La Megaparentopoli di Seregno
Giù al Nord, cioè a Seregno, quarantamila abitanti nella Brianza ricca, grassa e piatta, la via della politica è lastricata di parenti. Di ogni grado e specie. Figlio e cognato, sorella e fratello. Chi al municipio e chi in una municipalizzata. Chi al partito e chi al cda. Un poltronismo familiare edificato e poi ancor meglio sviluppato sotto il governo della Lega.
La politica formato famiglia pone Seregno di diritto nella top ten delle città governate secondo lo jus sanguinis. "Chi non è di Seregno ritiene tutto molto incredibile", ammette il sindaco Giacinto Mariani. Anzitutto non si crede che il sindaco, questo sindaco, sia un leghista. Compito, molto moderato, molto benestante, Mariani guida una giunta di centrodestra che qui ha raccolto anche la forza residuale dell'Udc.
Da sole Forza Italia e Lega avrebbero potuto comandare e decidere. Ma, con un gesto compassionevole, hanno sospinto sul vagone dei desideri anche Alleanza Nazionale, falange compatta e piuttosto aggressiva, e gli amici-nemici dell'Udc.
Tutti insieme e piuttosto appassionatamente.
Si è deciso, come succede un po' dappertutto, di mettere ordine nelle società pubbliche che erogano servizi e gestiscono, in ragione della mission, quattrini. Seregno insieme ad altre quattro città brianzole (Desio, Lissone, Cesano Maderno e Seveso) ha promosso la costituzione del gruppo Gelsia, una holding che aggrega alcune società di servizi pubblici locali che oggi è una delle prime multiutility in Lombardia per fatturato e clienti serviti. Gas, energia, raccolta e trasferimento dei rifiuti. "Fare sistema" lo slogan.
Hanno fatto sistema, specialmente a Seregno, soprattutto i propri cari. La figlia del vicesindaco è consigliera di amministrazione della holding; il cognato di un assessore è consigliere di una società partecipata (la Aeb); poltrona al fratello di un altro assessore (di An), poltrona alla sorella del capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia. In un'altra società di scopo (energia, calore, trading) si è trovato posto per la sorella di un consigliere comunale (Forza Italia). Il segretario della Lega ha ottenuto di sedere nel consiglio di amministrazione di una figlietta magra della holding (Gelsia Reti); quello dell'Udc ha ottenuto quanto gli spettava (consigliere di amministrazione) in un'altra Spa, Gelsia Calore.
Costernato il sindaco: "Lo statuto ci impone di raccogliere le indicazioni provenienti da singoli consiglieri comunali, da gruppi politici, o da associazioni che raccolgano la proposta di almeno cinquanta cittadini. La politica si fida di chi conosce".
La politica conosce, tra gli altri, fratelli e sorelle, cognate e cognate, figli e figlie. A bocca asciutta, secondo l'ultima proiezione, i nipoti e le cugine. Nemmeno si segnalano amanti, e neanche papà e mamme chiamate al fronte, il fronte del fare. "La mia amministrazione ha gestito la razionalizzazione dei servizi, garantito occupazione ad oltre quattrocento persone, risolto problemi che i governi di centrosinistra avevano lasciato marcire. Questo non si dice. E non si dice che solo tre delle trenta nomine decise sono imputabili a me, che alcune di esse sono conferme di scelte della giunta precedente. E nemmeno si ricorda che il partito democratico, pur di polemizzare, ha evitato di segnalarci persone, di fornire proposte. Cosicché abbiamo dovuto fare da soli".
Il sindaco parla piano, sereno, per nulla scandalizzato. Espone e registra: tutto perfettamente a regola d'arte. Non si può dargli torto: ogni cosa è sistemata bene, ogni puntino è a norma di legge.
E qui si ritorna al punto di partenza, alla tesi, veramente innovativa, del comprensivo sindaco Seregn, come dicono i lumbard: chi meglio di un fratello? Chi è più fidata di una sorella? "Lo statuto parla chiaro e io sono obbligato a rispettarlo".
Obbligato lui e il resto della truppa. Obbligati e anche trasparenti. Perché c'è da dire che il sito web del comune fornisce nel dettaglio nomi e cognomi, indennità (trentamila euro all'anno se si presiede; diciottomila se si è nel consiglio) e funzioni. Sorvola sul resto.
Ma succede ovunque. Saluti da Seregno, che si trova giù al nord Italia.
segnala una storia a:
a. caporale@repubblica. it
http://www.repubblica.it/2006/a/rubriche/piccolaitalia/parenti-a-seregno/parenti-a-seregno.html
(3 dicembre 2008)
"I swear to God, if I were a piano player or an actor or something and all those dopes thought I was terrific, I'd hate it. I wouldn't even want them to clap for me. People always clap for the wrong things". "(Holden Caulfield/JDSalinger - The catcher in the rye)
Wednesday, December 03, 2008
Wednesday, November 19, 2008
Vigilanza Rai - Dibattito TV - Latorre del PD(quello invischiato in Unipol) suggerisce le risposte a Bocchino del PDL - Latorre venga ESPULSO!
Rai, spunta il biglietto di LatorreConsigli ad An contro Di Pietro
di MARCO BRACCONI
Nicola LatorreROMA - C'è il "pizzino" incriminato. C'è il testo vergato di proprio pugno da Nicola Latorre. E ora c'è una nuova, grossa grana nel partito democratico. Nella vicenda della commissione di Vigilanza Rai di giochi, trame e "complotti" trasversali si era parlato da subito. Ma finora eravamo rimasti ai boatos di palazzo e ai sussurri dei media. Adesso invece, arriva quella striscia di carta sottile. Che sta a dimostrare che nel Partito democratico c'era qualcuno cui la soluzione Orlando prioprio non piaceva. O piaceva talmente poco da consigliare in tv, tramite appunto "pizzino", la risposta ad un parlamentare dello schieramento avversario. I personaggi e gli interpeti. Intanto Nicola Latorre, vicecapogruppo del Pd al Senato e dalemiano di ferro. Poi il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino. E infine capogruppo dell'Italia dei Valori Massimo Donadi. La scena si svolge negli studi de La7. La trasmissione è Omnibus. Il conduttore Antonello Piroso. Davanti alle telecamere si parla di Rai e della presidenza della Vigilanza. La soluzione sembra ancora lontana. Il dipietrista attacca quelli del Pdl. E insiste sul loro dovere istituzionale di votare un candidato dell'opposizione e scelto dall'opposizione. In questo caso, come l'Idv ripete da settimane, Leoluca Orlando. Bocchino, davanti alla verve polemica di Donadi, sembra in difficoltà. Ed è a questo punto che scatta il "soccorso" di Latorre. Che almeno ufficialmente sostiene Orlando, ma che in quello studio tv sembra invece più preoccupato di togliere le castagne dal fuoco all'avversario di An.
E infatti. Il parlamentare del Pd prende carta e penna e manda un messaggio a Bocchino. Il cui contenuto è stato svelato oggi, mostrando anche il "reperto" originale, dallo stesso Piroso. Vi si legge: "Io non posso dirlo, ma il precedente della Corte? Pecorella?". Insomma, Latorre consiglia a Bocchino una risposta politicamente efficace. nel caso specifico, gli suggerisce di usare il rifiuto del Pd di votare alla Consulta per Gaetano Pecorella (che era stato indicato da Berlusconi) per giustificare il suo no ad Orlando. L'avversario ora ha un argomento per contrastare efficacemente Donadi che sponsorizza l'ex sindaco di Palermo. La cosa, evidentemente, non dispiace affatto a Latorre. Ma rischia oggi, dopo la pubblicizzazione della vicenda, con tanto di filmato tv, di scatenare una polemica rovente nel partito democratico. E logorare ulteriormente i rapporti con il nemico-alleato Antonio Di Pietro. Un assaggio? La reazione di Donadi è furibonda: "Lo scambio del pizzino è la dimostrazione che in questo paese esiste un rapporto malato tra media, politica ed affari. Che un rappresentante dell'opposizione, mio alleato, suggerisca ad un autorevole esponente della maggioranza come attaccarmi durante un dibattito televisivo, è una rappresentazione visiva della politica del compromesso che mira solo all'esercizio del potere". Ma anche dalle parti del Pd il caso monta. "Sono incredulo - dice Stefano Ceccanti - e ora mi attendo che Latorre smentisca tale ricostruzione che gli farebbe assumere il ruolo di suggeritore nei confronti di un esponente della maggioranza".
(19 novembre 2008)
http://www.repubblica.it/
di MARCO BRACCONI
Nicola LatorreROMA - C'è il "pizzino" incriminato. C'è il testo vergato di proprio pugno da Nicola Latorre. E ora c'è una nuova, grossa grana nel partito democratico. Nella vicenda della commissione di Vigilanza Rai di giochi, trame e "complotti" trasversali si era parlato da subito. Ma finora eravamo rimasti ai boatos di palazzo e ai sussurri dei media. Adesso invece, arriva quella striscia di carta sottile. Che sta a dimostrare che nel Partito democratico c'era qualcuno cui la soluzione Orlando prioprio non piaceva. O piaceva talmente poco da consigliare in tv, tramite appunto "pizzino", la risposta ad un parlamentare dello schieramento avversario. I personaggi e gli interpeti. Intanto Nicola Latorre, vicecapogruppo del Pd al Senato e dalemiano di ferro. Poi il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino. E infine capogruppo dell'Italia dei Valori Massimo Donadi. La scena si svolge negli studi de La7. La trasmissione è Omnibus. Il conduttore Antonello Piroso. Davanti alle telecamere si parla di Rai e della presidenza della Vigilanza. La soluzione sembra ancora lontana. Il dipietrista attacca quelli del Pdl. E insiste sul loro dovere istituzionale di votare un candidato dell'opposizione e scelto dall'opposizione. In questo caso, come l'Idv ripete da settimane, Leoluca Orlando. Bocchino, davanti alla verve polemica di Donadi, sembra in difficoltà. Ed è a questo punto che scatta il "soccorso" di Latorre. Che almeno ufficialmente sostiene Orlando, ma che in quello studio tv sembra invece più preoccupato di togliere le castagne dal fuoco all'avversario di An.
E infatti. Il parlamentare del Pd prende carta e penna e manda un messaggio a Bocchino. Il cui contenuto è stato svelato oggi, mostrando anche il "reperto" originale, dallo stesso Piroso. Vi si legge: "Io non posso dirlo, ma il precedente della Corte? Pecorella?". Insomma, Latorre consiglia a Bocchino una risposta politicamente efficace. nel caso specifico, gli suggerisce di usare il rifiuto del Pd di votare alla Consulta per Gaetano Pecorella (che era stato indicato da Berlusconi) per giustificare il suo no ad Orlando. L'avversario ora ha un argomento per contrastare efficacemente Donadi che sponsorizza l'ex sindaco di Palermo. La cosa, evidentemente, non dispiace affatto a Latorre. Ma rischia oggi, dopo la pubblicizzazione della vicenda, con tanto di filmato tv, di scatenare una polemica rovente nel partito democratico. E logorare ulteriormente i rapporti con il nemico-alleato Antonio Di Pietro. Un assaggio? La reazione di Donadi è furibonda: "Lo scambio del pizzino è la dimostrazione che in questo paese esiste un rapporto malato tra media, politica ed affari. Che un rappresentante dell'opposizione, mio alleato, suggerisca ad un autorevole esponente della maggioranza come attaccarmi durante un dibattito televisivo, è una rappresentazione visiva della politica del compromesso che mira solo all'esercizio del potere". Ma anche dalle parti del Pd il caso monta. "Sono incredulo - dice Stefano Ceccanti - e ora mi attendo che Latorre smentisca tale ricostruzione che gli farebbe assumere il ruolo di suggeritore nei confronti di un esponente della maggioranza".
(19 novembre 2008)
http://www.repubblica.it/
Friday, November 14, 2008
Thursday, November 13, 2008
Carriera universitaria di Brunetta - Brunetta sanatoria - Brunetta consulente socialista - Brunetta associato furbetto - Pubblicazioni Brunetta
Il Nobel mancato "Io sono un professore di economia del lavoro, l'ho guadagnato con le unghie e con i denti. Sono uno dei più bravi d'Italia, forse d'Europa", ha spiegato Brunetta ad Alain Elkann, che di rimbalzo lo ha definito "un maestro della pasta e fagioli" prima di chiedergli la ricetta del piatto. L'economista Ada Becchi Collidà, che ha lavorato nello stesso dipartimento per otto anni, dice senza giri di parole che "Renato non è uno studioso. È prevalentemente un organizzatore, che sa dare il meglio di sé quando deve mettere insieme risorse". Alla facoltà di Architettura di Venezia entra nel 1982, dopo aver guadagnato l'idoneità a professore associato in economia l'anno precedente. Come ha ricordato in Parlamento il deputato democratico Giovanni Bachelet, Brunetta non diventa professore con un vero concorso, ma approfitta di una "grande sanatoria" per i precari che gravitavano nell'università. Una definizione contestata dal ministro, che replica: avevo già tutti i titoli.In cattedra Secondo il curriculum pubblicato sul sito dell'ateneo di Tor Vergata (dove insegna dal 1991), al tempo il giovane Brunetta poteva vantare poche pubblicazioni: una monografia di 500 pagine e due saggi. Il primo era composto di dieci pagine ed era scritto a sei mani, il secondo era un pezzo sulla riduzione dell'orario edito da 'Economia&Lavoro', la rivista della Fondazione Brodolini, di area socialista, che Brunetta stesso andrà a dirigere nel 1980. Tutto qui? Nel mondo della ricerca esistono diverse banche dati per valutare il lavoro di uno studioso. Oggi Brunetta si trova in buona posizione su quella Econlit, che misura il numero delle pubblicazioni rilevanti: 30, più della media dei suoi colleghi. La musica cambia se si guarda l'indice Isi-Thompson, quello che calcola le citazioni che un autore ha ottenuto in lavori successivi: una misura indiretta e certo non infallibile della qualità di una pubblicazione, ma che permette di farsi un'idea sull'importanza di un docente. L'indice di citazioni di Brunetta è fermo sullo zero.
Le valutazioni degli indicatori sono discutibili, ma di sicuro il mondo accademico non lo ha mai amato: "L'università ha sempre visto in lui il politico, non lo scienziato", ricorda l'ex rettore dello Iuav di Venezia, Marino Folin. Nel 1991, da professore associato, riesce a trasferirsi all'Università di Tor Vergata. In attesa del Nobel, tenta almeno di diventare professore ordinario partecipando al concorso nazionale del 1992. In un primo momento viene inserito tra i 17 vincitori. Ma un commissario, Bruno Sitzia, rimette tutto in discussione. Scrive una lettera e, senza riferirsi a Brunetta, denuncia la lottizzazione e la poca trasparenza dei criteri di selezione. "Si discusse anche di Brunetta, e ci furono delle obiezioni", ricorda un commissario che chiede l'anonimato: "La situazione era curiosa: la maggioranza del collegio era favorevole a includere l'attuale ministro, ma non per i suoi meriti, bensì perché era stato trovato l'accordo che faceva contenti tutti. Comunque c'erano candidati peggiori di lui". Il braccio di ferro durò mesi, poi il presidente si dimise. E la nuova commissione escluse Brunetta. Il professore 'migliore d'Europa' viene bocciato. Un'umiliazione insopportabile. Così fa ricorso al Tar, che gli dà torto. Poi si appella al Consiglio di Stato, ma poco prima della decisione si ritira in buon ordine. Nel 1999 era riuscito infatti a trovare una strada per salire sulla cattedra. Un lungo giro che valica l'Appennino e si arrampica alle pendici del Gran Sasso, ma che si rivela proficuo. È a Teramo che ottiene infine il riconoscimento: l'alfiere della meritocrazia, bocciato al concorso nazionale, riesce a conquistare il titolo di ordinario grazie all'introduzione dei più facili concorsi locali. Nel 1999 partecipa al bando di Teramo, la terza università d'Abruzzo. Il posto è uno solo ma vengono designati tre vincitori. La cattedra va al candidato del luogo ma anche gli altri due ottengono 'l'idoneità'. Brunetta è uno dei due e torna a Tor Vergata con la promozione. Un'ultima nota. A leggere le carte del concorso, fino al 2000 Brunetta "è professore associato a Tor Vergata". La stranezza è che il curriculum ufficiale - pubblicato sul sito della facoltà del ministro - lo definisce "professore ordinario dal 1996". Quattro anni prima: errore materiale o un nuovo eccesso di ego del Nobel mancato? Hanno collaborato Michele Cinque e Alberto Vitucci
(13 novembre 2008)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037&ref=hpsp
Le valutazioni degli indicatori sono discutibili, ma di sicuro il mondo accademico non lo ha mai amato: "L'università ha sempre visto in lui il politico, non lo scienziato", ricorda l'ex rettore dello Iuav di Venezia, Marino Folin. Nel 1991, da professore associato, riesce a trasferirsi all'Università di Tor Vergata. In attesa del Nobel, tenta almeno di diventare professore ordinario partecipando al concorso nazionale del 1992. In un primo momento viene inserito tra i 17 vincitori. Ma un commissario, Bruno Sitzia, rimette tutto in discussione. Scrive una lettera e, senza riferirsi a Brunetta, denuncia la lottizzazione e la poca trasparenza dei criteri di selezione. "Si discusse anche di Brunetta, e ci furono delle obiezioni", ricorda un commissario che chiede l'anonimato: "La situazione era curiosa: la maggioranza del collegio era favorevole a includere l'attuale ministro, ma non per i suoi meriti, bensì perché era stato trovato l'accordo che faceva contenti tutti. Comunque c'erano candidati peggiori di lui". Il braccio di ferro durò mesi, poi il presidente si dimise. E la nuova commissione escluse Brunetta. Il professore 'migliore d'Europa' viene bocciato. Un'umiliazione insopportabile. Così fa ricorso al Tar, che gli dà torto. Poi si appella al Consiglio di Stato, ma poco prima della decisione si ritira in buon ordine. Nel 1999 era riuscito infatti a trovare una strada per salire sulla cattedra. Un lungo giro che valica l'Appennino e si arrampica alle pendici del Gran Sasso, ma che si rivela proficuo. È a Teramo che ottiene infine il riconoscimento: l'alfiere della meritocrazia, bocciato al concorso nazionale, riesce a conquistare il titolo di ordinario grazie all'introduzione dei più facili concorsi locali. Nel 1999 partecipa al bando di Teramo, la terza università d'Abruzzo. Il posto è uno solo ma vengono designati tre vincitori. La cattedra va al candidato del luogo ma anche gli altri due ottengono 'l'idoneità'. Brunetta è uno dei due e torna a Tor Vergata con la promozione. Un'ultima nota. A leggere le carte del concorso, fino al 2000 Brunetta "è professore associato a Tor Vergata". La stranezza è che il curriculum ufficiale - pubblicato sul sito della facoltà del ministro - lo definisce "professore ordinario dal 1996". Quattro anni prima: errore materiale o un nuovo eccesso di ego del Nobel mancato? Hanno collaborato Michele Cinque e Alberto Vitucci
(13 novembre 2008)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037&ref=hpsp
Sunday, November 09, 2008
Carla Bruni si vergogna di Berlusconi - le battutacce da bettola del premier fanno il giro del mondo
Carla Bruni dopo la gaffe del Cavaliere"Felice di non essere più italiana";
www.repubblica.it
ROMA - "Mi fa uno strano effetto ascoltare Silvio Berlusconi prendere alla leggera" l'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca e "scherzare" sul fatto che il presidente eletto Usa è "sempre abbronzato: lo ha detto in un'intervista al Journal du Dimanche la 'first lady' francese Carla Bruni, precisando "a volte di essere felice" per il fatto di aver acquisito la nazionalità francese. "Credo che adesso siamo tutti pieni di speranza, di attesa. Per contrasto, quando sento Silvio Berlusconi prendere l'evento alla leggera, e scherzare sul fatto che obama è 'sempre abbronzato', mi stranisce. Si farà pure dell'umorismo... Ma certe volte sono molto felice di essere diventata francese!". Nel sottolineare il proprio impegno a favore dell'uguaglianza e il suo sostegno in passato a Sos-Racime, nell'intervista l'ex top model rileva che ora, dato il suo nuovo ruolo di 'first lady', non firma più petizioni di questo tipo. "Se fossi solo la 'cantante' Carla Bruni, firmerei senza problemi il manifesto per l'uguaglianza in Francia, ma mi chiamo Bruni-Sarkozy" e pertanto ora "il mio nome mi appartiene meno", aggiunge Carla Bruni.
(9 novembre 2008)
www.repubblica.it
ROMA - "Mi fa uno strano effetto ascoltare Silvio Berlusconi prendere alla leggera" l'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca e "scherzare" sul fatto che il presidente eletto Usa è "sempre abbronzato: lo ha detto in un'intervista al Journal du Dimanche la 'first lady' francese Carla Bruni, precisando "a volte di essere felice" per il fatto di aver acquisito la nazionalità francese. "Credo che adesso siamo tutti pieni di speranza, di attesa. Per contrasto, quando sento Silvio Berlusconi prendere l'evento alla leggera, e scherzare sul fatto che obama è 'sempre abbronzato', mi stranisce. Si farà pure dell'umorismo... Ma certe volte sono molto felice di essere diventata francese!". Nel sottolineare il proprio impegno a favore dell'uguaglianza e il suo sostegno in passato a Sos-Racime, nell'intervista l'ex top model rileva che ora, dato il suo nuovo ruolo di 'first lady', non firma più petizioni di questo tipo. "Se fossi solo la 'cantante' Carla Bruni, firmerei senza problemi il manifesto per l'uguaglianza in Francia, ma mi chiamo Bruni-Sarkozy" e pertanto ora "il mio nome mi appartiene meno", aggiunge Carla Bruni.
(9 novembre 2008)
Friday, November 07, 2008
Obama abbronzato - Berlusconi figuraccia internazionale - Saint Just - Viagra - Carfagna - Italo Bocchino -
Bettolusconi è nel panico perchè alla cas bianca c'è uno più "abbronzato" di lui: lui che ,nonostante innumerevoli sedute di lampada UV insieme al suo trombone e collega di merende Emilio W.Fede (W come WaterClosed) non riuscirà mai a raggiungere la fresca abbronzatura di Obama nè tantomeno recuperare il mezzo metro di statura che lo separa dal nuovo presidente USA. Silvio quindi è in crisi nera, non riesce ,a causa dell'età, a tirarlo su, salvo Viagra; non riesce ad essere estivo come Obama; si sente basso e il viagra gli è nocivo; ma lui continua a fare il gallo cedrone con attricette e vallette - vedi la SANJUST - o garantisce posti di primo piano a donne che si sono prestate a dargli qualche contentino, sapendo che il solo mezzo per ottenere qualcosa da lui è vezzeggiarlo e farlo sentire sessualmente potente (no cito i casi penosi di certi esemplari femminili al governo) .Siamo in balia di una personaggio che il mondo certo non ci invidia, che rende l'italia oggetto di sarcasmo e dileggio da parte degli altri stati, un circense , un guitto paranoico che sarebbe solo fonte di ilarità o commiserazione se non fosse a capo di un impero mediale praticamente monopolistico che è ancora in grado di influenzare - tra i disinteressati - milioni di disarmati teledipendenti, con i suoi tromboni, i suoi giornaletti diretti da tappetini che ripetono le sue litanie all'infinito, come i suoi portavoce parlamentari, tra i quali annoveriamo uno il cui cognome è la rappresentazione totalitaria dell'essenza dei berlusconiani : BOCCHINO.
