta solo se e' in primo luogo immagine, capace di destare fantasmi, sogni, mitologie. La legge fondamentale della societa' dello spettacolo si potrebbe formulare in questo modo: quanto piu' l'esperienza deperisce e si degrada sul piano reale, tanto piu' la sua messa in scena spettacolare ne offre un surrogato seducente e potente. Ed anche: quanto piu' un fenomeno e' minaccioso per il potere esistente, tanto piu' viene rappresentato come effimero, contingente, gia' noto. Ovunque sia possibile, occorre mostrare un universo continuo, senza strappi, lacerazioni, fessure.Piu' la qualita' reale deperisce, piu' si incrementa lo splendore apparente della sua immagine, che cosi' nasconde la nullificazione effettiva dell'esperienza. La birra ha perso il suo sapore, diceva Debord, e il sapore e' in effetti la qualita' distintiva della birra; esso non c'e' piu', ma tanto piu' biondo e' il suo colore nell'immagine pubblicitaria, tanto piu' ribollente la schiuma sulle labbra, tanto piu' attraente il mare azzurro dello sfondo. Se non c'e' piu' il sapore, tanto piu' forte e' il ricordo o l'evocazione del sapore, che progressivamente sostituisce la percezione reale. La forma di merce simula l'intensita' corporea, e rende irrilevante e superflua l'esperienza effettiva della sua qualita'. La societa' dello spettacolo pratica un'inversione del vivo nel morto, in ogni ambito della vita.Essa non si limita a ribadire l'esistente e a ripeterlo in modo coattivo e incessante, come l'industria culturale nella concezione di Adorno; ma condiziona il modo stesso di percepire se stessi e il mondo. Come in Foucault, il potere non ha natura semplicemente repressiva, non si limita a confermare l'esistente, ma produce un ordine e un linguaggio, entro cui si esplica poi ogni vita possibile.I fantasmi della merce occludono il vuoto affiorante nella vita, il suo smarrimento di fronte alla perdita di relazioni corporee, sessuate, emotive, e lo rendono tollerabile. Si delinea cosi' una forma di immaginario che (a differenza di quello descritto da Sartre) non progetta di trascendere l'esistente, ma di rovesciarlo specularmente: "La' dove il mondo reale si cambia in semplici immagini, le semplici immagini divengono degli esseri reali, e le motivazioni efficienti di un comportamento ipnotico" (Debord). Non basta dire che esse confermano cio' che esiste: in realta' lo sostituiscono, accompagnando il suo processo di sparizione. Lo spettacolo non e' una "sovrastruttura" - nel tradizionale linguaggio marxista - e neanche una "simulazione" (Baudrillard). Esso e' allo stesso tempo una forma dell'immaginario, una tecnica di produzione, un motore della circolazione del capitale, e queste cose indissolubilmente insieme.*Nella sua opera maggiore, Debord aveva distinto una societa' spettacolare diffusa, segnata dal dominio della merce, e una societa' spettacolare concentrata, ove invece prevalgono le forme del dominio totalitario (il fascismo e lo stalinismo). Nei successivi Commentari alla societa' dello spettacolo introduce una terza forma, lo spettacolare integrato, che ha un particolare interesse nel momento politico attuale. Essa realizza un connubio delle due forme precedentemente indagate, e introduce elementi autoritari nella societa' "democratica" delle merci.Lo spettacolare "diffuso" viene "integrato" da centri decisionali ufficiosi, e la loro attivita' in ombra costituisce ora lo sfondo della celebrazione pubblica dello spettacolo. Associazioni parallele e servizi piu' o meno segreti si dispongono accanto alle istituzioni, alle leggi e agli ordini professionali visibili. L'apparato giuridico e istituzionale resta apparentemente intatto: ma le decisioni reali provengono dai poteri paralleli.Non si tratta solo di interventi clamorosi e violenti orchestrati da servizi "deviati", ma anche di misure che riguardano l'ordinaria quotidianita'. I concorsi pubblici sono sostituiti da riunioni preliminari segrete; la liberta' di stampa viene controllata prima di ogni censura da comitati editoriali, che scelgono i giornalisti affidabili; i reati