Banche armate alla Guerra. Il Gruppo Carlyle
simone falanca - Geopolitica 14.06.2002
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Un bravo giornalista deve sempre chiedersi: a chi giova? Supponete che i profitti di un appalto dellesercito finiscano sui conti di un ex presidente degli Stati Uniti e quindi al figlio suo erede.
Il Carlyle Group
Un bravo giornalista dovrebbe sempre chiederesi, a chi giova? “in caso di guerra le risposte a questo interrogativo diventano estremamente importanti. Supponete per esempio che i profitti tratti da un appalto dell’esercito finiscano sui conti di un ex presidente degli Stati Uniti (e quindi al figlio, suo futuro erede e presidente in carica). Supponete inoltre che questi introiti aumentino smisuratamente con un escalation della guerra in corso. I mezzi di comunicazione non avrebbero il dovere etico (se non morale e legale) di approffondire le indagini in questa direzione?
Pochi conoscono la storia di uno dei più grossi colossi multinazionali militari e industriali del pianeta, il Carlyle Group, società che fattura più di 25 mila miliardi all’anno. Pochi sanno che questa multinazionale è diretta e rappresentata nel mondo da molti personaggi provenienti dai quadri alti delle amministrazioni di Bush e Reagan, e da altri leader conservatori internazionali.
L’ex segretario della difesa di Reagan Frank Carlucci è infatti il presidente e manager director della Carlyle (oltretutto Carlucci è stato compagno di stanza del college dell’attuale segretario della difesa Donald Rumsfeld).
Altri partner “celebri” di questo colosso economico sono un ex segretario di stato come James Baker III che ora fa il consulente senior, Richard Darman, ex direttore dell’Office management and Budget sotto la presidenza di Bush senior, George Soros (spietato finanziere di Wall Street), Fred Malek (manager della compagnia di George W Bush, che fu costretto alle dimissioni quando si scoprì che schedava le persone di origine ebraica per conto di Nixon), John Major (ex premier conservatore inglese). Persino Colin Powell prima di diventare segretario di stato ne è stato un dipendente part-time.
In realtà tanti altri personaggi della finanza mondiale fanno parte più o meno segretamente della Carlyle , ma la società stessa è sempre stata attenta a non far mai trapelare informazioni riguardo i suoi partner o gli investimenti, neanche alla SEC (la società di controllo finanziario che scandaglia ogni spostamento di capitale o di valuta, una sorta di Consob nostrana).
Sappiamo che il Carlyle Group nasce nel 1987 grazie all’esperienza di molti manager di successo (Rowe, Mathias, Rubenstein, Norris, D’Aniello) e all’enorme quantità di capitale investito dalla Rowe Price Associates, Brown&Sons e Pittsburgh’s Mellon.
Il gruppo venne chiamato “Carlyle” dal nome dell’hotel di New York in cui venne firmato l’accordo tra i membri fondatori, anche se la società decise subito di trasferire i suoi uffici della dirigenza a Washington, lontani dalle società di investimento newyorchesi, anche questo un fatto insolito. Il gruppo nei primi anni ha investito in una serie di operazioni eterogenee senza un particolare piano di investimento. Praticamente tutto si basava sulla capacità di Norris e D’Aniello (ex manager della Marriot Corporation) nel reperire capitali e investimenti nel mercato delle compagnie di servizi di ristorazione. Nel 1989 Franck Carlucci, uomo che vantava amicizie importanti un po’ dappertutto, entra nel Gruppo e ben presto la Carlyle inizia ad allacciare contatti di alto profilo anche in altri settori economici pìù redditizi. per esempio in quello stesso anno acquisisce la parte commerciale della Coldwell Banker (rivenduta nel 1996), la Caterair International, e l’appalto del servizio ristorazione della linea aerea Marriott.
Carlucci fu un personaggio chiave nel reindirizzare le strategie commerciali del Gruppo verso il mercato dell’industria pesante. Tra i suoi obiettivi c’erano la Harsco Corp. (acquisita nel 1990), la BDM international (1981), e le unità missilistiche e aeree della LTV Corp.
La Carlyle rapidamente grazie ai suoi prezzi vantaggiosi e soprattutto grazie alle sue disinvolte amicizie riuscì presto ad attrarre i capitali delle elite dell’industria militare, tra i quali la Boeing e la Lockheed. Pìù la società espandeva i suoi affari più aumentavano i reclutamenti di “pezzi grossi” del mondo politico ed economico internazionale. Come abbiamo già accennato tra le new entry vi erano Richard Darman, James Baker, George Soros, che trà l’altro versò 100 milioni di dollari per divenire un partner. Grazie a questo accesso al mondo dei capitalisti, trai quali anche il principe saudita Al Waleed bin Talal (a cui il Carlyle Group aiutò ad accrescere la sua fortuna grazie alla transazione del 1991dello stock Citicorp), il Gruppo cominciò a concludere affari nel Medio Oriente e nell’Europa occidentale (incluso un appalto per la costruzione di Euro Disney) a metà degli anni ’90.