Tuesday, November 04, 2008
Carfagna di scambio - Paolo Guzzanti contro la mignottocrazia di Berlusconi - dissenso interno - Intercettazioni
Paolo Guzzanti torna a criticare B e attraverso le pagine del suo blog, se la prende con la Carfagna "calendarista alle pari opportunità, inadatta" a ricoprire quel ruolo”. A ott. Aveva attaccato B per aver lodato Putin: "B mi fa vomitare". Ora critica la Carfagna: "Secondo quanto dicono testimoni che considero credibili, attendibili e tutt'altro che interessati, esistono proporzionati motivi per temere che la signorina occupi il posto per motivi che esulano dalla valutazione delle sue capacità di servitore dello Stato, sia pure apprendista. La sua intelligenza politica è nulla. Quali meriti straordinari l’hanno condotta ad una carriera così fulminea? Mi chiedo come questa persona abbia ottenuto il posto". L'accusa è pesante: nomina di scambio. Riferendosi ad alcune intercettazioni mai pubblicate ma che lui ha letto, G. risponde ad un lettore che gli chiede se le "nomine di scambio" fossero più d'una: "Per quel che ne so, dai testi oculari, più di una. Per questo lo scandalo sarebbe devastante, costituzionalmente e istituzionalmente. Più di scambio, tratterebbesi di compenso. Come scrisse Cossiga: 'ai miei tempi si offriva un filo di perle o un appartamento'". G. è padre della comica Sabina, a cui la Carfagna ha chiesto un milione di € di danni. G. dice: "C'entra il senso dello Stato, il primato delle regole, la limpidezza della democrazia. Abbasso la mignottocrazia, viva la Repubblica!". Chiede se è possibile che in una democrazia "il capo di governo nomini ministro persone che hanno il solo e unico merito di averlo soddisfatto personalmente? Potrebbe essere il suo giardiniere che ha ben potato le sue rose, l'autista che lo ha ben guidato in un viaggio, la meretrice che ha ben succhiato il suo uccello.." “E’ lecito che si faccia ministro in uno Stato immaginario e anzi in un Pianeta di un'altra costellazione, una persona che ha come suo merito specifico ben soddisfatto il capo del governo?"
Sunday, November 02, 2008
Bossi figlio bocciato può ripetere l'esame - favoritismi - lega di casta - Gelmini connivente - altro che meritocrazia
RAGAZZI ,A PROPOSITO DELLA MERITOCRAZIA PER I CAFONI DEL GOVERNO BERLUSCONI, FORSE MOLTI NON SANNO QUESTA:Bossi junior vince ricorso al Tar: potrà rifare l'esame di maturità. Il Pd: Gelmini intervenga
ROMA (3 ottobre) - Il figlio di Umberto Bossi, Renzo, bocciato alla maturità scientifica a luglio, ha vinto un ricorso al Tar e potrà ripetere l'esame. La notizia è stata pubblicata oggi dal Giornale, in un articolo in cui si afferma tra l'altro scrive che il figlio del leaderleghista ripeterà l'esame il 13 ottobre prossimo con gli stessi professori. «Apprendiamo del ricorso al Tar vinto dal rampollo di Bossi, Renzo, che, bocciato alla maturità a luglio, si appresta a giorni a ripetere l'esame con la stessa commissione di docenti», afferma Pina Picierno, ministro ombra delle Politiche giovanili. La vicenda di Bossi junior, continua, «ci richiama alla mente il ricorso al Tar vinto dall'Unione degli studenti, che annullava i test di medicina e chirurgia dell'Università "La Sapienza" dello scorso anno per gravissime irregolarità. In quella occasione - prosegue Pina Picierno - il ministro Gelmini, ledendo il diritto allo studio di migliaia di studenti, si era appellata contro la pronuncia del Tar del Lazio».
«Considerate le palesi differenze tra i due casi, visto che nel secondo ci sembra evidente si tratti non di difesa del diritto allo studio ma di privilegio - conclude - ci aspettiamo che il ministro Gelmini si comporti allo stesso modo, appellandosi contro la sentenza del Tar
ROMA (3 ottobre) - Il figlio di Umberto Bossi, Renzo, bocciato alla maturità scientifica a luglio, ha vinto un ricorso al Tar e potrà ripetere l'esame. La notizia è stata pubblicata oggi dal Giornale, in un articolo in cui si afferma tra l'altro scrive che il figlio del leaderleghista ripeterà l'esame il 13 ottobre prossimo con gli stessi professori. «Apprendiamo del ricorso al Tar vinto dal rampollo di Bossi, Renzo, che, bocciato alla maturità a luglio, si appresta a giorni a ripetere l'esame con la stessa commissione di docenti», afferma Pina Picierno, ministro ombra delle Politiche giovanili. La vicenda di Bossi junior, continua, «ci richiama alla mente il ricorso al Tar vinto dall'Unione degli studenti, che annullava i test di medicina e chirurgia dell'Università "La Sapienza" dello scorso anno per gravissime irregolarità. In quella occasione - prosegue Pina Picierno - il ministro Gelmini, ledendo il diritto allo studio di migliaia di studenti, si era appellata contro la pronuncia del Tar del Lazio».
«Considerate le palesi differenze tra i due casi, visto che nel secondo ci sembra evidente si tratti non di difesa del diritto allo studio ma di privilegio - conclude - ci aspettiamo che il ministro Gelmini si comporti allo stesso modo, appellandosi contro la sentenza del Tar
Friday, October 31, 2008
Ministro Roberto Castelli - Lega - Giuseppe Magni - Consulenze - Condanna risarcimento danni.
Magni Giuseppe :
Vecchio amico di Roberto Castelli, regista della campagna elettorale del leghista, ex artigiano metalmeccanico ed ex grossista di pesce, sindaco leghista di Calco in quel di Lecco nonché (recita il curriculum) “parlamentare eletto dalla provincia di Lecco al parlamento di Chignolo Po” : cioè il parlamento padano dove i bossiani giocavano alla secessione.
Dotato di auto blu, scorta armata e 48 milioni di lire di stipendio per i primi 6 mesi ( paga poi raddoppiata il 2 gennaio 2002, in linea con la nuova moneta: 46.482 euro a semestre), Magni si mette all’opera, anche se non è ben chiaro che cosa faccia. Quel che è certo è che il suo contratto verrà rinnovato di semestre in semestre per ben sette volte, cioè per oltre tre anni. Finché incapperà nelle maglie della Corte dei Conti, che ricostruirà così le sue mansioni di “esperto”: relazioni insulse “senza alcuna documentazione” e “senza allegati”,” affermazioni del tutto generiche” allusioni ad alcuni “progetti” (quali?). Insomma, aria fritta. Ma fritta così bene da dare “la netta impressione che egli si consideri a capo dell’amministrazione carceraria”.
Una patacca che la magistratura contabile accollerà non soltanto a Magni, ma anche a Castelli, denunciando “l’eclatante illegittimità e illiceità del comportamento del ministro” e condannando i due a risarcire lo Stato, in solido, con 98.876,96 euro.
Gianni Barbacetto, Peter Gomez, Marco Travaglio : Mani Sporche; Chiarelettere Editore, 2007; pagg 34-35.
Vecchio amico di Roberto Castelli, regista della campagna elettorale del leghista, ex artigiano metalmeccanico ed ex grossista di pesce, sindaco leghista di Calco in quel di Lecco nonché (recita il curriculum) “parlamentare eletto dalla provincia di Lecco al parlamento di Chignolo Po” : cioè il parlamento padano dove i bossiani giocavano alla secessione.
Dotato di auto blu, scorta armata e 48 milioni di lire di stipendio per i primi 6 mesi ( paga poi raddoppiata il 2 gennaio 2002, in linea con la nuova moneta: 46.482 euro a semestre), Magni si mette all’opera, anche se non è ben chiaro che cosa faccia. Quel che è certo è che il suo contratto verrà rinnovato di semestre in semestre per ben sette volte, cioè per oltre tre anni. Finché incapperà nelle maglie della Corte dei Conti, che ricostruirà così le sue mansioni di “esperto”: relazioni insulse “senza alcuna documentazione” e “senza allegati”,” affermazioni del tutto generiche” allusioni ad alcuni “progetti” (quali?). Insomma, aria fritta. Ma fritta così bene da dare “la netta impressione che egli si consideri a capo dell’amministrazione carceraria”.
Una patacca che la magistratura contabile accollerà non soltanto a Magni, ma anche a Castelli, denunciando “l’eclatante illegittimità e illiceità del comportamento del ministro” e condannando i due a risarcire lo Stato, in solido, con 98.876,96 euro.
Gianni Barbacetto, Peter Gomez, Marco Travaglio : Mani Sporche; Chiarelettere Editore, 2007; pagg 34-35.
Monday, October 27, 2008
Concorsi truccati università - Baroni e figli - Medicina Legale - Università Cattolica
Roma, inchiesta sui concorsi bluff alla Cattolica: la vincitrice sarebbe figliadi un professore ordinario. Indagano Tar e procura di RomaVince il concorso a Medicinama è laureata in Letteredi MARINO BISSO E CARLO PICOZZA
ROMA - Et voilà, dal cilindro di un docente a contratto escono i nomi dei vincitori di due concorsi per tre posti da ricercatore. Accade prima che si svolgano le prove. Teatro: la facoltà di medicina dell'università Cattolica del Sacro Cuore. Così, quei concorsi che appaiono pilotati, finiscono nel mirino delle indagini coordinate da Maria Cordova, procuratore aggiunto di Roma. La previsione centrata e non solo: a incuriosire gli inquirenti, ci sarebbero i titoli dei vincitori. In particolare, il possesso di una laurea in lettere per un concorso in medicina legale vinto dalla figlia di un ordinario della facoltà e componente del consiglio di amministrazione dell'ateneo.
Gli inquirenti vogliono chiarire se le prove sostenute da diversi aspiranti ricercatori per l'istituto di Medicina legale dell'università Cattolica del Sacro Cuore siano state decise anzitempo. In anticipo, come le previsioni di un candidato escluso. I carabinieri della sezione di palazzo di giustizia hanno concentrato le indagini proprio sul concorso svolto per la nomina di un ricercatore a Medicina legale e vinto da una candidata con una laurea in Lettere.
Il sostituto procuratore Maria Cristina Palaia ha disposto nei giorni scorsi l'acquisizione della documentazione inerente la selezione. L'inchiesta, al momento contro ignoti, è scattata dopo alcuni esposti. In particolare quelli di uno dei candidati che aveva partecipato alle due selezioni e previsto i risultati delle prove. E per dare maggiore valore probatorio ai suoi pronostici, aveva inviato una lettera al ministro dell'Università e della Ricerca con i nomi dei futuri vincitori, quando ancora non si conoscevano numero e identità dei concorrenti. In effetti, su sei candidati, ha centrato il nome dei due fortunati.
A tutta risposta, dal ministero è arrivata al docente a contratto la comunicazione che le sue segnalazioni erano state girate alla magistratura. E adesso, con la procura di Roma, a occuparsi del caso sono anche i giudici del Tribunale amministrativo regionale del Lazio.
Le indagini dei pm tendono a chiarire se il possesso di una laurea in lettere per un concorso in Medicina legale, sia titolo adeguato. Tanto più che le prove vertevano sugli accertamenti dell'autopsia. Certo, nel bando la Cattolica chiede che i candidati sappiano anche di Bioetica clinica. Ma proprio sulle parole sembra consumarsi l'equivoco. E la vittoria del concorso. La candidata scelta, infatti, ha sì un curriculum orientato sulla Bioetica ma non, naturalmente, su quella clinica. I magistrati vogliono far luce sulla regolarità delle prove e sulle procedure.
E sciogliere ogni dubbio sui possibili vantaggi derivanti dalla parentela stretta della vincitrice con un prof di Medicina che siede anche nel cda dell'università. Ora il candidato escluso dopo cinque anni di insegnamento si sfoga: "Non è la prima volta con lo stesso presidente di commissione: anche l'anno scorso fui l'unico escluso in un concorso per dottorato in Scienze medico-forensi pur essendo il solo ad avere in tasca la laurea in Medicina".
www.repubblica.it
27 ottobre 2008
ROMA - Et voilà, dal cilindro di un docente a contratto escono i nomi dei vincitori di due concorsi per tre posti da ricercatore. Accade prima che si svolgano le prove. Teatro: la facoltà di medicina dell'università Cattolica del Sacro Cuore. Così, quei concorsi che appaiono pilotati, finiscono nel mirino delle indagini coordinate da Maria Cordova, procuratore aggiunto di Roma. La previsione centrata e non solo: a incuriosire gli inquirenti, ci sarebbero i titoli dei vincitori. In particolare, il possesso di una laurea in lettere per un concorso in medicina legale vinto dalla figlia di un ordinario della facoltà e componente del consiglio di amministrazione dell'ateneo.
Gli inquirenti vogliono chiarire se le prove sostenute da diversi aspiranti ricercatori per l'istituto di Medicina legale dell'università Cattolica del Sacro Cuore siano state decise anzitempo. In anticipo, come le previsioni di un candidato escluso. I carabinieri della sezione di palazzo di giustizia hanno concentrato le indagini proprio sul concorso svolto per la nomina di un ricercatore a Medicina legale e vinto da una candidata con una laurea in Lettere.
Il sostituto procuratore Maria Cristina Palaia ha disposto nei giorni scorsi l'acquisizione della documentazione inerente la selezione. L'inchiesta, al momento contro ignoti, è scattata dopo alcuni esposti. In particolare quelli di uno dei candidati che aveva partecipato alle due selezioni e previsto i risultati delle prove. E per dare maggiore valore probatorio ai suoi pronostici, aveva inviato una lettera al ministro dell'Università e della Ricerca con i nomi dei futuri vincitori, quando ancora non si conoscevano numero e identità dei concorrenti. In effetti, su sei candidati, ha centrato il nome dei due fortunati.
A tutta risposta, dal ministero è arrivata al docente a contratto la comunicazione che le sue segnalazioni erano state girate alla magistratura. E adesso, con la procura di Roma, a occuparsi del caso sono anche i giudici del Tribunale amministrativo regionale del Lazio.
Le indagini dei pm tendono a chiarire se il possesso di una laurea in lettere per un concorso in Medicina legale, sia titolo adeguato. Tanto più che le prove vertevano sugli accertamenti dell'autopsia. Certo, nel bando la Cattolica chiede che i candidati sappiano anche di Bioetica clinica. Ma proprio sulle parole sembra consumarsi l'equivoco. E la vittoria del concorso. La candidata scelta, infatti, ha sì un curriculum orientato sulla Bioetica ma non, naturalmente, su quella clinica. I magistrati vogliono far luce sulla regolarità delle prove e sulle procedure.
E sciogliere ogni dubbio sui possibili vantaggi derivanti dalla parentela stretta della vincitrice con un prof di Medicina che siede anche nel cda dell'università. Ora il candidato escluso dopo cinque anni di insegnamento si sfoga: "Non è la prima volta con lo stesso presidente di commissione: anche l'anno scorso fui l'unico escluso in un concorso per dottorato in Scienze medico-forensi pur essendo il solo ad avere in tasca la laurea in Medicina".
www.repubblica.it
27 ottobre 2008
Sunday, October 26, 2008
Digitale Terrestre in Sardegna - Qualche elemento positivo e molte anomalie a vantaggio di Mediaset e RAI
In Sardegna l'addio all'analogicoè l'era della tv digitale: perchéè importante e perché preoccupa
di Marco Mele*
Il passaggio della tv analogica a quella digitale in Sardegna è, allo stesso tempo, molto importante e molto preoccupante.
È importante perchè:
Per la prima volta in Italia, al contrario di quanto accade in Europa e nel mondo, le frequenze non saranno "occupate" dai soggetti televisivi senza alcuna pianificazione. Ciascuno trasmetterà in digitale su frequenze assegnate dal Ministero delle Comunicazioni.
La Sardegna sarà, dal primo novembre, la maggiore regione digitale d'Europa.
Il passaggio al digitale avviene con quella che si chiama isofrequenza. Ovvero, oggi nel canale 22 trasmettono 3,4,5 emittenti in una regione. Dallo switch off in poi una sola emittente trasmetterà su quel canale e sarà così in tutta Italia.
Questo significa anche liberare due frequenze per nuovi entranti.
Con il passaggio digitale si attua, con un lieve ritardo, quanto richiesto dalla Corte Costituzionale nel 1994, ovvero la parità di copertura tra le emittenti nazionali. È uno svantaggio competitivo in meno per le emittenti nazionali "minori", che persiste tuttora nella trasmissione analogica.
Il passaggio al digitale in Sardegna è preoccupante perchè:
Riproduce i livelli di concentrazione e i rapporti di forza esistenti nella tv analogica. Il metodo negoziale scelto dal Ministero delle Comunicazioni (nell'era Prodi) e dall'Agcom, ha determinato un'evidente disparità nel numero di reti digitali (multiplex) assegnati a due maggiori soggetti del sistema.
Rai e Mediaset avranno sei reti a testa. Delle sei di Mediaset cinque sono quelle con la migliore performance di copertura e capacità trasmissiva. Telecom Italia Media ha quattro reti, ma solo due delle quali hanno performance pari a quelle di Mediaset. Non c'è partita.
Vista la concentrazione delle risorse economiche, in aggiunta a quella dei diritti e quella della frequenze, è difficile pensare ad un aumento del pluralismo dopo lo switch off in Sardegna e nelle altre regioni (dove, in alcuni casi, non ci sarà una rete per ciascuna tv locale, come in Sardegna). Al massimo ci sarà un modesto riposizionamento dell'audience tra Rai e Mediaset: quest'ultima potrebbe essere penalizzata dalla sua offerta pay. O, almeno, così spera la Rai.
Il modello Sardegna non prevede la separazione della gestione della rete di impianti dall'attività editoriale di fornitore di contenuti. Al contrario di quanto accaduto in gran parte dei paesi europei, Francia, Gran Bretagna e Spagna in testa. Questo significa un oggettivo svantaggio competitivo per i nuovi entranti.
Il metodo negoziale ha escluso qualsiasi tipo di procedura competitiva nell'assegnazione delle frequenze. Con quale metodo il Ministero ha assegnato il canale 27 a Rete A piuttosto che a Canale 5?
(*da “ilSole24Ore.it”)
di Marco Mele*
Il passaggio della tv analogica a quella digitale in Sardegna è, allo stesso tempo, molto importante e molto preoccupante.
È importante perchè:
Per la prima volta in Italia, al contrario di quanto accade in Europa e nel mondo, le frequenze non saranno "occupate" dai soggetti televisivi senza alcuna pianificazione. Ciascuno trasmetterà in digitale su frequenze assegnate dal Ministero delle Comunicazioni.
La Sardegna sarà, dal primo novembre, la maggiore regione digitale d'Europa.
Il passaggio al digitale avviene con quella che si chiama isofrequenza. Ovvero, oggi nel canale 22 trasmettono 3,4,5 emittenti in una regione. Dallo switch off in poi una sola emittente trasmetterà su quel canale e sarà così in tutta Italia.
Questo significa anche liberare due frequenze per nuovi entranti.
Con il passaggio digitale si attua, con un lieve ritardo, quanto richiesto dalla Corte Costituzionale nel 1994, ovvero la parità di copertura tra le emittenti nazionali. È uno svantaggio competitivo in meno per le emittenti nazionali "minori", che persiste tuttora nella trasmissione analogica.
Il passaggio al digitale in Sardegna è preoccupante perchè:
Riproduce i livelli di concentrazione e i rapporti di forza esistenti nella tv analogica. Il metodo negoziale scelto dal Ministero delle Comunicazioni (nell'era Prodi) e dall'Agcom, ha determinato un'evidente disparità nel numero di reti digitali (multiplex) assegnati a due maggiori soggetti del sistema.
Rai e Mediaset avranno sei reti a testa. Delle sei di Mediaset cinque sono quelle con la migliore performance di copertura e capacità trasmissiva. Telecom Italia Media ha quattro reti, ma solo due delle quali hanno performance pari a quelle di Mediaset. Non c'è partita.
Vista la concentrazione delle risorse economiche, in aggiunta a quella dei diritti e quella della frequenze, è difficile pensare ad un aumento del pluralismo dopo lo switch off in Sardegna e nelle altre regioni (dove, in alcuni casi, non ci sarà una rete per ciascuna tv locale, come in Sardegna). Al massimo ci sarà un modesto riposizionamento dell'audience tra Rai e Mediaset: quest'ultima potrebbe essere penalizzata dalla sua offerta pay. O, almeno, così spera la Rai.
Il modello Sardegna non prevede la separazione della gestione della rete di impianti dall'attività editoriale di fornitore di contenuti. Al contrario di quanto accaduto in gran parte dei paesi europei, Francia, Gran Bretagna e Spagna in testa. Questo significa un oggettivo svantaggio competitivo per i nuovi entranti.
Il metodo negoziale ha escluso qualsiasi tipo di procedura competitiva nell'assegnazione delle frequenze. Con quale metodo il Ministero ha assegnato il canale 27 a Rete A piuttosto che a Canale 5?
(*da “ilSole24Ore.it”)
Friday, October 24, 2008
"nello spettacolo integrato le leggi dormono"(Guy Debord - Commentari sulla società dello spettacolo XXVI.
"L'imbecillità crede che tutto sia chiaro, quando la televisione ha mostrato una bella immagine e l'ha commentata con una coraggiosa menzogna."GD - Commentari XX
"Chi non fa che guardare il mondo per sapere il seguito, non agirà mai"(Guy Debord , 1931-1994)
"L'imbecillità crede che tutto sia chiaro, quando la televisione ha mostrato una bella immagine e l'ha commentata con una coraggiosa menzogna."GD - Commentari XX
"Chi non fa che guardare il mondo per sapere il seguito, non agirà mai"(Guy Debord , 1931-1994)
Mio post sul blog di Beppe Grillo - Mediaset - Telecomando - Teledipendenza - mediaset premium - Rasini - Mangano - Prescrizione - P2 - Debord
Studenti :quando andate a casa potete compiere un atto concreto e rivoluzionario in questa italia di regime teledipendente : PRENDETE IL TELECOMANDO E CANCELLATE I CANALI MEDIASET ! SE COMPRATE UN DECODER DIGITALE TERRESTRE : COMPRATELO SENZA SLOT PER LA SCHEDA ,CHE SERVE SOLO A DISSANGUARE ANCOR PIù QUESTA ITALIETTA TELEDIPENDENTE!INIZIATE A DIFFONDERE NELLE SCUOLE LA STORIA DI BERLUSCONI - AMPIAMENTE DOCUMENTATA E REPERIBILE, PARTENDO DALLA BANCA RASINI, PASSANDO PER LA LOGGIA P2, LA PROTEZIONE DI MANGANO, I FONDI ESTERI , IL SEMIFALLIMENTO MEDIASET E LA DISCESA IN CAMPO ETCETC..Son cose assodate ma che molti non conoscono.
-FATEVI AIUTARE DAGLI STUDENTI DI ECONOMIA A SMASCHERARE TUTTE LE CAZZATE CHE DICE IN CAMPO ECONOMICO, COME IL CONCETTO DI PRODUTTIVITA', che gli sgherri della pdl non conoscono e usano a sproposito, evidenziando solo la loro ignoranza.
- fate delle assemblee sul concetto di PRESCRIZIONE E LA SUA DIFFERENZA DALL'ASSOLUZIONE!
- INVADETE I MEDIA, METTETEVI DIETRO I CRONISTI DI REGIME CON I VOSTRI STRISCIONI.
- CESSATE DI MANDARE SMS PER VOTARE A PAGAMENTO LE STRONZATE FASULLE DELLA TV!
- FIRMATE PER IL REFERENDUM CONTRO IL LODO ALFANO.
"EMANCIPARSI DALLE BASI MATERIALI DELLA VERITA' CAPOVOLTA, ECCO IN CHE COSA CONSISTE L'AUTOEMANCIPAZIONE DELLA NOSTRA EPOCA"(GUY DEBORD - LA SOCIETA' DELLO SPETTACOLO - 1967)
-FATEVI AIUTARE DAGLI STUDENTI DI ECONOMIA A SMASCHERARE TUTTE LE CAZZATE CHE DICE IN CAMPO ECONOMICO, COME IL CONCETTO DI PRODUTTIVITA', che gli sgherri della pdl non conoscono e usano a sproposito, evidenziando solo la loro ignoranza.
- fate delle assemblee sul concetto di PRESCRIZIONE E LA SUA DIFFERENZA DALL'ASSOLUZIONE!
- INVADETE I MEDIA, METTETEVI DIETRO I CRONISTI DI REGIME CON I VOSTRI STRISCIONI.
- CESSATE DI MANDARE SMS PER VOTARE A PAGAMENTO LE STRONZATE FASULLE DELLA TV!
- FIRMATE PER IL REFERENDUM CONTRO IL LODO ALFANO.