finanziari sono di fatto depenalizzati, anche se le leggi che dovrebbero punirli restano ufficilmente in vigore. Si realizza cosi' una divergenza sistematica tra la regola pubblicamente ammessa e il centro decisionale occulto: cinismo e ipocrisia oggettiva divengono comportamenti sociali indispensabili per orientarsi in questa sorta di doppio comando sociale permanente.Nei Commentari, Debord indica la P2 italiana e le sue diramazioni come il prototipo sperimentale di un simile sistema di comando. Chi resta legato ingenuamente all'apparenza pubblica dello spettacolo (e per esempio si oppone a una decisione di fatto in nome di una norma del diritto) viene piegato, comprato, intimidito e - nei casi estremi e piu' gravi - eliminato.La mafia diviene - secondo Debord - un modello attuale di funzionamento associativo segreto: non dunque una sopravvivenza arcaica, ma un potere a pieno titolo esistente entro lo "spettacolare integrato". La mafia scorre - per cosi' dire - accanto al simulacro del potere pubblico, lasciandolo il piu' possibile intatto, colpendo le persone che volessero farlo funzionare oltre un livello semplicemente formale. Il suo modello e' seguito dai centri decisionali che ormai si affiancano ai poteri formali dello stato: "La mafia trova dappertutto le condizioni migliori sul terreno della societa' moderna" (Debord).I poteri paralleli e i servizi segreti proliferano comunque in una molteplicita' caotica, producendo eventi altrimenti inspiegabili (aerei che scoppiano misteriosamente in volo, incidenti ripetuti e sincronici, faide di cui non si sospetta l'origine): dopo tutto, essi non procedono secondo un piano unificato e omogeneo. Svalutato da codici "ufficiosi", il diritto pubblico agisce come una semplice messa in scena. "Nello spettacolare integrato le leggi dormono".Prevale cosi' la cooptazione e l'affiliazione diretta entro gli organismi paralleli, e cioe' un sistema di dipendenza personale, non dichiarato pubblicamente, che ha le sue regole e i suoi codici non scritti: la cui semplice conoscenza e' gia' un segno di familiarita' e di possibile accettazione entro le elites del potere. Queste regole - a loro modo inflessibili - segnano il tramonto della "legge scritta" e impongono "ovunque la formazione di nuovi legami personali di dipendenza e di protezione".*Contro il dominio dello spettacolo, Debord ha sperimentato forme critiche di linguaggio e di azione politica, sia scritto che cinematografico, di cui il volume offre un'ampia documentazione: il detournément, la "situazione costruita", la rivalutazione dell'esperienza politica consiliarista. Le situazioni costruite non erano banali happening. Esse avrebbero dovuto modificare consapevolmente l'esperienza dello spazio e del tempo, liberandoli dalla reificazione: "E' facile vedere a quale punto e' legato all'alienazione del vecchio mondo il principio stesso di spettacolo: il non intervento. Si vede, al contrario, come le piu' valide ricerche rivoluzionarie nella cultura hanno cercato di spezzare l'identificazione psicologica dello spettatore con l'eroe, per trascinare questo spettatore all'attivita'... La situazione e' cosi' fatta per essere vissuta dai suoi costruttori". Con un procedimento specularmente rovesciato rispetto a quello dell'alienazione spettacolare, gli oggetti, gli ambienti, i ritmi temporali, dovevano sciogliersi e risolversi in relazioni tra uomini.La situazione costruita e' destinata ad accogliere un evento che favorisca l'attivita' condivisa dei partecipanti. Possono essere situazioni teatrali, architettoniche, estetiche in senso lato; ma anche direttamente politiche, come le occupazioni durante il maggio 1968. Nella durata dell'evento, il tempo cronologico e' sospeso, a favore di un tempo vissuto e intensivo, che lega gli attori all'esperienza comune; questa sospensione - secondo i situazionisti - era una prefigurazione della sospensione rivoluzionaria del tempo storico.La teoria situazionista del linguaggio ruota intorno al concetto, difficilmente traducibile, di detournement. Il detournément e' qualcosa di piu' di