Se la società continuava da un lato a trafficare nel Triangolo di Ferro, acquistando diverse compagnie di armamenti militari, come la Howmet nel 1995, che costruiva anche aerei, dall’altro lato continuava ad aumentare il proprio listino di holding che comprendeva anche compagnie del mondo della ristorazione, come la Fresh Fields Market, acquistata nel 1994 e venduta nel 1996. La Carlyle cominciava inoltre a investire in compagnie di riciclaggio-industriale, intravedendo nell’ incremento della spesa pubblica del governo una ulteriore opportunità di profitto.
Verso la fine degli anni ’90 il Gruppo ha lanciato dei fondi di investmento mirati per il mercato asiatico (chiuso nel 1999), in europa (chiuso nel 1998), per la Russia e il Latino America. Sul versante del mercato interno il Gruppo ha avuto moltissime opportunità di far crescere e abbassare i prezzi di mercato in modo tale da trainare il maggior numer di investitori verso un numero sempre minore di società. Tra queste il Gruppo aveva una partnership con la Cadbury Schweppes per acquistare la Dr.Pepper Bottling per fonderla con un’altra società del proprio listino, la American Bottling.
Il Gruppo Carlyle è quindi una vera e propria macchina-da-soldi che ha la sede a Washington e che sta tra il mondo del business e quello di governo. Non è difficile immaginare che con rappresentanti del calibro di Bush Senior, James Baker e John Major, il Gruppo trovi sempre delle porte aperte, in qualunque parte del mondo. Nell’ultima decade il Gruppo si è espanso in tre continenti e include investimenti in qualsiasi angolo del mondo. I suoi maggiori investitori includono le maggiori banche e compagnie assicurative, plurimiliardari fondi-pensione e case farmaceutiche da Abu Dhabi a Singapore.
Nel mondo del business per conto del Carlyle Group Bush Senior è sempre molto convincente. Il suo incontro regale col principe saudita venne siglato su uno yacht cruise e al termine di una cena privata con importanti uomini d’affari sauditi. Successivamente Bush Senior fece entrare con grande entusiasmo il Gruppo in Sud Corea, l’economia più in espansione di tutta l’asia. Sono bastati a Bush Senior pochi incontri col primo ministro, membri del governo e uomini d’affari locali, Il Gruppo ha vinto l’appalto per il controllo della KorAm, una tra le banche coreane più ricche.
Non è certo una novità che Washington si insinui tra i governi stranieri, corrompendoli, al fine di mantenere il controllo privato di certi settori dell’economia, prosciugandoli e poi abbandonandoli per puntare su altri paesi più promettenti. Ormai questa è diventata una strategia globale, ma è la prima volta che ad applicarla sia una finanziaria privata gestita da ex uomini di stato e ex ufficiali. Qualsiasi minima regola di governo vieterebbe a ex capi di stato di formare lobby finanziarie, ma in molti stati non è così. Gli stati infatti dove non ci sono regole sul conflitto di interessi sono i preferiti del Gruppo.
Capita spesso che molti governi (sovente dittature o regimi autoritari senza nessuna legittimazione) che hanno contatti con il Carlyle Group, tramite compagnie governative che spesso vengono privatizzate e diventano società del Gruppo stesso, migliorino immediatamente i rapporti con la Casa Bianca non appena si parli di appalti, privatizzazioni e petrolio.
A parziale conferma di quanto affermiamo c’è per esempio la dichiarazione di Franck Carlucci, principale responsabile del successo del Gruppo, in cui dice di essersi incontrato a febbraio col suo vecchio compagno di college Rumsfeld (attuale segretario della difesa) e il vicepresidente Dick Cheney (anche lui segretario della difesa ai tempi di Bush Senior), e di avere parlato di argomenti militari. Proprio mentre gli Stati Uniti hanno una guerra in pieno corso con l’Afghanistan, e il Gruppo Carlyle tiene in considerazione diversi progetti nella Difesa per svariate migliaia di miliardi.
P.S.: Sarà un caso che per un anno (tra il 2000 e il 2001), prima di diventare ministro dell’istruzione, Letizia Moratti è stata nel consiglio di amministrazione europeo del Gruppo Carlyle?
Letizia Moratti, moglie del più facoltoso petroliere dell’area del mediterraneo, e ora oltretutto ministro di un governo che ha appoggiato subito e senza condizioni la sporca guerra degli Usa in Afghanistan.
Non sento più nessuno parlare di guerra tra civiltà, per fortuna.
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