"EMANCIPARSI DALLE BASI MATERIALI DELLA VERITA' CAPOVOLTA, ECCO IN CHE COSA CONSISTE L'AUTOEMANCIPAZIONE DELLA NOSTRA EPOCA"(GUY DEBORD - LA SOCIETA' DELLO SPETTACOLO - 1967)
Monday, October 20, 2008
Marco Travaglio - 20 ottobre 2008 - passaparola - TG1 - informazione coreana - Riotta - Vespa - Salvo Sottile - Previti
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/
Buongiorno a tutti.Molti sul blog di Beppe e sul mio, voglioscendere.it, mi hanno chiesto di parlare della mia condanna per diffamazione nei confronti di Cesare Previti, in primo grado.Non intendo farlo perché non intendo usare questo spazio per ragioni mie.Penso che per difendersi dai processi bisogna andare nei processi e se una sentenza non la si condivide la si deve appellare.La sentenza non c'è nemmeno ancora, non è stata depositata, lo sarà fra sessanta giorni. Ci sarà modo di leggerla e di capire che cosa abbia trovato di diffamatorio questa giudice in un mio articolo disponibile sul mio blog perché chi vuole si faccia un'idea.Volevo invece partire da questo caso, o non caso a seconda, perché una persona che frequenta il blog voglioscendere.it mi ha mandato una mail riportandomi il messaggio che ha spedito al direttore del TG1, Gianni Riotta, in cui esprimeva stupore per il fatto che il TG1, che non da manco le notizie delle condanne a ministri, agli imprenditori, ai parlamentari, avesse trovato il tempo per dare la notizia della condanna a me che sono un privato giornalista.Oltretutto non solo era una condanna per diffamazione, non per aver rubato, ma era anche una condanna in primo grado e il TG1 ovviamente non l'ha detto per cui, per esempio, alcuni miei parenti si sono spaventati pensando che dovessi immediatamente andare in carcere per otto mesi.Dice questo ragazzo, Andrea, a Riotta: "Almeno Travaglio il coraggio di parlare e scrivere di Previti & c. ce l'ha e non è servo di nessuno. Inoltre, piccolo particolare, la condanna è in primo grado anche se questo il TG1 l'ha dimenticato.Il TG1, telegiornale del servizio pubblico, e non partitico, ha dimostrato una volta di più il suo vero volto al servizio dei soliti noti.Loro non molleranno mai, noi neppure.Distinti Saluti, Andrea D'Ambra."Questa è la risposta che gli da Riotta:"Caro D'Ambra, abbiamo dato una notizia come sempre facciamo. Capisco che per lei è una brutta notizia ma, se le stesse a cuore il mio pensiero, sappia che io sono contrario a qualsiasi condanna per diffamazione, sempre.Preferiva non dessimo la notizia? Si chiama censura ed è qualcosa che in Italia è frequente. GR."E' talmente frequente che lui se ne intende parecchio, di censura, visto che censura tonnellate di notizie ogni giorno.Ecco, naturalmente il fatto di essere contrario alle condanne per diffamazione sempre è una pura follia: i giornalisti che diffamano devono essere condannati per diffamazione!Poi uno deve decidere se sia più saggia la pena pecuniaria, detentiva, l'obbligo di rettificare. Ma non è che noi possiamo vivere con la licenza di uccidere senza che veniamo minimamente sanzionati, altrimenti ci sarebbero diffamatori professionali che continuerebbero senza più nemmeno la paura di essere puniti.Per carità, lungi da me chiedere l'abolizione del reato di diffamazione: semmai bisognerebbe tipizzarlo meglio e stabilire che quando uno racconta un fatto vero non si scappa.Le parole che ha usato, il contesto in cui l'ha raccontato non contano, conta solo il fatto vero.E quando esprime una propria opinione, anche per dire che il presidente degli Stati Uniti è un cretino, può dirlo, se lo motiva.Infatti, negli Stati Uniti, si può dire che il presidente è un cretino.Il regista Michael Moore ha pubblicato un libro, che in Italia è edito dalla Mondadori, che si intitola "Stupid white man" e si riferisce all'attuale presidente degli Stati Uniti Bush, al quale viene dato del coglione.E non è successo niente.Con queste precisazioni, se uno pubblica un fatto falso e si rifiuta di rettificarlo sul giornale, allora certo che deve essere sanzionato per diffamazione.Ma il ragazzo gli risponde ancora: "Caro Riotta, per me la brutta notizia è che sono costretto a vederla quotidianamente, con i dieci minuti e passa di sfilati di politici a cui non viene fatta nessuna domanda ma a cui si lascia lo schermo e il microfono.Nessuna critica, nessuna informazione data ai telespettatori. A che serve il giornalista? A che serve chiamarlo telegiornale? Basterebbe "spazio autogestito" - dai partiti ovviamente.Nonostante la mia giovane età, fortunatamente ho avuto l'occasione di visitare qualche Paese estero e devo dire che in nessuno ho visto un telegiornale pubblico che faccia ciò che purtroppo accade nel nostro, perché è di tutti e non dei partiti.Sinceramente non riesco a ricordare di aver mai visto una notizia al TG1 come quella della condanna di Travaglio, quando questa riguarda ministri, parlamentari, banchieri o imprenditori.Ne ricordo informazioni sulle prescrizioni di Berlusconi e Andreotti che anzi voi avete sempre scambiato per assoluzioni.La censura lei deve conoscerla bene, se mi dice che in Italia è frequente. Perché bisogna passare da un opposto all'altro, censurare o fare cattiva informazione?Era così dura specificare che si trattava di una sentenza di primo grado?Ci avete bombardato di notizie e interviste sull'inquisito presidente della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, lo avete dipinto come un martire - probabilmente lo sarà.Del Turco è la dimostrazione che quando riguarda altri il TG1 da la parola all'imputato, invece con Travaglio, guarda caso, così non è stato.Ha ragione Travaglio a dire che ora, se foste coerenti, dovreste fornire tutti i nomi dei giornalisti del TG1 condannati negli ultimi anni in primo, secondo ed eventualmente terzo grado.Ci sarà da divertirsi."Io penso che sia giusto chiedere ciò al TG1, non perché ha dato la notizia della mia condanna ma perché ha dato notizia solo della mia!Io spesso sono costretto a spiegare che tutti i giornalisti che fanno cronaca giudiziaria vengono querelati, ormai, dalle persone appena le nominano!Previti è uno che querela anche quando viene semplicemente nominato: in quell'articolo per il quale sono stato condannato era mezza riga!Querela quando lo nomini, quindi i giornalisti che fanno la giudiziaria hanno, di solito, centinaia di cause fra penali e civili per diffamazione.Se uno fa la pesca a strascico è chiaro che alla fine qualche giudice che, magari sbagliando, gli da ragione lo trova.Allora o si danno tutte le notizie o non se ne da nessuna, non mi ricordo che il TG1 abbia dato notizia delle condanne di altri.Non ricordo nemmeno che abbia raccontato che Bruno Vespa abbia perso la causa in primo grado con Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai, per avere inventato un complotto nella campagna elettorale del 2001 e aver raccontato che c'erano state riunioni fra politici e l'ex presidente della Rai per fare in modo che Satyricon invitando me e Santoro parlando di Dell'Utri e della mafia facessero uno sgarbo al Cav. Berlusconi.Era tutto inventato, i testimoni citati hanno smentito, era una bufala di Vespa, una delle tante.Vespa ha perso la causa, è soccombente in primo grado in quella causa: non ricordo che il TG1 ne abbia dato notizia.Eppure Bruno Vespa credo sia molto più famoso di me che faccio cinque minuti a settimana ad Annozero mentre Vespa due ore al giorno.Chiusa parentesi per dire cos'è il giornalismo.Se andate sul canale di Raisat Extra, o su Dagospia, trovate la trascrizione dell'intervista che David Letterman ha fatto a John McCain.Voi sapete che due settimane fa McCain ha disertato, con una scusa poi rivelatasi falsa, l'intervista al Letterman Show e David Letterman l'aveva sputtanato pubblicamente dandogli del bugiardo.Da noi cosa sarebbe successo? Da noi un McCain italiano avrebbe querelato e fatto causa civile chiedendo milioni di dollari al giornalista cattivo.In America, dove hanno tanti difetti ma la democrazia funziona, McCain si è presentato da Letterman. E' un gesto che indica di per se stesso il fatto che McCain ha capito di avere sbagliato e per recuperare consensi davanti al pubblico trasversale che vede Letterman ha dovuto andarci e sottoporsi a domande del tipo:"Che rapporti aveva col suo finanziatore Liddy, uno che era finito in galera?"Seconda domanda: "La Palin potrebbe essere Presidente? - il vice presidente prende il posto del presidente quando questo sta poco bene - Governa uno Stato con 24.000 impiegati".E avanti di questo passo, tra prese per il culo e domande serie addirittura sui finanziatori che sono finiti in galera.Pensate a un David Letterman Show in una campagna elettorale italiana.Sarebbe un po' come avere Grillo che fa Porta a Porta.Sarebbe un po' come un Annozero in cui Santoro può intervistare i leader perché magari ci vanno, invece ad Annozero, come avete visto, almeno fin'ora i leader non si avvicinano, avendo la possibilità di avere Vespa che le domande non gliele fa.Oppure che gli prepara dei compitini, delle pietanzine o dei vestitini "cuciti addosso" come disse in una famosa intercettazione*.Ecco, forse anche Riotta che se la tira da "Ammerigano" del Kansas City, come direbbe Alberto Sordi, potrebbe dare un'occhiata.Letterman, oltretutto, è un intrattenitore non un giornalista.Insomma, probabilmente le condanne dei politici Letterman le darebbe invece di occuparsi di quelle provvisorie dei giornalisti, anzi di un giornalista, e basta.Vi segnalo due o tre notizie che naturalmente non troverete mai al TG1.Una l'ha data ieri anche il blog di Grillo: il sequestro dell'area destinata all'inceneritore Marcegaglia, in Puglia, con indagini che vedono indagato anche un funzionario della Regione per il settore ambiente.Il gruppo Marcegaglia, importante sia di per se perché è un colosso della siderurgia sia perché la figlia del fondatore è presidente della Confindustria, è spesso protagonista di notizie di tipo giudiziario in questo periodo.Muoiono operai nei cantieri Marcegaglia e il TG1 non dice una parola.Steno Marcegaglia viene condannato insieme a Colaninno e Geronzi - quattro anni ha avuto - per il crack Italcase Bagaglino e il TG1 naturalmente non da la notizia.Il gruppo Marcegaglia patteggia per corruzione come azienda e tramite il suo rappresentante che è il figlio di Steno e fratello della signora Emma Marcegaglia per corruzione, tangenti in cambio di appalti dall'EniPower.Silenzio del TG1.E adesso il sequestro del cantiere.Ma andiamo avanti. Abbiamo una splendida notizia da Milano. Marcello Dell'Utri dichiara: "A parte i suoi errori, Mussolini non era quel greve individuo che hanno cercato di lasciarci come immagine dopo la guerra. Il Duce era un uomo che aveva molte qualità e dai diari emerge l'aspetto umano, la sua cultura, la sua capacità politica e di statista in maniera prepotente."Siamo in tempo di riabilitazione quindi quando uno dice "a parte gli errori"... e certo, se uno mette da parte tutti gli errori diventiamo tutti santi!Il bello non è tanto la riabilitazione di Mussolini che purtroppo non è un'esclusiva di Dell'Utri, abbiamo sentito anche Berlusconi, Alemanno, in passato Fini.Il bello è che viene fatta sulla base dei cosiddetti diari di Mussolini che ogni tanto Dell'Ultri presenta alla stampa nella speranza che questa si sia dimenticata che sono falsi!Dell'Utri ha investito non so quanti soldi nell'acquisto dei cosiddetti diari di Mussolini che tutti gli storici hanno già stabilito essere un falso grossolano.Lui continua a presentarli alla stampa dicendo "Vedeste che aspetti umani vengono fuori". Sì, ma sono aspetti umani del falsario, non di Mussolini!Quando vedete in televisione parlare di Dell'Utri di solito se ne parla nella sua veste o di politico o di bibliofilo.La domanda è come possa essere bibliofilo uno che non riesce a distinguere dei diari veri dai falsi che tra l'altro tutti i giornali d'Europa hanno definito falsi.Un'altra notizia che credo sia sfuggita al TG1, e che meriterebbe forse approfondimenti, è la decisione dell'AGCOM - Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, cosiddetta Authority: quando vogliono fregare la gente usano un termine in inglese così glielo mettono in quel posto all'inglese - e del governo Berlusconi.Insieme hanno deciso finalmente di dare una frequenza a Europa7 che aspetta dal 1999 di poter accendere le trasmissioni, dopo aver avuto la concessione.Era ovvio che tutti si aspettassero che le frequenze venissero tolte a chi non ne ha più diritto.Voi sapete che per la Corte Costituzionale Rete4 deve andare su satellite e che per il bando di gara del 1999 Rete4 ha perso la concessione a trasmettere.Se trasmette è perché i governi le hanno continuamente concesso proroghe per fare una cosa che non potrebbe più fare.Abbiamo un occupante abusivo di frequenze pubbliche che si chiama Mediaset, abbiamo un imprenditore che a quelle frequenze ha diritto da nove anni, abbiamo il Consiglio di Stato e la Corte Europea di Lussemburgo e la Commissione Europea che hanno stabilito che questo signore debba avere delle frequenze.Rischiamo multe altissime non solo per tutti gli anni passati ma anche per il futuro se non verranno date queste frequenze.Cosa decidono l'AGCOM e il governo Berlusconi? Che la frequenza la portiamo via a Rai1 e Rete4 continua a tenersi quelle che non potrebbe avere.Io lo trovo spettacolare: c'è un signore che ha affittato casa, la casa è occupata da un abusivo, invece di mandar via l'abusivo prendono un signore che ne ha affittata un'altra, lo sbattono fuori di casa e ci mettono quello per non disturbare l'abusivo.Io lo trovo meraviglioso.Non credo che la cosa si sia molto notata, in questi giorni, in televisione. E dire che viene portata via a Rai1 questa frequenza, quindi forse il TG1 avrebbe potuto magari farlo notare.Non dico protestare, figuriamoci protestare contro un governo così meraviglioso, però almeno farlo notare...Andiamo avanti perché le notizie che non avrete mai si accavallano. Per esempio non so se Riotta si senta chiamato in causa ma c'è il Financial Times che sostiene che in Italia Berlusconi riceve dai media, televisioni e molti giornali, "un'adulazione vicina ai livello Nordcoreani".Chissà se il giornalista corrispondente da Torino, Guy Dinmore, ha mai visto il TG1 per formarsi questa idea secondo cui Berlusconi viene trattato altrettanto bene che il presidente Kim Jong-II, il Caro Leader come lo chiamano in Korea.Vedremo se si riferiva o meno al TG1: "livelli di adulazione pari a quelli nordcoreani", questo è.Non credo sia stato mai nemmeno raccontato un altro fatto veramente significativo, che è quella cronaca dall'estero che aiuta a capire che cosa succede in Italia rispetto agli altri Paesi e quali sono gli standard di democrazia da noi rispetto alle democrazie normali.La cronaca estera, di solito, la fa quello col ciuffo dall'Inghilterra, la fanno degli strani personaggi - alcuni anche bravi - ma altri molto strani che ritengono che per il fatto di trovarsi all'estero devono fare del colore, del bozzettismo, devono essere simpatici.Parlano sempre di qualche vicenda pruriginosa nelle corti reali europee, pettegolezzi, gossip.La cronaca estera è diventata gossip.Purtroppo all'estero succedono anche cose serie, tutt'altro che gossippare.Per esempio: Mandelson, il re dell'alluminio e il superyacth. Nuovo scandalo per l'ex commissario europeo."Il politico laburista, appena richiamato al governo dal premier Brown, rischia di doversi dimettere per la terza volta".Che cosa avrà fatto questo collaboratore di Blair, ministro del business?L'ha combinata veramente grossa, tant'è che ci sono delle scommesse su di lui che danno dieci a uno l'addio prematuro.E' stato per quattro anni commissario al commercio dell'Unione Europea e adesso è arrivata su di lui un'indiscrezione poco edificante.Lui ha passato l'estate a Corfù nella villa di Roschild, e fin qui niente di male."Ma una bella sera al molo della villa ha attraccato il Queen K, superyacht di proprietà dell'oligarca russo Oleg Deripaska, in arte 'Re dell'alluminio'."Che cosa ha fatto l'incauto ministro di Gordon Brown? E' salito su quello Yacht per qualche ora. Secondo alcuni per un drink, secondo altri addirittura per cena e per passarci una notte.Ha accettato l'ospitalità per una notte sullo yacht di un oligarca russo. Adesso si domandano se si debba dimettere da ministro.Io credo che noi faremmo la firma se i nostri ministri si limitassero ad accettare un passaggio o un drink sullo yacht di un oligarca, anche perché l'oligarca numero uno ne ha parecchi di yacht oltre che di ville, e nessuno gli ha mai chiesto niente.Altro dall'estero: Sarah Palin. Sarah Palin ha perso punti, oltre a quelli che aveva perso per le ignorantate che fa ogni volta che apre bocca, perché si è scoperto che in Alaska, dove è governatrice, c'è un'indagine da parte del Congresso Americano, che riguarda il licenziamento del capo della Polizia dello Stato dell'Alaska, Walter Monagan.Perché è stato licenziato da Sarah Palin, il capo della Polizia? Perché non avrebbe avuto l'astuzia di esaudire un desiderio della Palin, anzi andò contro i voleri della Palin.Cosa fece? Danneggiò un parente della Palin, quindi per ragioni di parentela - c'è scritto sul Corriere - secondo il capo degli investigatori, ci sono prove sufficienti per dimostrare che Sarah Palin e suo marito Todd cercarono una vendetta personale contro un agente protagonista di un divorzio astioso dalla sorella del governatore.E' evidente che Todd Palin abbia abusivamente usato l'ufficio e lo staff della moglie senza che lei obiettasse.C'è un poliziotto che divorzia dalla sorella della Palin, la Palin chiede al capo della Polizia di punirlo, lui non lo fa e lei lo trasferisce.Una storia che ricorda vagamente una vicenda rosa che è finita sui giornali - non sul TG1 naturalmente per carità: il TG1 da le notizie mica gli scandali.Qualche mese fa si scoprì che una valletta della Rai era diventata molto amica, diciamo così, del nostro Presidente del Consiglio.Nel frattempo si era separata dal marito col quale però aveva dei rapporti anche perché avevano un figlio piccolo.A un certo punto, per tenerlo buono, la ragazza sarebbe intervenuta per fare in modo che il marito venisse promosso. Il marito lavorava ai servizi segreti, credo al Sisde, e ottenne delle gran belle promozioni grazie a questa simpatica amicizia col nostro Presidente del Consiglio.Sennonché i due litigarono, diciamo che le trattative per chi dovesse tenere il figlio e cose del genere andarono a ramengo, i due non si parlavano più e, guarda caso, il marito fu degradato e spedito a un incarico dove guadagnava un terzo di quello che guadagnava prima.Allora lui scrisse una lettera dicendo che se avesse parlato lui avrebbe potuto rovinare il nostro attuale Presidente del Consiglio proprio in campagna elettorale, e, guarda caso, recuperò le posizioni perdute e fu riportato in auge con una decisione che qualcuno attribuisce addirittura al nostro attuale Presidente del Consiglio.Poi l'Espresso scoprì che c'era pronto a Palazzo Chigi un decreto per nominare questa graziosa signorina portavoce del governo e del Presidente del Consiglio.Anche lì si sarebbe potuto parlare di abuso di potere, se qualcuno avesse parlato della faccenda, invece per fortuna il TG1 ha cose più interessanti.Dalla Norvegia intanto giunge notizia che c'è una deputata che telefonava alle maghe e che quindi non verrà più ricandidata alle europee. Una parlamentare laburista.Dall'Inghilterra giunge notizia che il Parlamento inglese ha respinto la legge anti terrorismo presentata da Brown.Noi ci domandiamo come sia possibile che il Parlamento respinga una legge fatta dal governo che ha la stessa maggioranza che c'è in Parlamento.Dove funziona la democrazia il Parlamento è autonomo e controlla il governo fermando qualche abuso, ogni tanto, com'è capitato anche con la prima versione del decreto salvabanche di Bush e del suo ministro.Ma vorrei concludere con una notizia che induce veramente all'ottimismo, anzi due.Vengono dalla Campania, regione più che mai martoriata.Cosa succede? Una è il ritorno di Pomicino. Pomicino, che era rimasto fuori dal giro per pochi mesi, non di più.Pomicino è l'ex ministro del bilancio della Prima Repubblica, noto per l'allegria nella gestione del bilancio pubblico negli anni in cui il debito pubblico schizzò alle stelle.Non era solo colpa sua ma anche colpa sua visto che tra commissione bilancio e ministero del bilancio ha messo le mani sui nostri soldi per molti anni.Oltre a essere stato condannato per corruzione e finanziamento illecito ma questi sono dettagli.Insomma, è stato nominato al Controllo strategico della pubblica amministrazione. Chi l'ha nominato? Il ministro Rotondi.Comitato scientifico di Palazzo Chigi per il controllo strategico della Pubblica Amministrazione.Abbiamo l'esperto in buchi che va a fare il controllo strategico. E' una cosa meravigliosa: sono notizie che portano un grande ottimismo per il risparmio che avremo grazie a Pomicino.Ce lo fa pensare, almeno. Chissà com'è contento Brunetta che ai tempi del debito pubblico era uno dei consiglieri di Craxi, dava una mano anche lui a scavare il buco mentre oggi da una mano a riempirlo sempre con i nostri soldi.L'altra notizia con cui vi lascio è questa: cito dal Mattino, sono esattamente nove righe, una microbrevina tipo "fuggito barboncino, ricca ricompensa a chi lo ritrovasse"."A volte ritornano, o forse non se ne sono mai andati. Eccone uno, Carlo Camilleri, il consuocero di Clemente Mastella è stato eletto presidente di Confidi di Benevento, per il prossimo triennio.L'ingegnere è titolare di un importante studio di progettazione. Camilleri nello scorso gennaio fu coinvolto nell'inchiesta giudiziaria che sfociò negli arresti" suoi ma anche della consuocera, cioè la moglie di Mastella, l'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere.Lui fu arrestato prima in carcere poi ai domiciliari per: associazione a delinquere, falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale, corruzione, turbata libertà degli incanti, truffa, rivelazione di segreti d'ufficio, concussione.Insomma, una bella serie di reati."Camilleri è stato eletto all'unanimità dall'assemblea dei Soci insieme al Consiglio di Amministrazione".Qualcuno di voi dirà: "ma cosa diavolo è questa Confidi". Il nome è molto bello... Confidi, sa di fiducia, di confidare.Cos'è? Spettacolare: è l'organismo promosso dall'unione industriali di Benevento e significa "Consorzio di garanzia collettiva fidi", con lo scopo di facilitare l'accesso al credito bancario attraverso la concessione di garanzie collettive a condizioni particolarmente vantaggiose e trasparenti.Basato su principi di mutualità e senza scopi di lucro, Confidi si rivolge alle piccole e medie imprese attraverso specifiche convenzioni bancarie ecc...L'obiettivo è quello di creare un sistema di garanzia sempre più accreditato e riconosciuto per elevare al massimo le capacità di accesso al credito delle imprese socie.E' un garante dei prestiti alle imprese.Pensate, uno che è reduce dalla custodia cautelare per sei o sette reati fra cui associazione a delinquere, concussione, truffa e turbativa d'asta.Io lo trovo meraviglio quindi mi auguro che anche voi abbiate seguito questo mio percorso verso un grande ottimismo e fiducia finale.E ovviamente mi auguro che facciate circolare queste notizie perché purtroppo il TG1 non le ha date.Passate parola."