una citazione: e' lo "spiazzamento" di un frammento della tradizione culturale, la sua "estrazione" dalla storia dei vincitori. Il detournément scompone in frammenti l'opera originaria, dissolve la sua totalita', la riduce a rovina: e' la rivelazione del perturbante nel familiare, della storia critica in quella monumentale, del possibile in cio' che era considerato necessario. In tal senso e' una riappropriazione critica della storia e del linguaggio. Se la citazione ancora rispetta - almeno in apparenza - il testo d'origine, il detournement ne disloca e ritocca gli elementi interni. Esso puo' perfino invertire il senso dell'originale, rivelando in esso un significato latente o dimenticato: e' un atto di rapina rivoluzionaria nel deposito della tradizione. Forse uno dei piu' celebri detournéments di Debord e' quello ricavato da un celebre passo di Hegel, a indicare lo statuto complessivo della societa' spettacolare: "Il vero e' un momento del falso".
Guy Debord, nato a Parigi nel 1931, tra i fondatori dell'Internazionale Situazionista, si e' tolto la vita nel 1994. Opere di Guy Debord: Oeuvres, Gallimard, Paris 2006; in traduzione italiana segnaliamo almeno La societa' dello spettacolo, la sua opera fondamentale del 1967, che e' stata pubblicata in italiano piu' volte e da diversi editori (tra le altre, vi e' una edizione senza indicazione tipografica, 1974), tra le edizioni recenti la piu' economica a nostra conoscenza e' quella di Stampa alternativa, Roma 1995; Opere cinematografiche complete, Arcana, Roma 1980 (uno dei testi qui inclusi, In girum imus nocte et consumimur igni, e' stato ripubblicato anche, in altra traduzione, da Mondadori, Milano 1998). Ovviamente si vedano anche i testi di Debord in Internazionale situazionista 1958-'69, Nautilus, Torino 1994. Opere su Guy Debord, altri materiali situazionisti e sul situazionismo: Anselm Jappe, Debord, Tracce, Pescara 1993; fondamentale e' Internazionale situazionista 1958-'69, Nautilus, Torino 1994; cfr. anche l'antologia di testi situazionisti a cura di Pasquale Stanziale , Situazionismo, Massari Editore, Bolsena 1998; cfr. anche Rene' Vienet, Arrabbiati e situazionisti nel movimento delle occupazioni, La Pietra, Milano 1978.
[da "Liberazione" del 6 giugno 2006]
Nel pensiero di Guy Debord (di cui escono ora in Francia le Oeuvres, quasi duemila pagine, presso Gallimard), la "societa' dello spettacolo" non e' solo il mondo dello star-system o della televisione, ma l'intero modo di produzione capitalistico nella sua fase attuale. La societa' dello spettacolo - l'opera maggiore di Debord - sviluppa in modo originale la riflessione sul feticismo delle merci, compiuta da Marx.Per trasformarsi in danaro la merce deve rivestirsi di un corpo illusorio e seducente, deve rendersi visibile e appetibile come immagine. Nella moda, nella pubblicita', in ogni esposizione della merce, il desiderio del consumatore e' sollecitato da immagini incorporee che penetrano nella profondita' istintuale della sua vita. Sempre meno conta il valore d'uso o la qualita' specifica della merce prodotta. La merce viene venduta solo se e' in primo luogo immagine, capace di destare fantasmi, sogni, mitologie. La legge fondamentale della societa' dello spettacolo si potrebbe formulare in questo modo: quanto piu' l'esperienza deperisce e si degrada sul piano reale, tanto piu' la sua messa in scena spettacolare ne offre un surrogato seducente e potente. Ed anche: quanto piu' un fenomeno e' minaccioso per il potere esistente, tanto piu' viene rappresentato come effimero, contingente, gia' noto. Ovunque sia possibile, occorre mostrare un universo continuo, senza strappi, lacerazioni, fessure.Piu' la qualita' reale deperisce, piu' si incrementa lo splendore apparente della sua immagine, che cosi' nasconde la nullificazione effettiva dell'esperienza. La birra ha perso il suo sapore, diceva Debord, e il sapore e' in effetti la qualita' distintiva della birra; esso non c'e' piu', ma tanto piu' biondo e' il suo colore nell'immagine pubblicitaria, tanto piu' ribollente la schiuma sulle