* Devo rettificare due inesattezze nel Passaparola di oggi. Il presidente Nord-coreano si chiama Kim Jong-Il e la frase di Bruno Vespa sulla trasmissione "confezionata addosso" all'ospite Gianfranco Fini non era contenuta in un'intervista, ma in una telefonata intercettata fra lui e il portavcoe di Fini, Salvo Sottile. Marco Travaglio
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/
Buongiorno a tutti.Molti sul blog di Beppe e sul mio, voglioscendere.it, mi hanno chiesto di parlare della mia condanna per diffamazione nei confronti di Cesare Previti, in primo grado.Non intendo farlo perché non intendo usare questo spazio per ragioni mie.Penso che per difendersi dai processi bisogna andare nei processi e se una sentenza non la si condivide la si deve appellare.La sentenza non c'è nemmeno ancora, non è stata depositata, lo sarà fra sessanta giorni. Ci sarà modo di leggerla e di capire che cosa abbia trovato di diffamatorio questa giudice in un mio articolo disponibile sul mio blog perché chi vuole si faccia un'idea.Volevo invece partire da questo caso, o non caso a seconda, perché una persona che frequenta il blog voglioscendere.it mi ha mandato una mail riportandomi il messaggio che ha spedito al direttore del TG1, Gianni Riotta, in cui esprimeva stupore per il fatto che il TG1, che non da manco le notizie delle condanne a ministri, agli imprenditori, ai parlamentari, avesse trovato il tempo per dare la notizia della condanna a me che sono un privato giornalista.Oltretutto non solo era una condanna per diffamazione, non per aver rubato, ma era anche una condanna in primo grado e il TG1 ovviamente non l'ha detto per cui, per esempio, alcuni miei parenti si sono spaventati pensando che dovessi immediatamente andare in carcere per otto mesi.Dice questo ragazzo, Andrea, a Riotta: "Almeno Travaglio il coraggio di parlare e scrivere di Previti & c. ce l'ha e non è servo di nessuno. Inoltre, piccolo particolare, la condanna è in primo grado anche se questo il TG1 l'ha dimenticato.Il TG1, telegiornale del servizio pubblico, e non partitico, ha dimostrato una volta di più il suo vero volto al servizio dei soliti noti.Loro non molleranno mai, noi neppure.Distinti Saluti, Andrea D'Ambra."Questa è la risposta che gli da Riotta:"Caro D'Ambra, abbiamo dato una notizia come sempre facciamo. Capisco che per lei è una brutta notizia ma, se le stesse a cuore il mio pensiero, sappia che io sono contrario a qualsiasi condanna per diffamazione, sempre.Preferiva non dessimo la notizia? Si chiama censura ed è qualcosa che in Italia è frequente. GR."E' talmente frequente che lui se ne intende parecchio, di censura, visto che censura tonnellate di notizie ogni giorno.Ecco, naturalmente il fatto di essere contrario alle condanne per diffamazione sempre è una pura follia: i giornalisti che diffamano devono essere condannati per diffamazione!Poi uno deve decidere se sia più saggia la pena pecuniaria, detentiva, l'obbligo di rettificare. Ma non è che noi possiamo vivere con la licenza di uccidere senza che veniamo minimamente sanzionati, altrimenti ci sarebbero diffamatori professionali che continuerebbero senza più nemmeno la paura di essere puniti.Per carità, lungi da me chiedere l'abolizione del reato di diffamazione: semmai bisognerebbe tipizzarlo meglio e stabilire che quando uno racconta un fatto vero non si scappa.Le parole che ha usato, il contesto in cui l'ha raccontato non contano, conta solo il fatto vero.E quando esprime una propria opinione, anche per dire che il presidente degli Stati Uniti è un cretino, può dirlo, se lo motiva.Infatti, negli Stati Uniti, si può dire che il presidente è un cretino.Il regista Michael Moore ha pubblicato un libro, che in Italia è edito dalla Mondadori, che si intitola "Stupid white man" e si riferisce all'attuale presidente degli Stati Uniti Bush, al quale viene dato del coglione.E non è successo niente.Con queste precisazioni, se uno pubblica un fatto falso e si rifiuta di rettificarlo sul giornale, allora certo che deve essere sanzionato per diffamazione.Ma il ragazzo gli risponde ancora: "Caro Riotta, per me la brutta notizia è che sono costretto a vederla quotidianamente, con i dieci minuti e passa di sfilati di politici a cui non viene fatta nessuna domanda ma a cui si lascia lo schermo e il microfono.Nessuna critica, nessuna informazione data ai telespettatori. A che serve il giornalista? A che serve chiamarlo telegiornale? Basterebbe "spazio autogestito" - dai partiti ovviamente.Nonostante la mia giovane età, fortunatamente ho avuto l'occasione di visitare qualche Paese estero e devo dire che in nessuno ho visto un telegiornale pubblico che faccia ciò che purtroppo accade nel nostro, perché è di tutti e non dei partiti.Sinceramente non riesco a ricordare di aver mai visto una notizia al TG1 come quella della condanna di Travaglio, quando questa riguarda ministri, parlamentari, banchieri o imprenditori.Ne ricordo informazioni sulle prescrizioni di Berlusconi e Andreotti che anzi voi avete sempre scambiato per assoluzioni.La censura lei deve conoscerla bene, se mi dice che in Italia è frequente. Perché bisogna passare da un opposto all'altro, censurare o fare cattiva informazione?Era così dura specificare che si trattava di una sentenza di primo grado?Ci avete bombardato di notizie e interviste sull'inquisito presidente della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, lo avete dipinto come un martire - probabilmente lo sarà.Del Turco è la dimostrazione che quando riguarda altri il TG1 da la parola all'imputato, invece con Travaglio, guarda caso, così non è stato.Ha ragione Travaglio a dire che ora, se foste coerenti, dovreste fornire tutti i nomi dei giornalisti del TG1 condannati negli ultimi anni in primo, secondo ed eventualmente terzo grado.Ci sarà da divertirsi."Io penso che sia giusto chiedere ciò al TG1, non perché ha dato la notizia della mia condanna ma perché ha dato notizia solo della mia!Io spesso sono costretto a spiegare che tutti i giornalisti che fanno cronaca giudiziaria vengono querelati, ormai, dalle persone appena le nominano!Previti è uno che querela anche quando viene semplicemente nominato: in quell'articolo per il quale sono stato condannato era mezza riga!Querela quando lo nomini, quindi i giornalisti che fanno la giudiziaria hanno, di solito, centinaia di cause fra penali e civili per diffamazione.Se uno fa la pesca a strascico è chiaro che alla fine qualche giudice che, magari sbagliando, gli da ragione lo trova.Allora o si danno tutte le notizie o non se ne da nessuna, non mi ricordo che il TG1 abbia dato notizia delle condanne di altri.Non ricordo nemmeno che abbia raccontato che Bruno Vespa abbia perso la causa in primo grado con Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai, per avere inventato un complotto nella campagna elettorale del 2001 e aver raccontato che c'erano state riunioni fra politici e l'ex presidente della Rai per fare in modo che Satyricon invitando me e Santoro parlando di Dell'Utri e della mafia facessero uno sgarbo al Cav. Berlusconi.Era tutto inventato, i testimoni citati hanno smentito, era una bufala di Vespa, una delle tante.Vespa ha perso la causa, è soccombente in primo grado in quella causa: non ricordo che il TG1 ne abbia dato notizia.Eppure Bruno Vespa credo sia molto più famoso di me che faccio cinque minuti a settimana ad Annozero mentre Vespa due ore al giorno.Chiusa parentesi per dire cos'è il giornalismo.Se andate sul canale di Raisat Extra, o su Dagospia, trovate la trascrizione dell'intervista che David Letterman ha fatto a John McCain.Voi sapete che due settimane fa McCain ha disertato, con una scusa poi rivelatasi falsa, l'intervista al Letterman Show e David Letterman l'aveva sputtanato pubblicamente dandogli del bugiardo.Da noi cosa sarebbe successo? Da noi un McCain italiano avrebbe querelato e fatto causa civile chiedendo milioni di dollari al giornalista cattivo.In America, dove hanno tanti difetti ma la democrazia funziona, McCain si è presentato da Letterman. E' un gesto che indica di per se stesso il fatto che McCain ha capito di avere sbagliato e per recuperare consensi davanti al pubblico trasversale che vede Letterman ha dovuto andarci e sottoporsi a domande del tipo:"Che rapporti aveva col suo finanziatore Liddy, uno che era finito in galera?"Seconda domanda: "La Palin potrebbe essere Presidente? - il vice presidente prende il posto del presidente quando questo sta poco bene - Governa uno Stato con 24.000 impiegati".E avanti di questo passo, tra prese per il culo e domande serie addirittura sui finanziatori che sono finiti in galera.Pensate a un David Letterman Show in una campagna elettorale italiana.Sarebbe un po' come avere Grillo che fa Porta a Porta.Sarebbe un po' come un Annozero in cui Santoro può intervistare i leader perché magari ci vanno, invece ad Annozero, come avete visto, almeno fin'ora i leader non si avvicinano, avendo la possibilità di avere Vespa che le domande non gliele fa.Oppure che gli prepara dei compitini, delle pietanzine o dei vestitini "cuciti addosso" come disse in una famosa intercettazione*.Ecco, forse anche Riotta che se la tira da "Ammerigano" del Kansas City, come direbbe Alberto Sordi, potrebbe dare un'occhiata.Letterman, oltretutto, è un intrattenitore non un giornalista.Insomma, probabilmente le condanne dei politici Letterman le darebbe invece di occuparsi di quelle provvisorie dei giornalisti, anzi di un giornalista, e basta.Vi segnalo due o tre notizie che naturalmente non troverete mai al TG1.Una l'ha data ieri anche il blog di Grillo: il sequestro dell'area destinata all'inceneritore Marcegaglia, in Puglia, con indagini che vedono indagato anche un funzionario della Regione per il settore ambiente.Il gruppo Marcegaglia, importante sia di per se perché è un colosso della siderurgia sia perché la figlia del fondatore è presidente della Confindustria, è spesso protagonista di notizie di tipo giudiziario in questo periodo.Muoiono operai nei cantieri Marcegaglia e il TG1 non dice una parola.Steno Marcegaglia viene condannato insieme a Colaninno e Geronzi - quattro anni ha avuto - per il crack Italcase Bagaglino e il TG1 naturalmente non da la notizia.Il gruppo Marcegaglia patteggia per corruzione come azienda e tramite il suo rappresentante che è il figlio di Steno e fratello della signora Emma Marcegaglia per corruzione, tangenti in cambio di appalti dall'EniPower.Silenzio del TG1.E adesso il sequestro del cantiere.Ma andiamo avanti. Abbiamo una splendida notizia da Milano. Marcello Dell'Utri dichiara: "A parte i suoi errori, Mussolini non era quel greve individuo che hanno cercato di lasciarci come immagine dopo la guerra. Il Duce era un uomo che aveva molte qualità e dai diari emerge l'aspetto umano, la sua cultura, la sua capacità politica e di statista in maniera prepotente."Siamo in tempo di riabilitazione quindi quando uno dice "a parte gli errori"... e certo, se uno mette da parte tutti gli errori diventiamo tutti santi!Il bello non è tanto la riabilitazione di Mussolini che purtroppo non è un'esclusiva di Dell'Utri, abbiamo sentito anche Berlusconi, Alemanno, in passato Fini.Il bello è che viene fatta sulla base dei cosiddetti diari di Mussolini che ogni tanto Dell'Ultri presenta alla stampa nella speranza che questa si sia dimenticata che sono falsi!Dell'Utri ha investito non so quanti soldi nell'acquisto dei cosiddetti diari di Mussolini che tutti gli storici hanno già stabilito essere un falso grossolano.Lui continua a presentarli alla stampa dicendo "Vedeste che aspetti umani vengono fuori". Sì, ma sono aspetti umani del falsario, non di Mussolini!Quando vedete in televisione parlare di Dell'Utri di solito se ne parla nella sua veste o di politico o di bibliofilo.La domanda è come possa essere bibliofilo uno che non riesce a distinguere dei diari veri dai falsi che tra l'altro tutti i giornali d'Europa hanno definito falsi.Un'altra notizia che credo sia sfuggita al TG1, e che meriterebbe forse approfondimenti, è la decisione dell'AGCOM - Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, cosiddetta Authority: quando vogliono fregare la gente usano un termine in inglese così glielo mettono in quel posto all'inglese - e del governo Berlusconi.Insieme hanno deciso finalmente di dare una frequenza a Europa7 che aspetta dal 1999 di poter accendere le trasmissioni, dopo aver avuto la concessione.Era ovvio che tutti si aspettassero che le frequenze venissero tolte a chi non ne ha più diritto.Voi sapete che per la Corte Costituzionale Rete4 deve andare su satellite e che per il bando di gara del 1999 Rete4 ha perso la concessione a trasmettere.Se trasmette è perché i governi le hanno continuamente concesso proroghe per fare una cosa che non potrebbe più fare.Abbiamo un occupante abusivo di frequenze pubbliche che si chiama Mediaset, abbiamo un imprenditore che a quelle frequenze ha diritto da nove anni, abbiamo il Consiglio di Stato e la Corte Europea di Lussemburgo e la Commissione Europea che hanno stabilito che questo signore debba avere delle frequenze.Rischiamo multe altissime non solo per tutti gli anni passati ma anche per il futuro se non verranno date queste frequenze.Cosa decidono l'AGCOM e il governo Berlusconi? Che la frequenza la portiamo via a Rai1 e Rete4 continua a tenersi quelle che non potrebbe avere.Io lo trovo spettacolare: c'è un signore che ha affittato casa, la casa è occupata da un abusivo, invece di mandar via l'abusivo prendono un signore che ne ha affittata un'altra, lo sbattono fuori di casa e ci mettono quello per non disturbare l'abusivo.Io lo trovo meraviglioso.Non credo che la cosa si sia molto notata, in questi giorni, in televisione. E dire che viene portata via a Rai1 questa frequenza, quindi forse il TG1 avrebbe potuto magari farlo notare.Non dico protestare, figuriamoci protestare contro un governo così meraviglioso, però almeno farlo notare...Andiamo avanti perché le notizie che non avrete mai si accavallano. Per esempio non so se Riotta si senta chiamato in causa ma c'è il Financial Times che sostiene che in Italia Berlusconi riceve dai media, televisioni e molti giornali, "un'adulazione vicina ai livello Nordcoreani".Chissà se il giornalista corrispondente da Torino, Guy Dinmore, ha mai visto il TG1 per formarsi questa idea secondo cui Berlusconi viene trattato altrettanto bene che il presidente Kim Jong-II, il Caro Leader come lo chiamano in Korea.Vedremo se si riferiva o meno al TG1: "livelli di adulazione pari a quelli nordcoreani", questo è.Non credo sia stato mai nemmeno raccontato un altro fatto veramente significativo, che è quella cronaca dall'estero che aiuta a capire che cosa succede in Italia rispetto agli altri Paesi e quali sono gli standard di democrazia da noi rispetto alle democrazie normali.La cronaca estera, di solito, la fa quello col ciuffo dall'Inghilterra, la fanno degli strani personaggi - alcuni anche bravi - ma altri molto strani che ritengono che per il fatto di trovarsi all'estero devono fare del colore, del bozzettismo, devono essere simpatici.Parlano sempre di qualche vicenda pruriginosa nelle corti reali europee, pettegolezzi, gossip.La cronaca estera è diventata gossip.Purtroppo all'estero succedono anche cose serie, tutt'altro che gossippare.Per esempio: Mandelson, il re dell'alluminio e il superyacth. Nuovo scandalo per l'ex commissario europeo."Il politico laburista, appena richiamato al governo dal premier Brown, rischia di doversi dimettere per la terza volta".Che cosa avrà fatto questo collaboratore di Blair, ministro del business?L'ha combinata veramente grossa, tant'è che ci sono delle scommesse su di lui che danno dieci a uno l'addio prematuro.E' stato per quattro anni commissario al commercio dell'Unione Europea e adesso è arrivata su di lui un'indiscrezione poco edificante.Lui ha passato l'estate a Corfù nella villa di Roschild, e fin qui niente di male."Ma una bella sera al molo della villa ha attraccato il Queen K, superyacht di proprietà dell'oligarca russo Oleg Deripaska, in arte 'Re dell'alluminio'."Che cosa ha fatto l'incauto ministro di Gordon Brown? E' salito su quello Yacht per qualche ora. Secondo alcuni per un drink, secondo altri addirittura per cena e per passarci una notte.Ha accettato l'ospitalità per una notte sullo yacht di un oligarca russo. Adesso si domandano se si debba dimettere da ministro.Io credo che noi faremmo la firma se i nostri ministri si limitassero ad accettare un passaggio o un drink sullo yacht di un oligarca, anche perché l'oligarca numero uno ne ha parecchi di yacht oltre che di ville, e nessuno gli ha mai chiesto niente.Altro dall'estero: Sarah Palin. Sarah Palin ha perso punti, oltre a quelli che aveva perso per le ignorantate che fa ogni volta che apre bocca, perché si è scoperto che in Alaska, dove è governatrice, c'è un'indagine da parte del Congresso Americano, che riguarda il licenziamento del capo della Polizia dello Stato dell'Alaska, Walter Monagan.Perché è stato licenziato da Sarah Palin, il capo della Polizia? Perché non avrebbe avuto l'astuzia di esaudire un desiderio della Palin, anzi andò contro i voleri della Palin.Cosa fece? Danneggiò un parente della Palin, quindi per ragioni di parentela - c'è scritto sul Corriere - secondo il capo degli investigatori, ci sono prove sufficienti per dimostrare che Sarah Palin e suo marito Todd cercarono una vendetta personale contro un agente protagonista di un divorzio astioso dalla sorella del governatore.E' evidente che Todd Palin abbia abusivamente usato l'ufficio e lo staff della moglie senza che lei obiettasse.C'è un poliziotto che divorzia dalla sorella della Palin, la Palin chiede al capo della Polizia di punirlo, lui non lo fa e lei lo trasferisce.Una storia che ricorda vagamente una vicenda rosa che è finita sui giornali - non sul TG1 naturalmente per carità: il TG1 da le notizie mica gli scandali.Qualche mese fa si scoprì che una valletta della Rai era diventata molto amica, diciamo così, del nostro Presidente del Consiglio.Nel frattempo si era separata dal marito col quale però aveva dei rapporti anche perché avevano un figlio piccolo.A un certo punto, per tenerlo buono, la ragazza sarebbe intervenuta per fare in modo che il marito venisse promosso. Il marito lavorava ai servizi segreti, credo al Sisde, e ottenne delle gran belle promozioni grazie a questa simpatica amicizia col nostro Presidente del Consiglio.Sennonché i due litigarono, diciamo che le trattative per chi dovesse tenere il figlio e cose del genere andarono a ramengo, i due non si parlavano più e, guarda caso, il marito fu degradato e spedito a un incarico dove guadagnava un terzo di quello che guadagnava prima.Allora lui scrisse una lettera dicendo che se avesse parlato lui avrebbe potuto rovinare il nostro attuale Presidente del Consiglio proprio in campagna elettorale, e, guarda caso, recuperò le posizioni perdute e fu riportato in auge con una decisione che qualcuno attribuisce addirittura al nostro attuale Presidente del Consiglio.Poi l'Espresso scoprì che c'era pronto a Palazzo Chigi un decreto per nominare questa graziosa signorina portavoce del governo e del Presidente del Consiglio.Anche lì si sarebbe potuto parlare di abuso di potere, se qualcuno avesse parlato della faccenda, invece per fortuna il TG1 ha cose più interessanti.Dalla Norvegia intanto giunge notizia che c'è una deputata che telefonava alle maghe e che quindi non verrà più ricandidata alle europee. Una parlamentare laburista.Dall'Inghilterra giunge notizia che il Parlamento inglese ha respinto la legge anti terrorismo presentata da Brown.Noi ci domandiamo come sia possibile che il Parlamento respinga una legge fatta dal governo che ha la stessa maggioranza che c'è in Parlamento.Dove funziona la democrazia il Parlamento è autonomo e controlla il governo fermando qualche abuso, ogni tanto, com'è capitato anche con la prima versione del decreto salvabanche di Bush e del suo ministro.Ma vorrei concludere con una notizia che induce veramente all'ottimismo, anzi due.Vengono dalla Campania, regione più che mai martoriata.Cosa succede? Una è il ritorno di Pomicino. Pomicino, che era rimasto fuori dal giro per pochi mesi, non di più.Pomicino è l'ex ministro del bilancio della Prima Repubblica, noto per l'allegria nella gestione del bilancio pubblico negli anni in cui il debito pubblico schizzò alle stelle.Non era solo colpa sua ma anche colpa sua visto che tra commissione bilancio e ministero del bilancio ha messo le mani sui nostri soldi per molti anni.Oltre a essere stato condannato per corruzione e finanziamento illecito ma questi sono dettagli.Insomma, è stato nominato al Controllo strategico della pubblica amministrazione. Chi l'ha nominato? Il ministro Rotondi.Comitato scientifico di Palazzo Chigi per il controllo strategico della Pubblica Amministrazione.Abbiamo l'esperto in buchi che va a fare il controllo strategico. E' una cosa meravigliosa: sono notizie che portano un grande ottimismo per il risparmio che avremo grazie a Pomicino.Ce lo fa pensare, almeno. Chissà com'è contento Brunetta che ai tempi del debito pubblico era uno dei consiglieri di Craxi, dava una mano anche lui a scavare il buco mentre oggi da una mano a riempirlo sempre con i nostri soldi.L'altra notizia con cui vi lascio è questa: cito dal Mattino, sono esattamente nove righe, una microbrevina tipo "fuggito barboncino, ricca ricompensa a chi lo ritrovasse"."A volte ritornano, o forse non se ne sono mai andati. Eccone uno, Carlo Camilleri, il consuocero di Clemente Mastella è stato eletto presidente di Confidi di Benevento, per il prossimo triennio.L'ingegnere è titolare di un importante studio di progettazione. Camilleri nello scorso gennaio fu coinvolto nell'inchiesta giudiziaria che sfociò negli arresti" suoi ma anche della consuocera, cioè la moglie di Mastella, l'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere.Lui fu arrestato prima in carcere poi ai domiciliari per: associazione a delinquere, falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale, corruzione, turbata libertà degli incanti, truffa, rivelazione di segreti d'ufficio, concussione.Insomma, una bella serie di reati."Camilleri è stato eletto all'unanimità dall'assemblea dei Soci insieme al Consiglio di Amministrazione".Qualcuno di voi dirà: "ma cosa diavolo è questa Confidi". Il nome è molto bello... Confidi, sa di fiducia, di confidare.Cos'è? Spettacolare: è l'organismo promosso dall'unione industriali di Benevento e significa "Consorzio di garanzia collettiva fidi", con lo scopo di facilitare l'accesso al credito bancario attraverso la concessione di garanzie collettive a condizioni particolarmente vantaggiose e trasparenti.Basato su principi di mutualità e senza scopi di lucro, Confidi si rivolge alle piccole e medie imprese attraverso specifiche convenzioni bancarie ecc...L'obiettivo è quello di creare un sistema di garanzia sempre più accreditato e riconosciuto per elevare al massimo le capacità di accesso al credito delle imprese socie.E' un garante dei prestiti alle imprese.Pensate, uno che è reduce dalla custodia cautelare per sei o sette reati fra cui associazione a delinquere, concussione, truffa e turbativa d'asta.Io lo trovo meraviglio quindi mi auguro che anche voi abbiate seguito questo mio percorso verso un grande ottimismo e fiducia finale.E ovviamente mi auguro che facciate circolare queste notizie perché purtroppo il TG1 non le ha date.Passate parola."