labbra, tanto piu' attraente il mare azzurro dello sfondo. Se non c'e' piu' il sapore, tanto piu' forte e' il ricordo o l'evocazione del sapore, che progressivamente sostituisce la percezione reale. La forma di merce simula l'intensita' corporea, e rende irrilevante e superflua l'esperienza effettiva della sua qualita'. La societa' dello spettacolo pratica un'inversione del vivo nel morto, in ogni ambito della vita.Essa non si limita a ribadire l'esistente e a ripeterlo in modo coattivo e incessante, come l'industria culturale nella concezione di Adorno; ma condiziona il modo stesso di percepire se stessi e il mondo. Come in Foucault, il potere non ha natura semplicemente repressiva, non si limita a confermare l'esistente, ma produce un ordine e un linguaggio, entro cui si esplica poi ogni vita possibile.I fantasmi della merce occludono il vuoto affiorante nella vita, il suo smarrimento di fronte alla perdita di relazioni corporee, sessuate, emotive, e lo rendono tollerabile. Si delinea cosi' una forma di immaginario che (a differenza di quello descritto da Sartre) non progetta di trascendere l'esistente, ma di rovesciarlo specularmente: "La' dove il mondo reale si cambia in semplici immagini, le semplici immagini divengono degli esseri reali, e le motivazioni efficienti di un comportamento ipnotico" (Debord). Non basta dire che esse confermano cio' che esiste: in realta' lo sostituiscono, accompagnando il suo processo di sparizione. Lo spettacolo non e' una "sovrastruttura" - nel tradizionale linguaggio marxista - e neanche una "simulazione" (Baudrillard). Esso e' allo stesso tempo una forma dell'immaginario, una tecnica di produzione, un motore della circolazione del capitale, e queste cose indissolubilmente insieme.*Nella sua opera maggiore, Debord aveva distinto una societa' spettacolare diffusa, segnata dal dominio della merce, e una societa' spettacolare concentrata, ove invece prevalgono le forme del dominio totalitario (il fascismo e lo stalinismo). Nei successivi Commentari alla societa' dello spettacolo introduce una terza forma, lo spettacolare integrato, che ha un particolare interesse nel momento politico attuale. Essa realizza un connubio delle due forme precedentemente indagate, e introduce elementi autoritari nella societa' "democratica" delle merci.Lo spettacolare "diffuso" viene "integrato" da centri decisionali ufficiosi, e la loro attivita' in ombra costituisce ora lo sfondo della celebrazione pubblica dello spettacolo. Associazioni parallele e servizi piu' o meno segreti si dispongono accanto alle istituzioni, alle leggi e agli ordini professionali visibili. L'apparato giuridico e istituzionale resta apparentemente intatto: ma le decisioni reali provengono dai poteri paralleli.Non si tratta solo di interventi clamorosi e violenti orchestrati da servizi "deviati", ma anche di misure che riguardano l'ordinaria quotidianita'. I concorsi pubblici sono sostituiti da riunioni preliminari segrete; la liberta' di stampa viene controllata prima di ogni censura da comitati editoriali, che scelgono i giornalisti affidabili; i reati finanziari sono di fatto depenalizzati, anche se le leggi che dovrebbero punirli restano ufficilmente in vigore. Si realizza cosi' una divergenza sistematica tra la regola pubblicamente ammessa e il centro decisionale occulto: cinismo e ipocrisia oggettiva divengono comportamenti sociali indispensabili per orientarsi in questa sorta di doppio comando sociale permanente.Nei Commentari, Debord indica la P2 italiana e le sue diramazioni come il prototipo sperimentale di un simile sistema di comando. Chi resta legato ingenuamente all'apparenza pubblica dello spettacolo (e per esempio si oppone a una decisione di fatto in nome di una norma del diritto) viene piegato, comprato, intimidito e - nei casi estremi e piu' gravi - eliminato.La mafia diviene - secondo Debord - un modello attuale di funzionamento associativo segreto: non dunque una sopravvivenza arcaica, ma un potere a pieno titolo esistente entro lo "spettacolare integrato". La mafia scorre - per cosi' dire - accanto al simulacro del potere pubblico, lasciandolo il piu' possibile intatto, colpendo le persone che volessero farlo funzionare oltre un livello semplicemente formale. Il suo modello e' seguito dai centri decisionali che ormai si affiancano ai poteri formali dello stato: "La mafia trova dappertutto le condizioni migliori sul terreno della societa' moderna" (Debord).I poteri paralleli e i servizi segreti proliferano comunque in una molteplicita' caotica, producendo eventi altrimenti inspiegabili (aerei che scoppiano misteriosamente in volo, incidenti ripetuti e sincronici, faide di cui non si sospetta l'origine): dopo tutto, essi non procedono secondo un piano unificato e omogeneo. Svalutato da codici "ufficiosi", il diritto pubblico agisce come una semplice messa in scena. "Nello spettacolare integrato le leggi dormono".Prevale cosi' la cooptazione e l'affiliazione diretta entro gli organismi paralleli, e cioe' un sistema di dipendenza personale, non dichiarato pubblicamente, che ha le sue regole e i suoi codici non scritti: la cui semplice conoscenza e' gia' un segno di familiarita' e di possibile accettazione entro le elites del potere. Queste regole - a loro modo inflessibili - segnano il tramonto della "legge scritta" e impongono "ovunque la formazione di nuovi legami personali di dipendenza e di protezione".*Contro il dominio dello spettacolo, Debord ha sperimentato forme critiche di linguaggio e di azione politica, sia scritto che cinematografico, di cui il volume offre un'ampia documentazione: il detournément, la "situazione costruita", la rivalutazione dell'esperienza politica consiliarista. Le situazioni costruite non erano banali happening. Esse avrebbero dovuto modificare consapevolmente l'esperienza dello spazio e del tempo, liberandoli dalla reificazione: "E' facile vedere a quale punto e' legato all'alienazione del vecchio mondo il principio stesso di spettacolo: il non intervento. Si vede, al contrario, come le piu' valide ricerche rivoluzionarie nella cultura hanno cercato di spezzare l'identificazione psicologica dello spettatore con l'eroe, per trascinare questo spettatore all'attivita'... La situazione e' cosi' fatta per essere vissuta dai suoi costruttori". Con un procedimento specularmente rovesciato rispetto a quello dell'alienazione spettacolare, gli oggetti, gli ambienti, i ritmi temporali, dovevano sciogliersi e risolversi in relazioni tra uomini.La situazione costruita e' destinata ad accogliere un evento che favorisca l'attivita' condivisa dei partecipanti. Possono essere situazioni teatrali, architettoniche, estetiche in senso lato; ma anche direttamente politiche, come le occupazioni durante il maggio 1968. Nella durata dell'evento, il tempo cronologico e' sospeso, a favore di un tempo vissuto e intensivo, che lega gli attori all'esperienza comune; questa sospensione - secondo i situazionisti - era una prefigurazione della sospensione rivoluzionaria del tempo storico.La teoria situazionista del linguaggio ruota intorno al concetto, difficilmente traducibile, di detournement. Il detournément e' qualcosa di piu' di una citazione: e' lo "spiazzamento" di un frammento della tradizione culturale, la sua "estrazione" dalla storia dei vincitori. Il detournément scompone in frammenti l'opera originaria, dissolve la sua totalita', la riduce a rovina: e' la rivelazione del perturbante nel familiare, della storia critica in quella monumentale, del possibile in cio' che era considerato necessario. In tal senso e' una riappropriazione critica della storia e del linguaggio. Se la citazione ancora rispetta - almeno in apparenza - il testo d'origine, il detournement ne disloca e ritocca gli elementi interni. Esso puo' perfino invertire il senso dell'originale, rivelando in esso un significato latente o dimenticato: e' un atto di rapina rivoluzionaria nel deposito della tradizione. Forse uno dei piu' celebri detournéments di Debord e' quello ricavato da un celebre passo di Hegel, a indicare lo statuto complessivo della societa' spettacolare: "Il vero e' un momento del falso".