* Devo rettificare due inesattezze nel Passaparola di oggi. Il presidente Nord-coreano si chiama Kim Jong-Il e la frase di Bruno Vespa sulla trasmissione "confezionata addosso" all'ospite Gianfranco Fini non era contenuta in un'intervista, ma in una telefonata intercettata fra lui e il portavcoe di Fini, Salvo Sottile. Marco Travaglio
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/
Thursday, October 16, 2008
La crisi delle borse - Berlusconi Tremonti - Finanziamenti a Banche e Case Automobilistiche - Robin TAX
Avete visto Gianni e Pinotto, alias Silvio e Tremonti che farfugliano stronzate demenziali contraddicendole un minuto dopo, inventando stronzate sempre più catastrofiche e tragicomiche.Ieri ho assistito alla comica di Berlusconi e Tremonti che recitavano il ruolo di quelli che fino a ieri deprecavano, ovvero gli amici di Agnelli , Fiat etc, i quali erano il nemico numero uno del silvio e dei suoi lanzichenecchi leccaculo. Se era in parte vero che il centrosinistra tendeva a privilegiare le grosse imprese ,soprattutto di area Fiat, e se era buono che si arginasse l'emorragia di fondi pubblici verso Fiat e affini, oggi silvio passa al paradossale assoluto, recitando oltre al ruolo già insulso che lui recita da tempo e su cui non mi dilungo - cercate la sua storia su internet, partendo da Milano2 - Banca Rasini - P2 - Dell'Utri - Mangano - Bontade etc - recitando anche il ruolo di finanziatore di case automobilistiche con in più la indecente deroga al Trattato di Kyoto, come dire che una quota di popolazione può essere uccisa con emissioni nocive perchè c'è la crisi!Aggiungiamo la BUFFONATA ROBIN TAX , oggi ribaltata proprio a favore delle banche e indirettamente dei petrolieri,cioè PRIMA IL NOSTRO ECLETTICO PREMIER DICE : FARò PAGARE LE BANCHE E I PETROLIERI, E POI DICE, FINANZIEREMO LE BANCHE E LE CASE AUTOMOBILISTICHE....
AVANTI CON LE STRONZATE CHE L'ITALIA STA AFFONDANDO BENE, è UNA BELLISSIMA CRISI!
AVANTI CON LE STRONZATE CHE L'ITALIA STA AFFONDANDO BENE, è UNA BELLISSIMA CRISI!
Wednesday, October 08, 2008
Firme contro lodo Alfano - 11 ottobre 2008 - Di Pietro - Processi Berlusconi - Referendum
La Prima Giornata Nazionale della Legalità, organizzata dall'Italia dei Valori, avrà luogo a Roma il giorno 11 ottobre 2008, a Piazza Navona, e darà il via alla raccolta firme per il referendum contro il Lodo Alfano (che prevede la sospensione dei processi di 4 cariche dello stato..di Berlusconi ovviamente). La manifestazione inizierà alle ore 10:00 di mattina e terminerà alle ore 19:
Basta con l'impunità!
Basta con l'impunità!
Sunday, October 05, 2008
Lodo Alfano - Incostituzionalità - Berlusconi - Referendum -Roma Piazza Navona - Di Pietro - Abrogazione legge immunità premier
La Prima Giornata Nazionale della Legalità
Sabato 11 Ottobre 2008 - ore 10:00
I° Giornata Nazionale della Legalità - Piazza Navona
La Prima Giornata Nazionale della Legalità, organizzata dall'Italia dei Valori, avrà luogo a Roma, a Piazza Navona, e darà il via alla raccolta firme per il referendum contro il Lodo Alfano. La manifestazione inizierà alle ore 10:00 di mattina e terminerà alle ore 19:00.
Sabato 11 Ottobre 2008 - ore 10:00
I° Giornata Nazionale della Legalità - Piazza Navona
La Prima Giornata Nazionale della Legalità, organizzata dall'Italia dei Valori, avrà luogo a Roma, a Piazza Navona, e darà il via alla raccolta firme per il referendum contro il Lodo Alfano. La manifestazione inizierà alle ore 10:00 di mattina e terminerà alle ore 19:00.
Thursday, July 10, 2008
Virginia Sanjust - Berlusconi - RAI - Servizi segreti - Italia da terzo mondo
Decreto Sanjust
di P.Gomez e M.LilloL'incontro con la giovane annunciatrice. Il feeling immediato. Poi gioielli, inviti, regali in denaro. E una nomina a Palazzo Chigi. Ancora una volta il premier mescola pubblico e privato
Virginia Sanjust in uno studio RaiQuesta volta non è solo una questione di stelline e raccomandazioni. Per l'ex annunciatrice Rai Virginia Sanjust di Teulada, Silvio Berlusconi ha fatto di più. Niente a che vedere con le intercettazioni in cui il Cavaliere chiedeva ad Agostino Saccà di far lavorare un manipolo di attricette "per tenere su il morale del capo" o conquistare al centrodestra, tramite i favori alle ragazze, alcuni senatori del centrosinistra. No. Stavolta, per far felice Virginia, Berlusconi ha messo in moto la presidenza del Consiglio. Ha promosso atti concreti, con tanto di numeri di protocollo e stanziamenti a valere sul bilancio dello Stato. O almeno così sostiene l'ex marito di Virginia, l'agente segreto Federico Armati. In una singolare causa contro il premier lo 007 ha depositato al tribunale dei ministri un decreto con cui la ragazza, il 20 ottobre 2003, veniva nominata da Berlusconi "esperta della presidenza del Consiglio". E ha chiesto ai giudici di acquisirne un secondo: quello con cui Palazzo Chigi, alla vigilia delle elezioni del 2006, dopo aver licenziato dal Sisde lo stesso Armati, lo riassume per trasferirlo al Cesis, l'organismo di coordinamento tra i servizi segreti civili e militari. Oggi l'inchiesta, in cui il Cavaliere è indagato su denuncia dell'agente segreto per abuso d'ufficio e maltrattamenti, potrebbe essere archiviata. Secondo la Procura di Roma non ci sono elementi per sostenere che Berlusconi abbia in qualche modo influito negativamente sulla carriera dello 007 o che si sia interessato delle vicende della coppia separata Sanjust-Armati, da anni in guerra per l'affidamento del loro unico figlio. L'indagine però fa sorgere altri interrogativi, tutti politici, sulle capacità di Berlusconi di separare la propria vita privata dagli affari di Stato. Tutto inizia il 29 settembre 2003, quando il premier va in tv per illustrare il suo progetto di riforma delle pensioni. Ad annunciare il suo intervento è Virginia Sanjust, 26 anni, tre lingue parlate fluentemente, e alle spalle una famiglia di attrici (la madre è Antonellina Interlenghi) e di aristocratici romani. In quei mesi Virginia, che pure è separata, dorme spesso nella grande casa di Campo de' Fiori che il marito ha preso in affitto dalla Banca di Roma e dove vive loro figlio.
Berlusconi appena vede Virginia in tv le invia un mazzo gigante di gardenie e rose, accompagnato da un biglietto gentile: "Un debutto storico a reti unificate evviva e complimenti". Poi la invita a colazione a Palazzo Chigi. Dopo il pranzo con Letta e Tremonti, secondo l'esposto di Armati, il discorso scivola su soldi e lavoro. Virginia ha qualche difficoltà economica, Berlusconi però la trova professionalmente capace e bellissima. Immediatamente le annuncia l'intenzione di farla entrare tra i portavoce di Palazzo Chigi. Convoca un segretario e fa prendere gli estremi del suo curriculum. Il decreto è pronto per la firma di Letta: "Il presidente del Consiglio dei ministri... vista l'esigenza di avvalersi della collaborazione della signora Virginia Sanjust di Teulada in qualità di esperto, nell'ambito dell'ufficio stampa... decreta: è conferito l'incarico di esperto per il periodo 20 ottobre-31 dicembre 2003. Per lo svolgimento dell'incarico è attribuito un compenso annuo lordo di 36 mila euro e Iva. La relativa spesa trova copertura per euro 7 mila e 200 oltre Iva nelle disponibilità finanziarie iscritte nel capitolo 167 del bilancio". Poi, racconta lo 007, il premier accompagna il regalo pubblico con uno privato: un bracciale di brillanti di Damiani. I problemi nascono nel febbraio del 2004, quando 'Il Messaggero' scrive: "Berlusconi ha proposto a Virginia di diventare la donna immagine di Forza Italia". Segue un'interrogazione parlamentare e una smentita. La notizia è imprecisa. Palazzo Chigi corre comunque ai ripari. Il decreto, secondo Armati, viene ritirato: un autista del Cavaliere si fa consegnare da Virginia la copia in suo possesso. L'annunciatrice, d'altro canto, non ne ha più bisogno. In Rai sta facendo carriera: è stata appena promossa a conduttrice del programma 'Oltremoda'. E anche per lo 007 le cose si sono messe bene. Il 13 novembre 2003 il Sisde lo ha promosso. Virginia, secondo l'ex marito, in quei mesi vive un mondo da favola: vede spesso Berlusconi, riceve regali su regali (a volte in denaro), e per contraccambiare prepara collezioni di cd musicali per lui. La ragazza però ha un problema: è affascinata dal mondo della new age, frequenta guru e comunità pseudo-religiose sparse tra Asia, America e Italia.Federico Armati non vede di buon occhio la svolta mistica dell'ex moglie, è preoccupato per il suo stato di salute e per le troppe telefonate del Cavaliere. Nega il permesso al figlio di andare con la madre in una comunità piemontese. Nel braccio di ferro però c'è una novità: Armati è sempre stato la parte forte della coppia (ha un lavoro da 4.500 euro al mese, una casa, una famiglia solida alle spalle, un padre magistrato) e ora si ritrova improvvisamente debole. La ruota gira: il 20 marzo 2006 lo 007 è trasferito dal Sisde alla Cassazione. Lo stipendio crolla a 1.700 euro al mese. Il 30 marzo 2006 deve prendere servizio alla Corte e usa i dieci giorni rimasti per reagire contro chi, forse a torto, ritiene sia il mandante del trasferimento. Il 21 e il 28 marzo incontra la moglie e le chiede di intervenire su Berlusconi perché, se non fosse rimasto ai servizi segreti, avrebbe presentato una denuncia contro di lui rivelando anche il rapporto tra il Cavaliere e la Sanjust.
Federico Armati e Virginia SanjustDel colloquio esiste una registrazione depositata agli atti. Ma a inciderla non è stato lo 007. È stata Virginia, che a caccia di prove da produrre nella causa per l'affidamento del figlio, si sarebbe mossa, secondo la denuncia di Armati, su consiglio di Nicoletta Ghedini, collega di Nicolò, il parlamentare e avvocato di Berlusconi. In quei nastri Armati grida la sua rabbia contro il Cavaliere e contro Mario Mori, il suo ex capo che lo ha cacciato dal Sisde.Armati minaccia sfracelli legali e non è uno che scherza. Ha già denunciato il padre, procuratore generale di Perugia, per una vecchia vicenda di presunti regali ricevuti da un costruttore e per le sue intromissioni nel procedimento del Tribunale dei minori sull'affidamento del bambino. Quando lo 007 pone a Virginia l'ultimatum: "Tutto deve essere fatto entro giovedì 30 marzo perché altrimenti denuncio tutto",Berlusconi si rabbuia. O almeno così racconterà l'annunciatrice in un drammatico interrogatorio davanti ai magistrati. Il pm Olga Capasso, in una richiesta di archiviazione di un altro procedimento questa volta contro Armati, nato dalle denuncie della ex moglie, riporta così il racconto della donna: "A telefonare alla Sanjust era stato lo stesso Berlusconi molto preoccupato che la sua relazione (...) e i favori che aveva fatto all'Armati divenissero di dominio pubblico". La telefonata con Berlusconi risalirebbe al 23 marzo, cinque giorni dopo c'è il secondo incontro e la seconda registrazione. L'agente è furioso e "chiede con insistenza alla moglie se si è data da fare per avere un contatto con Berlusconi". Parallelamente Armati cerca un canale con alcuni manager Mediaset come Nicolò Querci. A tutti dice: "Entro il 30". A 24 ore dallo scadere dell'ultimatum la questione si sistema. "Nella mattinata del 29 marzo 2006", scrive Armati, "sono stato convocato dal capo del personale del Sisde il quale mi rendeva noto che era stata richiesta la mia professionalità al Cesis". Così il 29 marzo 2006 con il decreto basato sulla nota Cesis 4310- c/16359 viene revocato il trasferimento alla Cassazione. Poi il primo aprile del 2006 con un'altra nota Cesis (4310-16935) si dispone la nuova assegnazione al Cesis stesso. Lo stipendio di Armati è salvo. L'onore di Berlusconi anche. Ma quello delle istituzioni? Come si giustifica la retromarcia? L'avvocato di Virginia Sanjust, Domenico De Simone, scrive in una denuncia: "Armati ha preteso la revoca del trasferimento dal Sisde e poi ha ottenuto la chiamata dal Cesis", "minacciando il danno ingiusto di propalare la falsa rivelazione della relazione sessuale della signora Sanjust con il dottor Silvio Berlusconi". Per l'avvocato, "è uno scandalo anche se artatamente costruito fondato su elementi in parte veri perché è innegabile il rapporto di amicizia tra Sanjust e Berlusconi".Per corroborare le sue accuse contro il Cavaliere, Armati elenca una serie di circostanze che dimostrerebbero i rapporti con l'ex moglie. A partire dalla strana storia della sua casa di Campo de' Fiori, dove lo 007 viveva dal 1998. Quando la proprietà vende, lui non ha i soldi per acquistare. La casa finisce a un produttore americano, Stephen Joel Brown, e Armati deve lasciarla. Pochi mesi dopo Virginia si presenta da Brown dicendo che conosce dei milanesi che cercano una casa con cinque finestre su Campo de' Fiori. Brown capisce cosa sta accadendo e spara: o mi date 2 milioni e e 250 mila più Iva (l'aveva pagata un milione e 50) o non vendo. Il sì è immediato. A comprare è Salvatore Sciascia, ex responsabile fiscale Fininvest, condannato per le mazzette alla Finanza e oggi onorevole. In sua rappresentanza stipula il contratto Francesco Magnano, geometra di fiducia di Berlusconi. Subito dopo l'acquisto l'appartamento passa nella disponibilità di Virginia che lo lascerà solo pochi mesi fa. I rapporti tra Berlusconi e Virginia Sanjust, secondo la denuncia, continuano almeno fino all'estate scorsa. Il marito lo scopre per caso, lui dice, quando trova una sacca abbandonata dalla moglie nel giardino. All'interno ci sono due cuccioli di cane e un estratto del conto corrente. Tra un versamento e un assegno in data 14 giugno 2007 risulta un bonifico di 50 mila euro.
'L'espresso' ha visionato il documento, senza però riuscire a verificarne l'autenticità. L'ordinante è: 'Berlusconi Silvio'. La causale: 'Bonifico prestito infruttifero'. Per la Procura di Roma tutte queste carte, in ogni caso, non dimostrano "che il presidente del Consiglio abbia intenzionalmente recato danno a terzi", né che fosse in conflitto di interessi quando Palazzo Chigi ha rimosso e ripescato il marito-rivale della sua amica. L'argomentazione del pm Roberto Felici è che, "se fosse vera l'ipotesi, non si comprenderebbe il motivo per il quale a distanza di un mese la stessa autorità abbia ricollocato Armati in una posizione sostanzialmente analoga, previa revoca del precedente decreto". Ora la parola passa al Tribunale dei ministri e al Copasir, l'organo di controllo sui servizi segreti presieduto da Francesco Rutelli. Il comitato ha già ricevuto l'incartamento e potrebbe sentire presto lo 007. Armati lo ha chiesto. Ancora non ha avuto risposta
(10 luglio 2008)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Decreto-Sanjust/2032799&ref=hpsp
di P.Gomez e M.LilloL'incontro con la giovane annunciatrice. Il feeling immediato. Poi gioielli, inviti, regali in denaro. E una nomina a Palazzo Chigi. Ancora una volta il premier mescola pubblico e privato
Virginia Sanjust in uno studio RaiQuesta volta non è solo una questione di stelline e raccomandazioni. Per l'ex annunciatrice Rai Virginia Sanjust di Teulada, Silvio Berlusconi ha fatto di più. Niente a che vedere con le intercettazioni in cui il Cavaliere chiedeva ad Agostino Saccà di far lavorare un manipolo di attricette "per tenere su il morale del capo" o conquistare al centrodestra, tramite i favori alle ragazze, alcuni senatori del centrosinistra. No. Stavolta, per far felice Virginia, Berlusconi ha messo in moto la presidenza del Consiglio. Ha promosso atti concreti, con tanto di numeri di protocollo e stanziamenti a valere sul bilancio dello Stato. O almeno così sostiene l'ex marito di Virginia, l'agente segreto Federico Armati. In una singolare causa contro il premier lo 007 ha depositato al tribunale dei ministri un decreto con cui la ragazza, il 20 ottobre 2003, veniva nominata da Berlusconi "esperta della presidenza del Consiglio". E ha chiesto ai giudici di acquisirne un secondo: quello con cui Palazzo Chigi, alla vigilia delle elezioni del 2006, dopo aver licenziato dal Sisde lo stesso Armati, lo riassume per trasferirlo al Cesis, l'organismo di coordinamento tra i servizi segreti civili e militari. Oggi l'inchiesta, in cui il Cavaliere è indagato su denuncia dell'agente segreto per abuso d'ufficio e maltrattamenti, potrebbe essere archiviata. Secondo la Procura di Roma non ci sono elementi per sostenere che Berlusconi abbia in qualche modo influito negativamente sulla carriera dello 007 o che si sia interessato delle vicende della coppia separata Sanjust-Armati, da anni in guerra per l'affidamento del loro unico figlio. L'indagine però fa sorgere altri interrogativi, tutti politici, sulle capacità di Berlusconi di separare la propria vita privata dagli affari di Stato. Tutto inizia il 29 settembre 2003, quando il premier va in tv per illustrare il suo progetto di riforma delle pensioni. Ad annunciare il suo intervento è Virginia Sanjust, 26 anni, tre lingue parlate fluentemente, e alle spalle una famiglia di attrici (la madre è Antonellina Interlenghi) e di aristocratici romani. In quei mesi Virginia, che pure è separata, dorme spesso nella grande casa di Campo de' Fiori che il marito ha preso in affitto dalla Banca di Roma e dove vive loro figlio.
Berlusconi appena vede Virginia in tv le invia un mazzo gigante di gardenie e rose, accompagnato da un biglietto gentile: "Un debutto storico a reti unificate evviva e complimenti". Poi la invita a colazione a Palazzo Chigi. Dopo il pranzo con Letta e Tremonti, secondo l'esposto di Armati, il discorso scivola su soldi e lavoro. Virginia ha qualche difficoltà economica, Berlusconi però la trova professionalmente capace e bellissima. Immediatamente le annuncia l'intenzione di farla entrare tra i portavoce di Palazzo Chigi. Convoca un segretario e fa prendere gli estremi del suo curriculum. Il decreto è pronto per la firma di Letta: "Il presidente del Consiglio dei ministri... vista l'esigenza di avvalersi della collaborazione della signora Virginia Sanjust di Teulada in qualità di esperto, nell'ambito dell'ufficio stampa... decreta: è conferito l'incarico di esperto per il periodo 20 ottobre-31 dicembre 2003. Per lo svolgimento dell'incarico è attribuito un compenso annuo lordo di 36 mila euro e Iva. La relativa spesa trova copertura per euro 7 mila e 200 oltre Iva nelle disponibilità finanziarie iscritte nel capitolo 167 del bilancio". Poi, racconta lo 007, il premier accompagna il regalo pubblico con uno privato: un bracciale di brillanti di Damiani. I problemi nascono nel febbraio del 2004, quando 'Il Messaggero' scrive: "Berlusconi ha proposto a Virginia di diventare la donna immagine di Forza Italia". Segue un'interrogazione parlamentare e una smentita. La notizia è imprecisa. Palazzo Chigi corre comunque ai ripari. Il decreto, secondo Armati, viene ritirato: un autista del Cavaliere si fa consegnare da Virginia la copia in suo possesso. L'annunciatrice, d'altro canto, non ne ha più bisogno. In Rai sta facendo carriera: è stata appena promossa a conduttrice del programma 'Oltremoda'. E anche per lo 007 le cose si sono messe bene. Il 13 novembre 2003 il Sisde lo ha promosso. Virginia, secondo l'ex marito, in quei mesi vive un mondo da favola: vede spesso Berlusconi, riceve regali su regali (a volte in denaro), e per contraccambiare prepara collezioni di cd musicali per lui. La ragazza però ha un problema: è affascinata dal mondo della new age, frequenta guru e comunità pseudo-religiose sparse tra Asia, America e Italia.Federico Armati non vede di buon occhio la svolta mistica dell'ex moglie, è preoccupato per il suo stato di salute e per le troppe telefonate del Cavaliere. Nega il permesso al figlio di andare con la madre in una comunità piemontese. Nel braccio di ferro però c'è una novità: Armati è sempre stato la parte forte della coppia (ha un lavoro da 4.500 euro al mese, una casa, una famiglia solida alle spalle, un padre magistrato) e ora si ritrova improvvisamente debole. La ruota gira: il 20 marzo 2006 lo 007 è trasferito dal Sisde alla Cassazione. Lo stipendio crolla a 1.700 euro al mese. Il 30 marzo 2006 deve prendere servizio alla Corte e usa i dieci giorni rimasti per reagire contro chi, forse a torto, ritiene sia il mandante del trasferimento. Il 21 e il 28 marzo incontra la moglie e le chiede di intervenire su Berlusconi perché, se non fosse rimasto ai servizi segreti, avrebbe presentato una denuncia contro di lui rivelando anche il rapporto tra il Cavaliere e la Sanjust.
Federico Armati e Virginia SanjustDel colloquio esiste una registrazione depositata agli atti. Ma a inciderla non è stato lo 007. È stata Virginia, che a caccia di prove da produrre nella causa per l'affidamento del figlio, si sarebbe mossa, secondo la denuncia di Armati, su consiglio di Nicoletta Ghedini, collega di Nicolò, il parlamentare e avvocato di Berlusconi. In quei nastri Armati grida la sua rabbia contro il Cavaliere e contro Mario Mori, il suo ex capo che lo ha cacciato dal Sisde.Armati minaccia sfracelli legali e non è uno che scherza. Ha già denunciato il padre, procuratore generale di Perugia, per una vecchia vicenda di presunti regali ricevuti da un costruttore e per le sue intromissioni nel procedimento del Tribunale dei minori sull'affidamento del bambino. Quando lo 007 pone a Virginia l'ultimatum: "Tutto deve essere fatto entro giovedì 30 marzo perché altrimenti denuncio tutto",Berlusconi si rabbuia. O almeno così racconterà l'annunciatrice in un drammatico interrogatorio davanti ai magistrati. Il pm Olga Capasso, in una richiesta di archiviazione di un altro procedimento questa volta contro Armati, nato dalle denuncie della ex moglie, riporta così il racconto della donna: "A telefonare alla Sanjust era stato lo stesso Berlusconi molto preoccupato che la sua relazione (...) e i favori che aveva fatto all'Armati divenissero di dominio pubblico". La telefonata con Berlusconi risalirebbe al 23 marzo, cinque giorni dopo c'è il secondo incontro e la seconda registrazione. L'agente è furioso e "chiede con insistenza alla moglie se si è data da fare per avere un contatto con Berlusconi". Parallelamente Armati cerca un canale con alcuni manager Mediaset come Nicolò Querci. A tutti dice: "Entro il 30". A 24 ore dallo scadere dell'ultimatum la questione si sistema. "Nella mattinata del 29 marzo 2006", scrive Armati, "sono stato convocato dal capo del personale del Sisde il quale mi rendeva noto che era stata richiesta la mia professionalità al Cesis". Così il 29 marzo 2006 con il decreto basato sulla nota Cesis 4310- c/16359 viene revocato il trasferimento alla Cassazione. Poi il primo aprile del 2006 con un'altra nota Cesis (4310-16935) si dispone la nuova assegnazione al Cesis stesso. Lo stipendio di Armati è salvo. L'onore di Berlusconi anche. Ma quello delle istituzioni? Come si giustifica la retromarcia? L'avvocato di Virginia Sanjust, Domenico De Simone, scrive in una denuncia: "Armati ha preteso la revoca del trasferimento dal Sisde e poi ha ottenuto la chiamata dal Cesis", "minacciando il danno ingiusto di propalare la falsa rivelazione della relazione sessuale della signora Sanjust con il dottor Silvio Berlusconi". Per l'avvocato, "è uno scandalo anche se artatamente costruito fondato su elementi in parte veri perché è innegabile il rapporto di amicizia tra Sanjust e Berlusconi".Per corroborare le sue accuse contro il Cavaliere, Armati elenca una serie di circostanze che dimostrerebbero i rapporti con l'ex moglie. A partire dalla strana storia della sua casa di Campo de' Fiori, dove lo 007 viveva dal 1998. Quando la proprietà vende, lui non ha i soldi per acquistare. La casa finisce a un produttore americano, Stephen Joel Brown, e Armati deve lasciarla. Pochi mesi dopo Virginia si presenta da Brown dicendo che conosce dei milanesi che cercano una casa con cinque finestre su Campo de' Fiori. Brown capisce cosa sta accadendo e spara: o mi date 2 milioni e e 250 mila più Iva (l'aveva pagata un milione e 50) o non vendo. Il sì è immediato. A comprare è Salvatore Sciascia, ex responsabile fiscale Fininvest, condannato per le mazzette alla Finanza e oggi onorevole. In sua rappresentanza stipula il contratto Francesco Magnano, geometra di fiducia di Berlusconi. Subito dopo l'acquisto l'appartamento passa nella disponibilità di Virginia che lo lascerà solo pochi mesi fa. I rapporti tra Berlusconi e Virginia Sanjust, secondo la denuncia, continuano almeno fino all'estate scorsa. Il marito lo scopre per caso, lui dice, quando trova una sacca abbandonata dalla moglie nel giardino. All'interno ci sono due cuccioli di cane e un estratto del conto corrente. Tra un versamento e un assegno in data 14 giugno 2007 risulta un bonifico di 50 mila euro.