Guy Debord, nato a Parigi nel 1931, tra i fondatori dell'Internazionale Situazionista, si e' tolto la vita nel 1994. Opere di Guy Debord: Oeuvres, Gallimard, Paris 2006; in traduzione italiana segnaliamo almeno La societa' dello spettacolo, la sua opera fondamentale del 1967, che e' stata pubblicata in italiano piu' volte e da diversi editori (tra le altre, vi e' una edizione senza indicazione tipografica, 1974), tra le edizioni recenti la piu' economica a nostra conoscenza e' quella di Stampa alternativa, Roma 1995; Opere cinematografiche complete, Arcana, Roma 1980 (uno dei testi qui inclusi, In girum imus nocte et consumimur igni, e' stato ripubblicato anche, in altra traduzione, da Mondadori, Milano 1998). Ovviamente si vedano anche i testi di Debord in Internazionale situazionista 1958-'69, Nautilus, Torino 1994. Opere su Guy Debord, altri materiali situazionisti e sul situazionismo: Anselm Jappe, Debord, Tracce, Pescara 1993; fondamentale e' Internazionale situazionista 1958-'69, Nautilus, Torino 1994; cfr. anche l'antologia di testi situazionisti a cura di Pasquale Stanziale , Situazionismo, Massari Editore, Bolsena 1998; cfr. anche Rene' Vienet, Arrabbiati e situazionisti nel movimento delle occupazioni, La Pietra, Milano 1978.
[da "Liberazione" del 6 giugno 2006]
Friday, October 26, 2007
petizione contro il coglione che in una mostra "d'arte" ha fatto morire di fame un cane legato .
http://www.petitiononline.com/13031953/petition.html Firmate la petizione contro la partecipazione alla mostra nazionale in Honduras nel 2008 di un "artista" sadico che ha esposto un cane legato lasciandolo morire di inedia (info in italiano : http://cotidievivere.blog.tiscali.it/Cucciolo_immolato_in_nome_dell_arte_1813799.shtml ).