'L'espresso' ha visionato il documento, senza però riuscire a verificarne l'autenticità. L'ordinante è: 'Berlusconi Silvio'. La causale: 'Bonifico prestito infruttifero'. Per la Procura di Roma tutte queste carte, in ogni caso, non dimostrano "che il presidente del Consiglio abbia intenzionalmente recato danno a terzi", né che fosse in conflitto di interessi quando Palazzo Chigi ha rimosso e ripescato il marito-rivale della sua amica. L'argomentazione del pm Roberto Felici è che, "se fosse vera l'ipotesi, non si comprenderebbe il motivo per il quale a distanza di un mese la stessa autorità abbia ricollocato Armati in una posizione sostanzialmente analoga, previa revoca del precedente decreto". Ora la parola passa al Tribunale dei ministri e al Copasir, l'organo di controllo sui servizi segreti presieduto da Francesco Rutelli. Il comitato ha già ricevuto l'incartamento e potrebbe sentire presto lo 007. Armati lo ha chiesto. Ancora non ha avuto risposta
(10 luglio 2008)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Decreto-Sanjust/2032799&ref=hpsp
Tuesday, July 08, 2008
Berlusconi - Virginia Sanjust RAI - promozioni servizi segreti - solita berlusconeide
Regali, aiuti e inviti in Sardegnaecco le carte di Silvio e Virginia
La vicenda, dopo le denunce dell'ex consorte, è sotto esame al tribunale dei ministridi GIOVANNI VALENTINI
Virginia SanjustROMA - Politica, televisione, donne e servizi segreti. La miscela è altamente esplosiva. E l'ordigno, dalla Procura della Repubblica di Roma al Tribunale dei ministri, va maneggiato con cura. Tanto più quando il caso coinvolge il presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi, per fatti che risalirebbero a un periodo - fra il 2003 e il 2006 - in cui lui stesso era a capo del governo. Il Tribunale dei ministri è chiamato a pronunciarsi sulla denuncia per abuso d'ufficio e maltrattamenti presentata da Federico Armati, dipendente della Presidenza del Consiglio e agente segreto, ex marito di Virginia Sanjust di Teulada.
Dopo aver iscritto Berlusconi nel registro degli indagati, il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara, ha trasmesso l'atto al collegio speciale per i reati ministeriali, con una richiesta di archiviazione. Ma ora il Tribunale dei ministri si trova davanti un'altra memoria presentata da Armati che espone la sua versione dell'intera vicenda. Con tutte le riserve necessarie, si può ricostruire la storia sulla base dei documenti presentati in passato alla magistratura romana. Trattandosi del capo del governo e di un agente segreto, e riguardando la Presidenza del Consiglio, la Rai e gli apparati di sicurezza, è senz'altro opportuno che l'affaire venga chiarito completamente in funzione della trasparenza e dell'interesse pubblico. I documenti sono quelli depositati nel 2006 presso la Procura di Roma dal difensore della Sanjust, Domenico de Simone, insieme alle memorie e alle dichiarazioni della signora di fronte al sostituto procuratore Olga Capasso che poi ha ritenuto di archiviare il caso per "la genericità delle accuse" e "la mancanza di adeguati riscontri oggettivi".
Tra gli allegati compare anche un esposto, datato 25 marzo 2006, che sarebbe stato preparato dallo stesso agente segreto e non più presentato "a seguito della destinazione dell'Armati al servizio presso il Cesis", oltre ai cd-rom e alle trascrizioni di due conversazioni registrate dalla Sanjust all'insaputa dell'ex marito. Da queste conversazioni, secondo la memoria resa dalla signora il 12 settembre 2006 come "persona offesa", risulterebbe un "comportamento ricattatorio" da parte di Federico Armati, per ottenere la remissione di una precedente querela per lesioni. E soprattutto, un presunto "comportamento estorsivo" rivolto non solo nei confronti della Sanjust; ma anche dell'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nonché del direttore responsabile del Sisde, prefetto Mario Mori. In sostanza, come si legge nel testo, "l'Armati minacciava di propalare pubblicamente la falsa notizia di una relazione amorosa tra la signora Sanjust e l'onorevole Berlusconi (...), minaccia che era allora particolarmente sentita per via dell'imminenza della campagna elettorale". In una successiva memoria del 29 settembre, l'avvocato de Simone afferma fra l'altro che "lo scandalo, anche se artatamente costruito ma fondato su elementi in parte veritieri, perché è innegabile il rapporto di amicizia tra la signora Sanjust e il presidente Berlusconi, avrebbe potuto arrecare un grave danno all'immagine del presidente Berlusconi". E aggiunge che la minaccia della denuncia, come risulta dalla registrazione del 28 marzo, è stata rivolta non solo all'ex moglie, ma anche a persone dell'entourage del capo del governo: tra questi, Niccolò Querci, presidente di Rti, la società titolare delle concessioni televisive di Mediaset; Dodo Torchia, ex segretario di Berlusconi, "ed altri esponenti di Mediaset e/o Forza Italia". Quello stesso giorno, in qualità di persona informata sui fatti, la Sanjust dichiara di essere "stata contattata (in marzo - ndr) dall'avvocato Niccolò Ghedini perché qualcuno dall'interno del quotidiano l'Unità aveva avvisato l'entourage del presidente del Consiglio che Federico Armati si era vantato di essere in possesso di notizie esplosive sul presidente". Ma un mese dopo, il 26 ottobre 2006, la signora si ripresenta in Procura e mette a verbale: "Ricevo lettura di quanto da me dichiarato in data 29/9/2006 e voglio precisare che per paura avevo detto che era stato l'avvocato Niccolò Ghedini a telefonarmi, in realtà è stato Silvio Berlusconi in persona, con tono molto preoccupato". L'amicizia o la relazione tra la signora e il Cavaliere, in base all'esposto di Federico Armati, risalirebbe al 29 settembre 2003. Quel giorno, il presidente del Consiglio diffonde un messaggio televisivo a reti unificate per illustrare la riforma delle pensioni. A presentare la trasmissione su Rai Uno, è la neo-annunciatrice Virginia Sanjust, coniugata e all'epoca legalmente separata. L'indomani mattina il presidente del Consiglio fa contattare telefonicamente da una propria collaboratrice la signora Sanjust, per chiederle l'indirizzo presso il quale inviare un mazzo di fiori in segno di ringraziamento. L'annunciatrice indica quello di Campo dei Fiori 8, a Roma, dov'è ospite temporaneamente dell'ex marito per trascorrere alcuni giorni con il figlio nato dal loro matrimonio. Poco dopo, arriva l'omaggio floreale con un bigliettino di congratulazioni. Su sollecitazione dello stesso Armati che aspira a una promozione e di due amici, la signora Sanjust si mette in contatto con palazzo Chigi per ringraziare a sua volta il presidente del Consiglio, lasciando nome e numero di telefono. Nel giro di pochi minuti, alla presenza dell'ex marito e della coppia di amici, la signora Sanjust viene chiamata sul proprio cellulare direttamente dal presidente Berlusconi che la invita a colazione per il giorno successivo, alle ore 13, a palazzo Chigi. Al pranzo sarebbero stati presenti il ministro Giulio Tremonti e il sottosegretario Gianni Letta. Subito dopo, a quanto riferisce l'agente segreto nell'esposto, il presidente Berlusconi avrebbe invitato la sua ospite a seguirlo nel proprio studio privato: mentre le porge un pacchetto contenente un bracciale di diamanti del gioielliere Damiani, s'informa sulle sue condizioni prendendo appunti e domandandole come può esserle d'aiuto. La Sanjust risponde che l'ex marito, dipendente della Presidenza del Consiglio in forza al Sisde, aspetta da anni una promozione. A novembre, ad Armati viene comunicato l'avanzamento al grado di Collaboratore. Prima, in via informale dall'ex moglie, informata personalmente dal presidente Berlusconi mentre è impegnato in un viaggio di Stato in Cina. E poi, l'11 novembre 2003, ufficialmente dal Sisde. Da quel momento, come afferma lo 007, si stabilisce un'intensa relazione tra Berlusconi e la Sanjust che durerà fino al gennaio 2005, durante la quale - sempre secondo Armati - il presidente del Consiglio chiama quotidianamente al telefono la signora, anche dopo la mezzanotte; le offre numerosi e costosi regali; la invita più volte nella sua residenza in Sardegna; le propone la conduzione di un nuovo programma di Rai Uno intitolato "Oltremoda". Alla fine dell'estate 2004, la Sanjust decide però di rinunciare alla trasmissione. E poi, a novembre, si dimette anche da annunciatrice. Uscita definitivamente dalla Rai, Virginia Sanjust - stando alla ricostruzione di Armati - entra nella disponibilità di "quantità ingenti di denaro contante", con cui provvede a estinguere numerosi debiti precedentemente contratti. Alla fine di settembre del 2004, la signora comunica al marito l'intenzione di chiedere per lui a Berlusconi un'ulteriore promozione che gli avrebbe assicurato un aumento di stipendio (circa 1.000 euro al mese), per consentire al figlio un migliore tenore di vita. Ma a causa di un violento litigio sull'educazione del bambino, i rapporti fra i due ex coniugi s'interrompono bruscamente. Lei gli giura che gliela avrebbe fatta pagare, bloccando la promozione e facendo ridurre il suo stipendio, per metterlo in condizione di non poter più mantenere il figlio. Il 26 gennaio 2005 il direttore del Sisde va a visitare i nuovi uffici e qui scoppia un incidente con Armati ("Levatemelo dai coglioni - urla Mori nel corridoio - questo stronzo non lo voglio più vedere!"). Così l'indomani lo 007 apprende che "per cessate esigenze di servizio" sarà trasferito al ministero della Giustizia e destinato alla cancelleria presso la Corte di Cassazione: il suo stipendio si riduce da 4.481 euro a 1.700/1.800 mensili. Ma, proprio alla vigilia delle elezioni politiche 2006, Armati viene "ripescato"; ottiene una nuova promozione e passa al Cesis, il Comitato che coordina i diversi servizi segreti: lo stipendio sale a circa 5.500 euro al mese. E lo 007 rinuncia a presentare il suo esposto. C'è stato dunque o no un comportamento ricattatorio o estorsivo, contro il presidente del Consiglio? E in questa ipotesi, perché la Procura di Roma avrebbe archiviato il caso? La signora Sanjust ha fatto carriera in Rai perché era professionalmente capace o perché era raccomandata dall'alto? Federico Armati fu promosso, rimosso e poi riammesso nei servizi segreti per meriti o demeriti propri oppure per altre ragioni? In che cosa consisterebbero l'abuso d'ufficio e i maltrattamenti di cui si lamenta? Il presidente del Consiglio ha applicato effettivamente una forma di "mobbing" nei suoi confronti? A tutti questi interrogativi, dovrà rispondere ora in modo esauriente il Tribunale dei ministri. (8 luglio 2008)
www.repubblica.it
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/berlusconi-intercetta-2/caso-sanjust/caso-sanjust.html
La vicenda, dopo le denunce dell'ex consorte, è sotto esame al tribunale dei ministridi GIOVANNI VALENTINI
Virginia SanjustROMA - Politica, televisione, donne e servizi segreti. La miscela è altamente esplosiva. E l'ordigno, dalla Procura della Repubblica di Roma al Tribunale dei ministri, va maneggiato con cura. Tanto più quando il caso coinvolge il presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi, per fatti che risalirebbero a un periodo - fra il 2003 e il 2006 - in cui lui stesso era a capo del governo. Il Tribunale dei ministri è chiamato a pronunciarsi sulla denuncia per abuso d'ufficio e maltrattamenti presentata da Federico Armati, dipendente della Presidenza del Consiglio e agente segreto, ex marito di Virginia Sanjust di Teulada.
Dopo aver iscritto Berlusconi nel registro degli indagati, il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara, ha trasmesso l'atto al collegio speciale per i reati ministeriali, con una richiesta di archiviazione. Ma ora il Tribunale dei ministri si trova davanti un'altra memoria presentata da Armati che espone la sua versione dell'intera vicenda. Con tutte le riserve necessarie, si può ricostruire la storia sulla base dei documenti presentati in passato alla magistratura romana. Trattandosi del capo del governo e di un agente segreto, e riguardando la Presidenza del Consiglio, la Rai e gli apparati di sicurezza, è senz'altro opportuno che l'affaire venga chiarito completamente in funzione della trasparenza e dell'interesse pubblico. I documenti sono quelli depositati nel 2006 presso la Procura di Roma dal difensore della Sanjust, Domenico de Simone, insieme alle memorie e alle dichiarazioni della signora di fronte al sostituto procuratore Olga Capasso che poi ha ritenuto di archiviare il caso per "la genericità delle accuse" e "la mancanza di adeguati riscontri oggettivi".
Tra gli allegati compare anche un esposto, datato 25 marzo 2006, che sarebbe stato preparato dallo stesso agente segreto e non più presentato "a seguito della destinazione dell'Armati al servizio presso il Cesis", oltre ai cd-rom e alle trascrizioni di due conversazioni registrate dalla Sanjust all'insaputa dell'ex marito. Da queste conversazioni, secondo la memoria resa dalla signora il 12 settembre 2006 come "persona offesa", risulterebbe un "comportamento ricattatorio" da parte di Federico Armati, per ottenere la remissione di una precedente querela per lesioni. E soprattutto, un presunto "comportamento estorsivo" rivolto non solo nei confronti della Sanjust; ma anche dell'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nonché del direttore responsabile del Sisde, prefetto Mario Mori. In sostanza, come si legge nel testo, "l'Armati minacciava di propalare pubblicamente la falsa notizia di una relazione amorosa tra la signora Sanjust e l'onorevole Berlusconi (...), minaccia che era allora particolarmente sentita per via dell'imminenza della campagna elettorale". In una successiva memoria del 29 settembre, l'avvocato de Simone afferma fra l'altro che "lo scandalo, anche se artatamente costruito ma fondato su elementi in parte veritieri, perché è innegabile il rapporto di amicizia tra la signora Sanjust e il presidente Berlusconi, avrebbe potuto arrecare un grave danno all'immagine del presidente Berlusconi". E aggiunge che la minaccia della denuncia, come risulta dalla registrazione del 28 marzo, è stata rivolta non solo all'ex moglie, ma anche a persone dell'entourage del capo del governo: tra questi, Niccolò Querci, presidente di Rti, la società titolare delle concessioni televisive di Mediaset; Dodo Torchia, ex segretario di Berlusconi, "ed altri esponenti di Mediaset e/o Forza Italia". Quello stesso giorno, in qualità di persona informata sui fatti, la Sanjust dichiara di essere "stata contattata (in marzo - ndr) dall'avvocato Niccolò Ghedini perché qualcuno dall'interno del quotidiano l'Unità aveva avvisato l'entourage del presidente del Consiglio che Federico Armati si era vantato di essere in possesso di notizie esplosive sul presidente". Ma un mese dopo, il 26 ottobre 2006, la signora si ripresenta in Procura e mette a verbale: "Ricevo lettura di quanto da me dichiarato in data 29/9/2006 e voglio precisare che per paura avevo detto che era stato l'avvocato Niccolò Ghedini a telefonarmi, in realtà è stato Silvio Berlusconi in persona, con tono molto preoccupato". L'amicizia o la relazione tra la signora e il Cavaliere, in base all'esposto di Federico Armati, risalirebbe al 29 settembre 2003. Quel giorno, il presidente del Consiglio diffonde un messaggio televisivo a reti unificate per illustrare la riforma delle pensioni. A presentare la trasmissione su Rai Uno, è la neo-annunciatrice Virginia Sanjust, coniugata e all'epoca legalmente separata. L'indomani mattina il presidente del Consiglio fa contattare telefonicamente da una propria collaboratrice la signora Sanjust, per chiederle l'indirizzo presso il quale inviare un mazzo di fiori in segno di ringraziamento. L'annunciatrice indica quello di Campo dei Fiori 8, a Roma, dov'è ospite temporaneamente dell'ex marito per trascorrere alcuni giorni con il figlio nato dal loro matrimonio. Poco dopo, arriva l'omaggio floreale con un bigliettino di congratulazioni. Su sollecitazione dello stesso Armati che aspira a una promozione e di due amici, la signora Sanjust si mette in contatto con palazzo Chigi per ringraziare a sua volta il presidente del Consiglio, lasciando nome e numero di telefono. Nel giro di pochi minuti, alla presenza dell'ex marito e della coppia di amici, la signora Sanjust viene chiamata sul proprio cellulare direttamente dal presidente Berlusconi che la invita a colazione per il giorno successivo, alle ore 13, a palazzo Chigi. Al pranzo sarebbero stati presenti il ministro Giulio Tremonti e il sottosegretario Gianni Letta. Subito dopo, a quanto riferisce l'agente segreto nell'esposto, il presidente Berlusconi avrebbe invitato la sua ospite a seguirlo nel proprio studio privato: mentre le porge un pacchetto contenente un bracciale di diamanti del gioielliere Damiani, s'informa sulle sue condizioni prendendo appunti e domandandole come può esserle d'aiuto. La Sanjust risponde che l'ex marito, dipendente della Presidenza del Consiglio in forza al Sisde, aspetta da anni una promozione. A novembre, ad Armati viene comunicato l'avanzamento al grado di Collaboratore. Prima, in via informale dall'ex moglie, informata personalmente dal presidente Berlusconi mentre è impegnato in un viaggio di Stato in Cina. E poi, l'11 novembre 2003, ufficialmente dal Sisde. Da quel momento, come afferma lo 007, si stabilisce un'intensa relazione tra Berlusconi e la Sanjust che durerà fino al gennaio 2005, durante la quale - sempre secondo Armati - il presidente del Consiglio chiama quotidianamente al telefono la signora, anche dopo la mezzanotte; le offre numerosi e costosi regali; la invita più volte nella sua residenza in Sardegna; le propone la conduzione di un nuovo programma di Rai Uno intitolato "Oltremoda". Alla fine dell'estate 2004, la Sanjust decide però di rinunciare alla trasmissione. E poi, a novembre, si dimette anche da annunciatrice. Uscita definitivamente dalla Rai, Virginia Sanjust - stando alla ricostruzione di Armati - entra nella disponibilità di "quantità ingenti di denaro contante", con cui provvede a estinguere numerosi debiti precedentemente contratti. Alla fine di settembre del 2004, la signora comunica al marito l'intenzione di chiedere per lui a Berlusconi un'ulteriore promozione che gli avrebbe assicurato un aumento di stipendio (circa 1.000 euro al mese), per consentire al figlio un migliore tenore di vita. Ma a causa di un violento litigio sull'educazione del bambino, i rapporti fra i due ex coniugi s'interrompono bruscamente. Lei gli giura che gliela avrebbe fatta pagare, bloccando la promozione e facendo ridurre il suo stipendio, per metterlo in condizione di non poter più mantenere il figlio. Il 26 gennaio 2005 il direttore del Sisde va a visitare i nuovi uffici e qui scoppia un incidente con Armati ("Levatemelo dai coglioni - urla Mori nel corridoio - questo stronzo non lo voglio più vedere!"). Così l'indomani lo 007 apprende che "per cessate esigenze di servizio" sarà trasferito al ministero della Giustizia e destinato alla cancelleria presso la Corte di Cassazione: il suo stipendio si riduce da 4.481 euro a 1.700/1.800 mensili. Ma, proprio alla vigilia delle elezioni politiche 2006, Armati viene "ripescato"; ottiene una nuova promozione e passa al Cesis, il Comitato che coordina i diversi servizi segreti: lo stipendio sale a circa 5.500 euro al mese. E lo 007 rinuncia a presentare il suo esposto. C'è stato dunque o no un comportamento ricattatorio o estorsivo, contro il presidente del Consiglio? E in questa ipotesi, perché la Procura di Roma avrebbe archiviato il caso? La signora Sanjust ha fatto carriera in Rai perché era professionalmente capace o perché era raccomandata dall'alto? Federico Armati fu promosso, rimosso e poi riammesso nei servizi segreti per meriti o demeriti propri oppure per altre ragioni? In che cosa consisterebbero l'abuso d'ufficio e i maltrattamenti di cui si lamenta? Il presidente del Consiglio ha applicato effettivamente una forma di "mobbing" nei suoi confronti? A tutti questi interrogativi, dovrà rispondere ora in modo esauriente il Tribunale dei ministri. (8 luglio 2008)
www.repubblica.it
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/berlusconi-intercetta-2/caso-sanjust/caso-sanjust.html
Tuesday, June 17, 2008
legge merda Berlusconiana su intercettazioni - sospensione processi Berlusconiani - impunità per le loro schifezze - Sicurezza-monnezza!
Riporto il testo integrale dell'intervento di Marco Travaglio sul blog http://www.beppegrillo.it/
"Buongiorno a tutti. Mi dispiace, ma dobbiamo ricominciare a parlare di intercettazioni, perché questo è quello che offre il convento e quello che chiedono anche gran parte dei frequentatori del blog di Beppe e del blog nostro – voglioscendere – e di tanti altri che si stanno sintonizzando con noi, il lunedì alle due. Ne parliamo, anche se presto dovremo occuparci anche di altre leggi vergogna, che sono quelle, per esempio, del ritorno all’impunità per le alte cariche (soprattutto di quella bassa) lodo Schifani bis, ma questa – ogni giorno ha la sua pena – la vediamo un’altra volta. È interessante, ora che finalmente abbiamo un testo che sembrerebbe definitivo per quanto riguarda il cosiddetto disegno di legge Berlusconi-Alfano-Ghedini sulle intercettazioni, capire che cosa succede esattamente. Capire quelli che i telegiornali non solo non ci dicono, ma che addirittura cercano di nasconderci. Mentendo anche sulle parole. Questa non è una legge sulle intercettazioni. È anche una legge sulle intercettazioni. Ma questa è una legge che abolisce di fatto la cronaca giudiziaria per tutta la lunga fase delle indagini, fino all’inizio del processo. Cioè da quando viene commesso un fatto, a quando viene scoperto, a quando viene processata la persona sospettata di averlo commesso, i cittadini non potranno più sapere nulla. Cominciamo però a vedere il primo versante, cioè quello delle intercettazioni, laddove non saranno più possibili e con quali conseguenze tutto ciò avverrà. Ce l’hanno condita e intortata dicendoci che negli altri paesi ce ne sono meno. Ho sentito ancora ieri qualche demente in televisione, naturalmente ministro, dire che negli Stati Uniti vanno avanti a reprimere i reati con 1.500 intercettazioni all’anno, in un paese che ha il quintuplo della nostra popolazione. Com’è possibile invece che noi abbiamo 125.000 intercettazioni all’anno e ancora non siamo contenti? In realtà, l’abbiamo già visto, noi non abbiamo 125.000 intercettazioni. Noi abbiamo 75.000 decreti per intercettare che riguardano spesso i vari telefoni di una stessa persona. Quindi le persone intercettate, l’altra volta abbiamo detto essendo molto ottimisti 80.000, i magistrati calcolano che siano circa 20-30.000 all’anno. Negli Stati Uniti non sono affatto 1.500. Sono milioni le persone intercettate, soltanto che la non risulta nelle statistiche perché là a intercettare sono l’FBI, la CIA, i vari servizi di sicurezza e le varie polizie locali e federali. Pensate, Giancarlo Caselli soltanto nella procura di Torino ha calcolato che lo 0,2% dei processi che si fanno contiene intercettazioni. Lo 0,2% dei processi. Altro che “tutto intercettato, tutti intercettati”. Comunque. Il fatto che non si possa più intercettare per reati puniti con pene inferiori ai dieci anni o quelli contro la pubblica amministrazione, significa che non potremo più scoprire con le intercettazioni reati di: usura, truffe – anche le truffe scoperte da De Magistris, le ruberie sui fondi Europei, sui fondi regionali; l’Europa sarà contenta di noi – sequestri di persona. Se fosse vera la leggenda secondo cui gli zingari rubano i bambini, ebbene se uno zingaro ruba un bambino quello è un sequestro semplice perché non è a scopo di estorsione e non può più essere scoperto con intercettazioni. Il contrabbando, altra specialità delle mafie come l’usura. Lo sfruttamento della prostituzione. La rapina. Il furto in appartamento...