Thursday, October 25, 2007
il centrodestra fino al collo nella vicenda De Magistris
Dall'inchiesta di Catanzaro è venuto fuori un unisverso putrscente di affari loschi, relazioni allegre tra politici,affaristi, logge segrete, esponenti di peso della compagnia delle opere,il braccio affaristico di Comunione eLiberazione. E' venuto fuori un intreccio mostruoso tra tanti soggetti che ,fondamentalmente ,facevano affaracci e soldi,nei modi che stanno trapelando dalle carte dell'indagine, soggetti che ,a quanto mi è parso , sono in grossa parte personaggi dell'area del centrodestra, politici locali di Forza ITalia e ,appunto, questo personaggio antipaticissimo della compagnia delle opere ,incaricato - come dicono - per la zona sud ,cioè un vassallo del millenario potere cattolico affaristico che costituisce, insieme ad altre, una delle cause della nostra miserabile situazione policita,civile,economica,etica.Il centrosinistra deve ,anche se mentre affonda, mettere in piazza i nomi di tutti questi personaggi, non del solo Mastellone ceppalonico, invece come sempre si dimostra ingenua, cadendo nella trappola della divulgazione -a mio parere organizzata e non certo da De MAgistris, che aveva da tempo diverbi in procura con soggetti che temeva potessero avvisare all'esterno delle sue indagini, segno che l'attacco a De Magistris è iniziato prima dell'affare Mastella, è iniziato quando ha messo gli occhi sulla cancerosa situazione venuta fuori e che i media poco spiegano, a parte la commedia tra Mastella e Di Pietro. De Magistris stava toccando poteri fortissimi a livello locale e influenti a livello nazionale -vista la mole di voti che,comunque, gli affari,i soldi, le conventicole estese, riescono a convogliare- e in quest'italia distratta, chiassosa e inconcludente, intrallazzona, incivile, familista e nepotista, terra di evasori e di politici di partiti cattolici "conservatori" che vanno a puttane e si fanno di cocaina, terra di analfabetismo diffuso e creduloneria ,ciarlatani,slogan televisivi per massaie che non leggono un quotidiano, puttanelle che spompinano i portavoce di partiti per arrivare alla televisione, terra di donnine che si vendono ai bancari per il posticino nel cazzo di banca sulla cui efficienza ci ridono addosso dal mondo, terra di assunzione medievali e di caste professionali intoccabili ,arretrate. In questa italia chiunque tocchi il potere,i poteri e il loro intrico ,le loro orge, rischia oltre che di perdere le indagini ,anche la vita.
E il centrodestra non può che essere allegro per come stanno andando le cose, perchè la vicenda si è rivelata un meccanismo perfetto, senza scorie inutili, almeno per come la sta gestendo il centrosinistra. I giornali Berlusconiani hanno pubblicato le "indiscrezioni" l'indagine, e queste sarebbe stato De Magistris a farle trapelare, quando nell'indagine erano coinvolti diversi esponenti di Forza Italia e La compagnia delle Opere, facile fonte di consenso per la pacchiana pseudopolitica della nostra destra da balera ,creatrice della peggiore legge elettorale del mondo occidentale, la Porcata di Calderoli, che inevitabilmente sta mettendo in crisi ,con i numeri, un centrosinistra già articolato e storicamente dialettico,che in più vede la presenza di portatori di voti come il Cappalonico Mastella e altri personaggi non da meno , anche se ,certo, Mastella oggi è sotto i riflettori per la mostruosa sproporzione tra i voti che ha preso alle elezioni il suo partito ed il peso politico che ha in parlamento ,ed è sotto i riflettori perchè il popolo della sinistra è stufo del tergiversare ,dei freni ,delle paure, del governo nel metter mano a riforme come quella della Televisione , o nel aggiustare i danni fatti da leggi schifosissime come le varie leggi sulla giustizia che seguivano l'andamento delle vicende giudiziarie di Berlusconi e del suo collaboratore Avvocato Previti. Ma questo quasi non lo ricorda più nessuno, dopo pochi mesi. L'italia non ha memoria politica, non ha vera informazione ma solo TG infarciti di proclami di portavoce messi in fila in base alla forza politica o ,come faceva Mimum , a panino, per far replicare le forze di governo dell'allora centrodestra e fargli dire così l'ultima parola (secondo lo schema : partiti di maggioranza - opposizione - governo ) . E poi ci si meraviglia se chiunque abbia un po' di visibilità mediatica ,come Bappe Grillo, spopoli non appena usi la sua ,indubitabile, bravura retorica, per svergognare chi merita di essere svergognato ,deriso, messo davanti all'opinione pubblica, anche se distratta e menfreghista come quella italiana,lobotomizzata da un duopoliio televisivo che non dà speranza a chi voglia cambiare l'aria dell'informazione popolare italiana,che è poi quella che porta i voti.