Quante piccole gang o grandi gang di ladri vengono sgominate intercettando? Non si può più. Associazione per delinquere; persino l’associazione per delinquere. Lo scippo. L’incendio. La ricettazione: i ricettatori sono quelli che smaltiscono e diffondono la refurtiva. Bene, nemmeno quello. La calunnia. I reati ambientali: tutti i reati sull’ambiente, discariche, ecc. Salute e sicurezza sul lavoro, per nulla più si potrà intercettare. Reati ovviamente – quelli li sappiamo – reati economico finanziari. Pensate a tutte le turbative di borsa, le frodi fiscali, le frodi sull’IVA che scoperte con le intercettazioni portano lo Stato a recuperare un sacco di evasione. Nulla di nulla. Ricerca dei latitanti, nemmeno. Quando uno mette sotto intercettazione tutti gli amici e i parenti e i possibili favoreggiatori di un latitante e poi sta lì ad aspettare che qualcuno compia un passo falso, non si potrà più fare. Perché? Perché c’è un’altra clausola che dice che l’intercettazione può durare al massimo tre mesi. Dopodichè si staccano gli apparecchi e si va a casa. Quindi se il latitante si fa beccare entro tre mesi, bene, se invece rimane uccel di bosco più di tre mesi, pazienza. Tempo scaduto. Lo Stato si da la scadenza. Mentre il latitante no, ovviamente. Questo vale anche per i sequestri di persona. Voi sapete che quando viene sequestrata una persona, tipo un bambino, si mettono sono osservazione i telefoni della famiglia nella speranza di risalire ai telefoni dei sequestratori e di localizzarli. Bene, anche qui dopo i tre mesi si stacca tutto. Quindi, o l’anonima sequestri ci fa il favore di restituirci gli ostaggi entro e non oltre i novanta giorni, oppure sennò pazienza. Chi si è visto, si è visto. Altra genialata: ci vorranno tre giudici, non più un GIP, tre giudici per decidere su un’intercettazione. Pensate che in Italia il GIP monocratico, cioè lui da solo, può condannare addirittura per omicidio, ti può dare trent’anni per omicidio con rito abbreviato. Bene, da solo potrà condannarti per omicidio, ma non potrà più autorizzare l’intercettazione di un telefonino. Pensate l’assurdità. Ci sono tribunali che hanno dieci giudici in tutto, i quali dovranno fare: in tre il collegio per autorizzare le intercettazioni, poi un quarto dovrà fare il GIP, poi un altro dovrà occuparsi del processo e alla fine non si troveranno più i giudici che potranno occuparsi tutti dello stesso processo e quindi si bloccherà la giustizia nei posti medio-piccoli. Perché? Perché i giudici diventano incompatibili quando hanno deciso una volta su un caso. I giudici non potranno più parlare. Le due magistrato che hanno fatto arrestare gli scannatori della clinica Santa Rita di Milano hanno fatto una conferenza stampa assieme alla polizia giudiziaria per spiegare ai cittadini che cosa era successo, per metterli in guardia da quello che era successo. D’ora in poi, quando entrerà in vigore questa legge porcata, il fatto che hanno parlato della loro inchiesta nella conferenza stampa fa sì che debbano lasciare l’inchiesta. Non possono proseguirla loro, la devono lasciare a qualcun altro. Se un magistrato parla male di Provenzano, non potrà più indagare su Provenzano. Perché si è già pronunciato. Non sto parlando del giudice che dovrà giudicarlo, sto parlando del pubblico ministero che spiega quali indizi ha raccolto a carico di Provenzano oppure degli scannatori della clinica.Quindi, non solo i giornalisti non possono più raccontare le inchieste, ma non le possono più raccontare neppure i magistrati, sennò perdono l’inchiesta all’istante. Ma non solo. Se anche il magistrato sta zitto, per conservare la sua inchiesta, c’è modo di farlo fuori lo stesso. Decide l’imputato. Se l’imputato denuncia il suo pubblico ministero, o meglio, se l’indagato denuncia il suo pubblico ministero accusandolo di una fuga di notizie che magari non ha fatto – tipo De Magistris, adesso sta venendo fuori che le fughe di notizie le facevano i suoi superiori per farle ricadere su di lui – facciamo il caso che uno viene denunciato nella procura vicina per avere fatto una fuga di notizie – non si sa se è vero o non è vero – bene, il fatto stesso che sia stato denunciato consente al suo capo di levargli l’inchiesta. Anche se lui non ha fatto niente. Quindi è l’imputato che decide in qualche modo di scegliersi il suo pubblico ministero. Se gli piace perché è morbido, se lo tiene, sennò lo denuncia e il capo gli toglie l’inchiesta.C’è una "normina", l’avrete forse letta, la “salva-preti”. Dopo la “salva-Previti” adesso abbiamo la “salva-preti” per cui se uno è un cittadino normale, niente, legge normale. Se invece è un sacerdote, per indagare bisogna avvertire il suo vescovo. Dopodichè, se viene indagato un vescovo – ed è capitato anche recentemente – allora bisogna avvertire la Segreteria di Stato vaticana, cioè un ministero estero per processare un cittadino italiano. Un gentile omaggio al Vaticano. Uno dei tanti. I giornalisti. E veniamo alla parte che non riguarda più i limiti alle intercettazioni, ma riguarda l’abolizione della cronaca giudiziaria e una pesante limitazione alla libertà di stampa e alla libertà dei cittadini di essere informati, al diritto dei cittadini di essere informati. Dunque, dico subito che con questa legge non si potrà più scrivere nulla degli atti giudiziari, quindi non solo delle inchieste, ma anche degli interrogatori, dei verbali, di quello che dice la difesa, di quello che dice l’accusa, dei decreti di perquisizione, degli avvisi di garanzia, dei decreti di custodia cautelare, dei decreti di sequestro, ecc. Niente. Tutti gli atti giudiziari dell’indagine sono non pubblicabili. Attenzione: non sono segreti, sono non pubblicabili. La nostra legge stabilisce che quando il magistrato li consegna all’avvocato e all’indagato, in quel momento cessano di essere segreti e quindi oggi, giustamente se non sono più segreti, i giornalisti li possono pubblicare. Qui non stanno vietandoci di pubblicare roba segreta, perché pubblicare roba segreta è già vietato. Ci stanno vietando di pubblicare roba pubblica. Che è un’altra cosa. Infatti nella legge c’è scritto che non si può più nemmeno parlare, nemmeno nel contenuto e nemmeno per riassunto, degli atti, anche se non sono più coperti da segreto; perché se sono coperti da segreto è già vietato pubblicarli. Quindi stiamo parlando di roba pubblica, roba legittimamente conosciuta dai giornalisti, e quindi dai cittadini. Se uno li pubblica, se un giornalista li pubblica, sono da uno a tre anni di galera. Più un’ammenda che va a mille e rotti euro. “Va beh – uno dirà – ti pigli la multa: mille euro, li avrai?! Sì, certo, non per tutti gli articoli che scrivi, ma non è un danno drammatico essere condannati a pagare una multa fino a mille euro”. Il problema è che qui la pena pecuniaria e la pena detentiva sono associate: te le danno tutte e due assieme. Il minimo della pena detentiva è un anno. Che significa? Significa che con le attenuanti ecc. la prima volta che ti condannano, ti condannano a un minimo di nove mesi e non vai in carcere, perché sapete che in Italia fino a due anni c’è la condizionale, la sospensione condizionale, e fino a tre anni di può chiedere l’affidamento al servizio sociale, come Previti. Viceversa, se uno scrive tre articoli contenenti tre notizie non più segrete, ma che diventano non più pubblicabili, - fate il calcolo – nove per tre, ventisette: sono 27 mesi, il che significa due anni e tre mesi, si va fuori dalla sospensione condizionale e si finisce in carcere o all’affidamento al servizio sociale. E alla quarta condanna si superano i tre anni e si va direttamente in galera. Quindi bastano quattro articoli, a un giornalista capita di scriverne anche uno o due al giorno, oppure basta un libro contenente quattro notizie pubbliche, ma non più pubblicabili, per finire in galera. La galera! In un paese in cui in galera non ci va più nessuno, salvo i poveracci. Bene i giornalisti concretamente rischieranno di andarci per quel meccanismo del minimo di pena, che è molto alto – un anno – e l’associazione obbligatoria con la multa, che non è sostitutiva, ma associata. Allora che cosa succederà? Succederà che nessuno scriverà più niente, a meno che non sia un masochista e voi non saprete più niente. Di tutta la lunga fase delle indagini finché non inizia il processo… Ma se voi mettete insieme i limiti alle intercettazioni – quello che i giudici non potranno più scoprire – e i limiti alla pubblicazione – quello che i cittadini non potranno più sapere – voi avete il quadro di una filosofia che individua esattamente nei due poteri di controllo democratici rispetto al potere politico, i nemici da abbattere, i nemici politici numero uno, i veri criminali del nostro paese, la vera emergenza sicurezza è rappresentata dalla presenza di giornalisti che informano e magistrati che indagano e quindi dagli al giornalista e dagli al magistrato. È una legge liberticida che ha almeno il pregio della chiarezza: individua nei poteri di controllo i nemici del potere e li abbatte. Il risultato qual è? È che non si potrà più scoprire uno scandalo come quello del SISMI, delle deviazioni dei dossieraggi di Pollari e Pompa. Pensate che hanno trovato a Pompa centinaia di migliaia di dossier su giornalisti, politici, magistrati, ritenuti pericolosi, non per la sicurezza dello stato, mica è Al Qaida, pericolosi per Berlusconi. Questo scandalo non si potrà più scoprire. Un sequestro come quello di Abu Omar non si potrà più scoprire, perché non è stato un sequestro a scopo di estorsione, era un sequestro semplice e quindi punito con pene inferiori ai dieci anni. Non si potrà più scoprire calciopoli, ovviamente. Calciopoli inizia da una ipotesi di frode. Solo dopo si arriva a scoprire l’associazione a delinquere. Quindi, non sarebbero state autorizzate le intercettazioni, quindi non si sarebbe scoperta l’associazione a delinquere. In ogni caso, anche se si fosse scoperta, per assurdo, noi non avremmo potuto scrivere niente e non sapremmo ancora niente ora, perché il processo non è ancora iniziato – il processo di Napoli su calciopoli. Non avremmo scoperto lo scandalo delle scalate bancarie e al Corriere della Sera dei furbetti del quartierino. Perché? Perché i reati finanziari non sono più compresi, quindi i magistrati non avrebbero potuto intercettare, non avrebbero potuto scoprire che Fazio avvertiva segretamente Fiorani di notte e che Fiorani gli mandava i bacetti e che turbavano completamente il mercato perché l’arbitro tifava per una squadra anzi ne faceva parte, era il capitano non giocatore, anzi capitano giocatore. In ogni caso i giornali non avrebbero pubblicato ancora adesso visto che il processo per Antonveneta, Fiorani, per Unipol, BNL e per Ricucci, Rizzoli Corriere della Sera, non è ancora iniziato. Siamo alla fine delle indagini.La clinica degli orrori. Abbiamo sentito questo – mi dispiace dirlo, ma tecnicamente si chiama così – ignorante, uomo che ignora la materia di cui dovrebbe occuparsi. Questo ignorantissimo ministro “ad personam” Angelino Alfano ridacchiare in televisione e dire: “Ma figuriamoci, un processo di omicidio nella clinica degli orrori, sarebbe possibile anche oggi perché noi l’omicidio l’abbiamo compreso nei reati per cui si può intercettare”. Già. Peccato che l’indagine nella clinica Santa Rita sia partita da intercettazioni disposte per truffa e falso. Due reati puniti con pene sotto i dieci anni, quindi oggi non più “intercettabili”, quindi da lì non si sarebbe più potuto scoprire che questi non solo facevano i falsi delle cartelle cliniche, ma ammazzavano o scannavano la gente. Non si potrebbe più scoprire niente. E in ogni caso, facendo finta che si potesse ancora scoprire, noi non potremmo più raccontarlo e voi non potreste più saperlo.Pensate che bellezza per i risparmiatori dell’Antonveneta non sapere ancora adesso che quello che li vuole comprare, cioè Fiorani, è uno che mette le mani nei conti dei correnti della Popolare di Lodi. E pensate che bellezza per i correntisti della Popolare di Lodi non sapere che fine fanno i soldi che loro pensano di avere messo al sicuro nella Banca di Lodi. E non potrebbero organizzarsi per denunciare Fiorani. E Fiorani sarebbe ancora lì. Anzi, avrebbe comprato l’Antonveneta se non fosse stato bloccato dalla pubblicazione delle intercettazioni e fatto fuori giustamente dagli organi di vertice della sua banca.E Fazio sarebbe ancora lì. E Moggi sarebbe ancora lì a truccare i campionati con tutta la sua banda. Perché? Perché non si saprebbe niente e quindi, in base a cosa puoi mandare via uno se non è stato ancora processato e non si sa nemmeno che cosa ha fatto?Pensate ai malati della clinica che si ritrovano senza uno o due organi, oppure con l’organo al posto sbagliato, il fegato al posto del cervello, la milza al posto del tendine, ecc. che si stanno organizzando in una class action per chiedere i danni a quegli scannatori che li hanno ridotti così, o a i parenti di quelli che sono già morti, che si stanno organizzando per chiedere i danni. Bene non saprebbero nemmeno quello che è successo. Non verrebbe loro nemmeno in mente di chiedere i danni, perché non saprebbero di aver subito i danni e ci sarebbero persone che pensano che i loro congiunti sono morti per una tragica fatalità, perché era giunta la loro ora, mentre invece sono stati massacrati dall’ospedale e poi sono stati pure falsificati i referti nelle loro cartelle cliniche.Scalfari ieri su Repubblica ricordava che se la mafia è stata condannata la prima volta nella sua storia al maxi processo, è stato perché i giornali hanno raccontato che cosa faceva la prima sezione della Cassazione presieduta da Carnevale che annullava regolarmente le condanne di mafia, per cui per fortuna, su input di Giovanni Falcone, il ministro Martelli chiese al presidente della Cassazione di fare un turno nelle presidenze dei processi di mafia, in modo che non presiedesse solo Carnevale ma anche qualcun altro. Appena Carnevale fu sostituito da un altro, la mafia fu condannata per la prima volta e fu lo scatenamento della vendetta mafiosa, ma intanto abbiamo messo dentro centinaia di mafiosi.Perché è successo tutto questo? Perché la stampa ha potuto esercitare un controllo su quelle zone d’ombra della magistratura, perché mica i magistrati sono tutti buoni.Il caso di Rignano Flaminio, cioè un’indagine probabilmente farlocca dove era state accusate ingiustamente delle persone, almeno questo è quello che è emerso finora, lo dobbiamo al fatto che giornali, giornalisti come Bonini, per esempio, di Repubblica, ma anche del Corriere della Sera, hanno svelato la debolezza dell’impianto accusatorio e quindi quando l’informazione fa il suo dovere, esercita un controllo democratico sui magistrati. Non possiamo lasciare i magistrati indagare per anni senza sapere cosa stanno facendo, magari sbagliano e noi li aiutiamo anche a non sbagliare. Oppure smascheriamo i loro errori, se sono dolosi, e loro sono costretti a fermarsi. Chi lo garantisce questo controllo se adesso non si scrive più niente sulle indagini? Anche le indagini sbagliate partiranno sbagliate e finiranno sbagliate. Avremo più errori giudiziari. Come faremo a sapere come si difende una persona se non potremo pubblicare il suo interrogatorio. Quindi magari, chi si difende ha ragione e chi lo accusa ha torto, ma noi non lo potremo sapere. Pensate a livello democratico che cosa vuol dire tutto ciò. Gli editori saranno sempre più frenati dal consentire ai giornalisti di pubblicare cose a rischio, perché? Perché a loro volta rischiano una multa fino a 400.000 euro – ogni articolo, fino a 400.000 euro - di e rischiano soprattutto di essere portati a processo non solo come singoli editori, ma anche come società, in base alla legge 231 sulla responsabilità giuridica delle società. Per evitare alla società di finire in tribunale con ripercussioni sulla Borsa, che cosa devono dimostrare gli editori? Di aver adottato tutte le precauzioni all’interno della loro azienda, cioè all’interno del giornale, della televisione o della radio, per impedire la commissione di questo reato di pubblicazione indebita di atti. Che cosa faranno per dimostrare che loro si sono premuniti e non sono responsabili di eventuali violazioni che commettano i loro giornalisti e i loro direttori? Licenzieranno i giornalisti e direttori che non voglio obbedire a questa legge. In più, ogni volta che un giornalista verrà indagato per pubblicazione indebita di atti, la procura dovrà per leggere mandare la notifica all’Ordine dei Giornalisti che potrà sospendere il giornalista fino a tre mesi. Quindi ogni articolo che scrivi ti sospendono per tre mesi e tu per tre mesi non lavori. Fai quattro articoli e non lavori per un anno. Se l’Ordine ottempererà, ma bisogna vedere se avrà la possibilità di non ottemperare a questa sanzione disciplinare, perché l’ordine è tenuto a rispettare le leggi esistenti. Voi capite che cosa è stato messo in piedi? È stato messo in piedi un meccanismo di regime – l’altra volta abbiamo parlato di prove tecniche di fascismo – qui siamo stati minimalisti. Qui non stanno facendo prove, lo stanno attuando. Un regime moderno. E per chi fosse nostalgico dei regimi passati, mandano anche l’esercito per le strade, perché si capisca cosa sta succedendo.Io vi posso dire quello che ho scritto sull’Unità e cioè che io farò disobbedienza civile rispetto a questa legge. Farò obiezione di coscienza. Quindi tutti gli atti che mi capiteranno o che riuscirò a procurarmi – e che farò di tutto per procurarmi come sempre – li pubblicherò. E integrali, e nel contenuto e nel riassunto o come mi gira in quel momento, perché penso che questo sia il mio dovere, altrimenti dovrei cambiare mestiere.Spero naturalmente che altri, ma sta ricevendo questo appello che abbiamo lanciato dall’Unità e dal blog voglioscendere, moltissime adesioni di moltissimi cronisti giudiziari, penso che bisognerà prepararsi a fare da cavie per essere anche eventualmente arrestati e poter impugnare davanti alla Corte Costituzionale, davanti alla Corte Europea di Giustizia, questa legge veramente infame.Dopodichè speriamo di riuscire anche per via referendaria a cancellarla. Da questo punto di vista tutte le iniziative che si fanno in questo settore sono le benvenute. Segnalo, per esempio, quella del sito micromega.net, dove Furio Colombo, Giulietti, Pardi e altri invitano i leader dell’opposizione a manifestare. Se i leader dell’opposizione non vorranno manifestare, cosa abbastanza probabile, bisognerà organizzarsi e quindi, Beppe preparati!Voi sappiate che questa non è una legge contro i giornalisti, non è un legge sulle intercettazioni, è una legge contro di voi per impedirvi di sapere.Al cittadino non far sapere quali sono i delitti del potere. Questo è lo slogan di questa legge infame. Passate parola. A lunedì."
"Buongiorno a tutti. Mi dispiace, ma dobbiamo ricominciare a parlare di intercettazioni, perché questo è quello che offre il convento e quello che chiedono anche gran parte dei frequentatori del blog di Beppe e del blog nostro – voglioscendere – e di tanti altri che si stanno sintonizzando con noi, il lunedì alle due. Ne parliamo, anche se presto dovremo occuparci anche di altre leggi vergogna, che sono quelle, per esempio, del ritorno all’impunità per le alte cariche (soprattutto di quella bassa) lodo Schifani bis, ma questa – ogni giorno ha la sua pena – la vediamo un’altra volta. È interessante, ora che finalmente abbiamo un testo che sembrerebbe definitivo per quanto riguarda il cosiddetto disegno di legge Berlusconi-Alfano-Ghedini sulle intercettazioni, capire che cosa succede esattamente. Capire quelli che i telegiornali non solo non ci dicono, ma che addirittura cercano di nasconderci. Mentendo anche sulle parole. Questa non è una legge sulle intercettazioni. È anche una legge sulle intercettazioni. Ma questa è una legge che abolisce di fatto la cronaca giudiziaria per tutta la lunga fase delle indagini, fino all’inizio del processo. Cioè da quando viene commesso un fatto, a quando viene scoperto, a quando viene processata la persona sospettata di averlo commesso, i cittadini non potranno più sapere nulla. Cominciamo però a vedere il primo versante, cioè quello delle intercettazioni, laddove non saranno più possibili e con quali conseguenze tutto ciò avverrà. Ce l’hanno condita e intortata dicendoci che negli altri paesi ce ne sono meno. Ho sentito ancora ieri qualche demente in televisione, naturalmente ministro, dire che negli Stati Uniti vanno avanti a reprimere i reati con 1.500 intercettazioni all’anno, in un paese che ha il quintuplo della nostra popolazione. Com’è possibile invece che noi abbiamo 125.000 intercettazioni all’anno e ancora non siamo contenti? In realtà, l’abbiamo già visto, noi non abbiamo 125.000 intercettazioni. Noi abbiamo 75.000 decreti per intercettare che riguardano spesso i vari telefoni di una stessa persona. Quindi le persone intercettate, l’altra volta abbiamo detto essendo molto ottimisti 80.000, i magistrati calcolano che siano circa 20-30.000 all’anno. Negli Stati Uniti non sono affatto 1.500. Sono milioni le persone intercettate, soltanto che la non risulta nelle statistiche perché là a intercettare sono l’FBI, la CIA, i vari servizi di sicurezza e le varie polizie locali e federali. Pensate, Giancarlo Caselli soltanto nella procura di Torino ha calcolato che lo 0,2% dei processi che si fanno contiene intercettazioni. Lo 0,2% dei processi. Altro che “tutto intercettato, tutti intercettati”. Comunque. Il fatto che non si possa più intercettare per reati puniti con pene inferiori ai dieci anni o quelli contro la pubblica amministrazione, significa che non potremo più scoprire con le intercettazioni reati di: usura, truffe – anche le truffe scoperte da De Magistris, le ruberie sui fondi Europei, sui fondi regionali; l’Europa sarà contenta di noi – sequestri di persona. Se fosse vera la leggenda secondo cui gli zingari rubano i bambini, ebbene se uno zingaro ruba un bambino quello è un sequestro semplice perché non è a scopo di estorsione e non può più essere scoperto con intercettazioni. Il contrabbando, altra specialità delle mafie come l’usura. Lo sfruttamento della prostituzione. La rapina. Il furto in appartamento...