Resistere.Resistere.Resistere!Debord-25 ottobre 2007
E il centrodestra non può che essere allegro per come stanno andando le cose, perchè la vicenda si è rivelata un meccanismo perfetto, senza scorie inutili, almeno per come la sta gestendo il centrosinistra. I giornali Berlusconiani hanno pubblicato le "indiscrezioni" l'indagine, e queste sarebbe stato De Magistris a farle trapelare, quando nell'indagine erano coinvolti diversi esponenti di Forza Italia e La compagnia delle Opere, facile fonte di consenso per la pacchiana pseudopolitica della nostra destra da balera ,creatrice della peggiore legge elettorale del mondo occidentale, la Porcata di Calderoli, che inevitabilmente sta mettendo in crisi ,con i numeri, un centrosinistra già articolato e storicamente dialettico,che in più vede la presenza di portatori di voti come il Cappalonico Mastella e altri personaggi non da meno , anche se ,certo, Mastella oggi è sotto i riflettori per la mostruosa sproporzione tra i voti che ha preso alle elezioni il suo partito ed il peso politico che ha in parlamento ,ed è sotto i riflettori perchè il popolo della sinistra è stufo del tergiversare ,dei freni ,delle paure, del governo nel metter mano a riforme come quella della Televisione , o nel aggiustare i danni fatti da leggi schifosissime come le varie leggi sulla giustizia che seguivano l'andamento delle vicende giudiziarie di Berlusconi e del suo collaboratore Avvocato Previti. Ma questo quasi non lo ricorda più nessuno, dopo pochi mesi. L'italia non ha memoria politica, non ha vera informazione ma solo TG infarciti di proclami di portavoce messi in fila in base alla forza politica o ,come faceva Mimum , a panino, per far replicare le forze di governo dell'allora centrodestra e fargli dire così l'ultima parola (secondo lo schema : partiti di maggioranza - opposizione - governo ) . E poi ci si meraviglia se chiunque abbia un po' di visibilità mediatica ,come Bappe Grillo, spopoli non appena usi la sua ,indubitabile, bravura retorica, per svergognare chi merita di essere svergognato ,deriso, messo davanti all'opinione pubblica, anche se distratta e menfreghista come quella italiana,lobotomizzata da un duopoliio televisivo che non dà speranza a chi voglia cambiare l'aria dell'informazione popolare italiana,che è poi quella che porta i voti.
Resistere.Resistere.Resistere!Debord-25 ottobre 2007
Affaire De Magistris, Lettera del fratello di Borsellino
daL bLOG http://www.beppegrillo.it/
De Magistris ha messo d'accordo centro destra e centro sinistra, con l'eccezione di Di Pietro. Tutti insieme appassionatamente per salvarsi il c..o. Il centro destra ritrova in Mastella il suo Dna. Cicchitto e Casini lo adorano. E' la futura Brambilla del Sud di Berlusconi. Il centro sinistra invece tace. Prodi e Veltroni fanno il gioco del silenzio. La vecchia tattica democristiana del tirare a campare per non tirare le cuoia. Il ministro della Giustizia indagato, il ministro degli Esteri indagato, il Presidente del Consiglio indagato. Al prossimo Consiglio dei Ministri faranno una retata.Il fratello di Borsellino mi ha scritto una lettera da far gelare il sangue."La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito.Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato." Salvatore Borsellino
De Magistris ha messo d'accordo centro destra e centro sinistra, con l'eccezione di Di Pietro. Tutti insieme appassionatamente per salvarsi il c..o. Il centro destra ritrova in Mastella il suo Dna. Cicchitto e Casini lo adorano. E' la futura Brambilla del Sud di Berlusconi. Il centro sinistra invece tace. Prodi e Veltroni fanno il gioco del silenzio. La vecchia tattica democristiana del tirare a campare per non tirare le cuoia. Il ministro della Giustizia indagato, il ministro degli Esteri indagato, il Presidente del Consiglio indagato. Al prossimo Consiglio dei Ministri faranno una retata.Il fratello di Borsellino mi ha scritto una lettera da far gelare il sangue."La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito.Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato." Salvatore Borsellino
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