Quante piccole gang o grandi gang di ladri vengono sgominate intercettando? Non si può più. Associazione per delinquere; persino l’associazione per delinquere. Lo scippo. L’incendio. La ricettazione: i ricettatori sono quelli che smaltiscono e diffondono la refurtiva. Bene, nemmeno quello. La calunnia. I reati ambientali: tutti i reati sull’ambiente, discariche, ecc. Salute e sicurezza sul lavoro, per nulla più si potrà intercettare. Reati ovviamente – quelli li sappiamo – reati economico finanziari. Pensate a tutte le turbative di borsa, le frodi fiscali, le frodi sull’IVA che scoperte con le intercettazioni portano lo Stato a recuperare un sacco di evasione. Nulla di nulla. Ricerca dei latitanti, nemmeno. Quando uno mette sotto intercettazione tutti gli amici e i parenti e i possibili favoreggiatori di un latitante e poi sta lì ad aspettare che qualcuno compia un passo falso, non si potrà più fare. Perché? Perché c’è un’altra clausola che dice che l’intercettazione può durare al massimo tre mesi. Dopodichè si staccano gli apparecchi e si va a casa. Quindi se il latitante si fa beccare entro tre mesi, bene, se invece rimane uccel di bosco più di tre mesi, pazienza. Tempo scaduto. Lo Stato si da la scadenza. Mentre il latitante no, ovviamente. Questo vale anche per i sequestri di persona. Voi sapete che quando viene sequestrata una persona, tipo un bambino, si mettono sono osservazione i telefoni della famiglia nella speranza di risalire ai telefoni dei sequestratori e di localizzarli. Bene, anche qui dopo i tre mesi si stacca tutto. Quindi, o l’anonima sequestri ci fa il favore di restituirci gli ostaggi entro e non oltre i novanta giorni, oppure sennò pazienza. Chi si è visto, si è visto. Altra genialata: ci vorranno tre giudici, non più un GIP, tre giudici per decidere su un’intercettazione. Pensate che in Italia il GIP monocratico, cioè lui da solo, può condannare addirittura per omicidio, ti può dare trent’anni per omicidio con rito abbreviato. Bene, da solo potrà condannarti per omicidio, ma non potrà più autorizzare l’intercettazione di un telefonino. Pensate l’assurdità. Ci sono tribunali che hanno dieci giudici in tutto, i quali dovranno fare: in tre il collegio per autorizzare le intercettazioni, poi un quarto dovrà fare il GIP, poi un altro dovrà occuparsi del processo e alla fine non si troveranno più i giudici che potranno occuparsi tutti dello stesso processo e quindi si bloccherà la giustizia nei posti medio-piccoli. Perché? Perché i giudici diventano incompatibili quando hanno deciso una volta su un caso. I giudici non potranno più parlare. Le due magistrato che hanno fatto arrestare gli scannatori della clinica Santa Rita di Milano hanno fatto una conferenza stampa assieme alla polizia giudiziaria per spiegare ai cittadini che cosa era successo, per metterli in guardia da quello che era successo. D’ora in poi, quando entrerà in vigore questa legge porcata, il fatto che hanno parlato della loro inchiesta nella conferenza stampa fa sì che debbano lasciare l’inchiesta. Non possono proseguirla loro, la devono lasciare a qualcun altro. Se un magistrato parla male di Provenzano, non potrà più indagare su Provenzano. Perché si è già pronunciato. Non sto parlando del giudice che dovrà giudicarlo, sto parlando del pubblico ministero che spiega quali indizi ha raccolto a carico di Provenzano oppure degli scannatori della clinica.Quindi, non solo i giornalisti non possono più raccontare le inchieste, ma non le possono più raccontare neppure i magistrati, sennò perdono l’inchiesta all’istante. Ma non solo. Se anche il magistrato sta zitto, per conservare la sua inchiesta, c’è modo di farlo fuori lo stesso. Decide l’imputato. Se l’imputato denuncia il suo pubblico ministero, o meglio, se l’indagato denuncia il suo pubblico ministero accusandolo di una fuga di notizie che magari non ha fatto – tipo De Magistris, adesso sta venendo fuori che le fughe di notizie le facevano i suoi superiori per farle ricadere su di lui – facciamo il caso che uno viene denunciato nella procura vicina per avere fatto una fuga di notizie – non si sa se è vero o non è vero – bene, il fatto stesso che sia stato denunciato consente al suo capo di levargli l’inchiesta. Anche se lui non ha fatto niente. Quindi è l’imputato che decide in qualche modo di scegliersi il suo pubblico ministero. Se gli piace perché è morbido, se lo tiene, sennò lo denuncia e il capo gli toglie l’inchiesta.C’è una "normina", l’avrete forse letta, la “salva-preti”. Dopo la “salva-Previti” adesso abbiamo la “salva-preti” per cui se uno è un cittadino normale, niente, legge normale. Se invece è un sacerdote, per indagare bisogna avvertire il suo vescovo. Dopodichè, se viene indagato un vescovo – ed è capitato anche recentemente – allora bisogna avvertire la Segreteria di Stato vaticana, cioè un ministero estero per processare un cittadino italiano. Un gentile omaggio al Vaticano. Uno dei tanti. I giornalisti. E veniamo alla parte che non riguarda più i limiti alle intercettazioni, ma riguarda l’abolizione della cronaca giudiziaria e una pesante limitazione alla libertà di stampa e alla libertà dei cittadini di essere informati, al diritto dei cittadini di essere informati. Dunque, dico subito che con questa legge non si potrà più scrivere nulla degli atti giudiziari, quindi non solo delle inchieste, ma anche degli interrogatori, dei verbali, di quello che dice la difesa, di quello che dice l’accusa, dei decreti di perquisizione, degli avvisi di garanzia, dei decreti di custodia cautelare, dei decreti di sequestro, ecc. Niente. Tutti gli atti giudiziari dell’indagine sono non pubblicabili. Attenzione: non sono segreti, sono non pubblicabili. La nostra legge stabilisce che quando il magistrato li consegna all’avvocato e all’indagato, in quel momento cessano di essere segreti e quindi oggi, giustamente se non sono più segreti, i giornalisti li possono pubblicare. Qui non stanno vietandoci di pubblicare roba segreta, perché pubblicare roba segreta è già vietato. Ci stanno vietando di pubblicare roba pubblica. Che è un’altra cosa. Infatti nella legge c’è scritto che non si può più nemmeno parlare, nemmeno nel contenuto e nemmeno per riassunto, degli atti, anche se non sono più coperti da segreto; perché se sono coperti da segreto è già vietato pubblicarli. Quindi stiamo parlando di roba pubblica, roba legittimamente conosciuta dai giornalisti, e quindi dai cittadini. Se uno li pubblica, se un giornalista li pubblica, sono da uno a tre anni di galera. Più un’ammenda che va a mille e rotti euro. “Va beh – uno dirà – ti pigli la multa: mille euro, li avrai?! Sì, certo, non per tutti gli articoli che scrivi, ma non è un danno drammatico essere condannati a pagare una multa fino a mille euro”. Il problema è che qui la pena pecuniaria e la pena detentiva sono associate: te le danno tutte e due assieme. Il minimo della pena detentiva è un anno. Che significa? Significa che con le attenuanti ecc. la prima volta che ti condannano, ti condannano a un minimo di nove mesi e non vai in carcere, perché sapete che in Italia fino a due anni c’è la condizionale, la sospensione condizionale, e fino a tre anni di può chiedere l’affidamento al servizio sociale, come Previti. Viceversa, se uno scrive tre articoli contenenti tre notizie non più segrete, ma che diventano non più pubblicabili, - fate il calcolo – nove per tre, ventisette: sono 27 mesi, il che significa due anni e tre mesi, si va fuori dalla sospensione condizionale e si finisce in carcere o all’affidamento al servizio sociale. E alla quarta condanna si superano i tre anni e si va direttamente in galera. Quindi bastano quattro articoli, a un giornalista capita di scriverne anche uno o due al giorno, oppure basta un libro contenente quattro notizie pubbliche, ma non più pubblicabili, per finire in galera. La galera! In un paese in cui in galera non ci va più nessuno, salvo i poveracci. Bene i giornalisti concretamente rischieranno di andarci per quel meccanismo del minimo di pena, che è molto alto – un anno – e l’associazione obbligatoria con la multa, che non è sostitutiva, ma associata. Allora che cosa succederà? Succederà che nessuno scriverà più niente, a meno che non sia un masochista e voi non saprete più niente. Di tutta la lunga fase delle indagini finché non inizia il processo… Ma se voi mettete insieme i limiti alle intercettazioni – quello che i giudici non potranno più scoprire – e i limiti alla pubblicazione – quello che i cittadini non potranno più sapere – voi avete il quadro di una filosofia che individua esattamente nei due poteri di controllo democratici rispetto al potere politico, i nemici da abbattere, i nemici politici numero uno, i veri criminali del nostro paese, la vera emergenza sicurezza è rappresentata dalla presenza di giornalisti che informano e magistrati che indagano e quindi dagli al giornalista e dagli al magistrato. È una legge liberticida che ha almeno il pregio della chiarezza: individua nei poteri di controllo i nemici del potere e li abbatte. Il risultato qual è? È che non si potrà più scoprire uno scandalo come quello del SISMI, delle deviazioni dei dossieraggi di Pollari e Pompa. Pensate che hanno trovato a Pompa centinaia di migliaia di dossier su giornalisti, politici, magistrati, ritenuti pericolosi, non per la sicurezza dello stato, mica è Al Qaida, pericolosi per Berlusconi. Questo scandalo non si potrà più scoprire. Un sequestro come quello di Abu Omar non si potrà più scoprire, perché non è stato un sequestro a scopo di estorsione, era un sequestro semplice e quindi punito con pene inferiori ai dieci anni. Non si potrà più scoprire calciopoli, ovviamente. Calciopoli inizia da una ipotesi di frode. Solo dopo si arriva a scoprire l’associazione a delinquere. Quindi, non sarebbero state autorizzate le intercettazioni, quindi non si sarebbe scoperta l’associazione a delinquere. In ogni caso, anche se si fosse scoperta, per assurdo, noi non avremmo potuto scrivere niente e non sapremmo ancora niente ora, perché il processo non è ancora iniziato – il processo di Napoli su calciopoli. Non avremmo scoperto lo scandalo delle scalate bancarie e al Corriere della Sera dei furbetti del quartierino. Perché? Perché i reati finanziari non sono più compresi, quindi i magistrati non avrebbero potuto intercettare, non avrebbero potuto scoprire che Fazio avvertiva segretamente Fiorani di notte e che Fiorani gli mandava i bacetti e che turbavano completamente il mercato perché l’arbitro tifava per una squadra anzi ne faceva parte, era il capitano non giocatore, anzi capitano giocatore. In ogni caso i giornali non avrebbero pubblicato ancora adesso visto che il processo per Antonveneta, Fiorani, per Unipol, BNL e per Ricucci, Rizzoli Corriere della Sera, non è ancora iniziato. Siamo alla fine delle indagini.La clinica degli orrori. Abbiamo sentito questo – mi dispiace dirlo, ma tecnicamente si chiama così – ignorante, uomo che ignora la materia di cui dovrebbe occuparsi. Questo ignorantissimo ministro “ad personam” Angelino Alfano ridacchiare in televisione e dire: “Ma figuriamoci, un processo di omicidio nella clinica degli orrori, sarebbe possibile anche oggi perché noi l’omicidio l’abbiamo compreso nei reati per cui si può intercettare”. Già. Peccato che l’indagine nella clinica Santa Rita sia partita da intercettazioni disposte per truffa e falso. Due reati puniti con pene sotto i dieci anni, quindi oggi non più “intercettabili”, quindi da lì non si sarebbe più potuto scoprire che questi non solo facevano i falsi delle cartelle cliniche, ma ammazzavano o scannavano la gente. Non si potrebbe più scoprire niente. E in ogni caso, facendo finta che si potesse ancora scoprire, noi non potremmo più raccontarlo e voi non potreste più saperlo.Pensate che bellezza per i risparmiatori dell’Antonveneta non sapere ancora adesso che quello che li vuole comprare, cioè Fiorani, è uno che mette le mani nei conti dei correnti della Popolare di Lodi. E pensate che bellezza per i correntisti della Popolare di Lodi non sapere che fine fanno i soldi che loro pensano di avere messo al sicuro nella Banca di Lodi. E non potrebbero organizzarsi per denunciare Fiorani. E Fiorani sarebbe ancora lì. Anzi, avrebbe comprato l’Antonveneta se non fosse stato bloccato dalla pubblicazione delle intercettazioni e fatto fuori giustamente dagli organi di vertice della sua banca.E Fazio sarebbe ancora lì. E Moggi sarebbe ancora lì a truccare i campionati con tutta la sua banda. Perché? Perché non si saprebbe niente e quindi, in base a cosa puoi mandare via uno se non è stato ancora processato e non si sa nemmeno che cosa ha fatto?Pensate ai malati della clinica che si ritrovano senza uno o due organi, oppure con l’organo al posto sbagliato, il fegato al posto del cervello, la milza al posto del tendine, ecc. che si stanno organizzando in una class action per chiedere i danni a quegli scannatori che li hanno ridotti così, o a i parenti di quelli che sono già morti, che si stanno organizzando per chiedere i danni. Bene non saprebbero nemmeno quello che è successo. Non verrebbe loro nemmeno in mente di chiedere i danni, perché non saprebbero di aver subito i danni e ci sarebbero persone che pensano che i loro congiunti sono morti per una tragica fatalità, perché era giunta la loro ora, mentre invece sono stati massacrati dall’ospedale e poi sono stati pure falsificati i referti nelle loro cartelle cliniche.Scalfari ieri su Repubblica ricordava che se la mafia è stata condannata la prima volta nella sua storia al maxi processo, è stato perché i giornali hanno raccontato che cosa faceva la prima sezione della Cassazione presieduta da Carnevale che annullava regolarmente le condanne di mafia, per cui per fortuna, su input di Giovanni Falcone, il ministro Martelli chiese al presidente della Cassazione di fare un turno nelle presidenze dei processi di mafia, in modo che non presiedesse solo Carnevale ma anche qualcun altro. Appena Carnevale fu sostituito da un altro, la mafia fu condannata per la prima volta e fu lo scatenamento della vendetta mafiosa, ma intanto abbiamo messo dentro centinaia di mafiosi.Perché è successo tutto questo? Perché la stampa ha potuto esercitare un controllo su quelle zone d’ombra della magistratura, perché mica i magistrati sono tutti buoni.Il caso di Rignano Flaminio, cioè un’indagine probabilmente farlocca dove era state accusate ingiustamente delle persone, almeno questo è quello che è emerso finora, lo dobbiamo al fatto che giornali, giornalisti come Bonini, per esempio, di Repubblica, ma anche del Corriere della Sera, hanno svelato la debolezza dell’impianto accusatorio e quindi quando l’informazione fa il suo dovere, esercita un controllo democratico sui magistrati. Non possiamo lasciare i magistrati indagare per anni senza sapere cosa stanno facendo, magari sbagliano e noi li aiutiamo anche a non sbagliare. Oppure smascheriamo i loro errori, se sono dolosi, e loro sono costretti a fermarsi. Chi lo garantisce questo controllo se adesso non si scrive più niente sulle indagini? Anche le indagini sbagliate partiranno sbagliate e finiranno sbagliate. Avremo più errori giudiziari. Come faremo a sapere come si difende una persona se non potremo pubblicare il suo interrogatorio. Quindi magari, chi si difende ha ragione e chi lo accusa ha torto, ma noi non lo potremo sapere. Pensate a livello democratico che cosa vuol dire tutto ciò. Gli editori saranno sempre più frenati dal consentire ai giornalisti di pubblicare cose a rischio, perché? Perché a loro volta rischiano una multa fino a 400.000 euro – ogni articolo, fino a 400.000 euro - di e rischiano soprattutto di essere portati a processo non solo come singoli editori, ma anche come società, in base alla legge 231 sulla responsabilità giuridica delle società. Per evitare alla società di finire in tribunale con ripercussioni sulla Borsa, che cosa devono dimostrare gli editori? Di aver adottato tutte le precauzioni all’interno della loro azienda, cioè all’interno del giornale, della televisione o della radio, per impedire la commissione di questo reato di pubblicazione indebita di atti. Che cosa faranno per dimostrare che loro si sono premuniti e non sono responsabili di eventuali violazioni che commettano i loro giornalisti e i loro direttori? Licenzieranno i giornalisti e direttori che non voglio obbedire a questa legge. In più, ogni volta che un giornalista verrà indagato per pubblicazione indebita di atti, la procura dovrà per leggere mandare la notifica all’Ordine dei Giornalisti che potrà sospendere il giornalista fino a tre mesi. Quindi ogni articolo che scrivi ti sospendono per tre mesi e tu per tre mesi non lavori. Fai quattro articoli e non lavori per un anno. Se l’Ordine ottempererà, ma bisogna vedere se avrà la possibilità di non ottemperare a questa sanzione disciplinare, perché l’ordine è tenuto a rispettare le leggi esistenti. Voi capite che cosa è stato messo in piedi? È stato messo in piedi un meccanismo di regime – l’altra volta abbiamo parlato di prove tecniche di fascismo – qui siamo stati minimalisti. Qui non stanno facendo prove, lo stanno attuando. Un regime moderno. E per chi fosse nostalgico dei regimi passati, mandano anche l’esercito per le strade, perché si capisca cosa sta succedendo.Io vi posso dire quello che ho scritto sull’Unità e cioè che io farò disobbedienza civile rispetto a questa legge. Farò obiezione di coscienza. Quindi tutti gli atti che mi capiteranno o che riuscirò a procurarmi – e che farò di tutto per procurarmi come sempre – li pubblicherò. E integrali, e nel contenuto e nel riassunto o come mi gira in quel momento, perché penso che questo sia il mio dovere, altrimenti dovrei cambiare mestiere.Spero naturalmente che altri, ma sta ricevendo questo appello che abbiamo lanciato dall’Unità e dal blog voglioscendere, moltissime adesioni di moltissimi cronisti giudiziari, penso che bisognerà prepararsi a fare da cavie per essere anche eventualmente arrestati e poter impugnare davanti alla Corte Costituzionale, davanti alla Corte Europea di Giustizia, questa legge veramente infame.Dopodichè speriamo di riuscire anche per via referendaria a cancellarla. Da questo punto di vista tutte le iniziative che si fanno in questo settore sono le benvenute. Segnalo, per esempio, quella del sito micromega.net, dove Furio Colombo, Giulietti, Pardi e altri invitano i leader dell’opposizione a manifestare. Se i leader dell’opposizione non vorranno manifestare, cosa abbastanza probabile, bisognerà organizzarsi e quindi, Beppe preparati!Voi sappiate che questa non è una legge contro i giornalisti, non è un legge sulle intercettazioni, è una legge contro di voi per impedirvi di sapere.Al cittadino non far sapere quali sono i delitti del potere. Questo è lo slogan di questa legge infame. Passate parola. A lunedì."
Tuesday, May 27, 2008
Marco Travaglio diretta su www.beppegrillo.it - testo . Alberoni - ICI - Ponte sullo stretto
Riporto di seguito la trascrizione della diretta video di Marco Travaglio del 26 maggio 2008 sul sito http://www.beppegrillo.it/
"Volete farvi quattro risate? Leggete Francesco Alberoni - sociologo del nulla, scalatore delle discese, esperto dell'ovvio - sul Corriere di oggi. Sulla prima pagina del Corriere, dove una volta scriveva Pasolini; oggi Alberoni. Dice Alberoni: "Sono convinto che l'Italia si riprenderà rapidamente. Prima di quanto tutti credano. E si riprenderà perché finalmente ha riacquistato il senso della realtà. Oggi tutti chiedono sicurezza, vogliono i termovalorizzatori, trovano giusto che il capo del Governo si incontri con il capo dell'opposizione, condannano i minorenni che stuprano o uccidono le adolescenti - (prima invece eravamo tutti solidali con gli stupratori) - e accettano che un ministro proponga che i funzionari che non lavorano possano venire licenziati. I giornali e la televisione cominciano a descrivere oggettivamente i fatti di cronaca nera, di corruzione e di povertà, senza ubriacarci con cento pareri politico-ideologici". - (È bastato che Berlusconi vincesse le elezioni, guardate quanti miracoli in due settimane) - "La gente può riflettere e giudicare con la sua testa, usare il suo buon senso. Naturalmente ci sono personaggi che non hanno ancora capito che la società è cambiata e si comportano come quei giapponesi che, a guerra finita, continuano a combattere. Ma spariranno." Parola di Francesco Alberoni. Insomma, il titolo è "Il Paese sta riconquistando il senso della realtà". E vediamo subito qualche esempio di questo riconquistato senso della realtà. Per esempio l'abolizione dell'ICI. Che peraltro, per le case più modeste, era stata già abolita prima. Ma quelli che l'avevano abolita non ce lo avevano nemmeno raccontato, perché non sapevano comunicare. Bene, adesso l'hanno abolita anche per i ricchi e dicono di voler fare il federalismo fiscale. In realtà non c'è tassa più federale di una tassa comunale come l'ICI, che essendo basata sul patrimonio e non sul reddito, costringeva a pagare un po' di tasse anche quelli che sul reddito evadono completamente o parzialmente. E soprattutto era il polmone che finanziava i comuni. Cioè era la tassa più federale che si potesse immaginare. I federalisti l'hanno cancellata e adesso ci diranno che vivremo tutti in un mondo migliore perché risparmieremo tutti un sacco di soldi. In realtà non è vero niente, perché se sparisce l'ICI si aprono voragini nei bilanci dei comuni. Il governo ha già detto che rimborserà i comuni dei mancati introiti dell'ICI e che cosa farà? Aumenterà altre tasse per ripianare. Cioè, non pagheremo più una tassa che si chiama ICI, ma ne pagheremo un'altra che si chiamerà "rimborso dell'ICI". Al comune di Palermo, in questi giorni, hanno circa raddoppiato l'IRPEF e il comune di Palermo è una delle avanguardie di questo nuovo modo di fare il federalismo fiscale fregando la gente. Detassazione degli straordinari. Altra grandissima conquista. E tutti ci credono. E tutti ne discutono. In realtà, come spiegava ieri Scalfari su Repubblica, ci sarà semplicemente uno spostamento nei salari dalla parte fissa alla parte variabile in modo da poter pagare e incassare, diciamo, nella quota che sarà detassata, e questo aumenterà l'elusione e l'evasione fiscale. In ogni caso la detassazione degli straordinari non riguarda gli statali, cioè per esempio le forze dell'ordine, che sono pagate pochissimo e che fanno un lavoro molto spesso difficile non avranno alcun beneficio. Inoltre non saranno coinvolte praticamente le donne, perché le donne di rado fanno straordinari. Non emergerà il nero, perché le aziende in nero continueranno a pagare in nero senza i contributi e senza pagare le tasse. Ci sarà un effetto che bloccherà ancora di più le assunzioni e farà ancora di più ricorso al precariato e agli straordinari di quelli che sono già assunti...
Altro annuncio che non ha nessuna attinenza con i fatti. Il grande risparmio che avremo con la rinegoziazione dei mutui. In realtà, come le associazioni dei consumatori hanno già dimostrato, tornare al tasso fisso del 2006 e rinegoziare i mutui non significherà che risparmieremo, significherà che pagheremo rate per più tempo e quindi alla fine il nostro mutuo ci costerà molto di più di quello che ci costa adesso. Le banche non fanno niente in perdita, quindi ci guadagneranno. Solo che pagheremo a lunga scadenza e non ce ne renderemo conto. Forse qualcuno si farà anche l'idea di avere risparmiato mentre gli viene prelevato qualche centinaio, migliaio di euro di più dalle tasche.L'annuncio del nucleare: "Avremo quattro nuove centrali nucleari". Nessuno fa caso al fatto che le avremo forse fra quindici anni, che quando nasceranno saranno già vecchie o morte perché useranno tecnologie di terza generazione mentre in tutto il mondo si sta già parlando della quarta generazione. Non si sa dove mettere le scorie. Perché noi le riforme le facciamo a costo zero, senza prevedere le conseguenze di quello che facciamo. Tutto ciò ammesso e non concesso che poi queste centrali nascano perché pare che costino circa 30 miliardi, che ci daranno un'energia costosissima e assolutamente fuori mercato e alla fine, se anche nascessero, coprirebbero il 7% del nostro fabbisogno energetico. Insomma, un altro annuncio buttato all'aria che tutti prendono sul serio, ma che probabilmente non si realizzerà. È tutto finto. Tutto finto, come il ponte. Il Ponte sullo Stretto, che ancora una volta viene rilanciato per buttare un po' di soldi in progettazione e in opere preparatorie e che poi non si sa nemmeno se starà in piedi, ma possiamo tranquillamente dirci - così inter nos - che il ponte non ci sarà mai. Servirà semplicemente a buttare dell'altro denaro pubblico. Del resto, a vincere l'appalto è stata l'Impregilo, quella che si è comportata così bene nel non smaltimento dei rifiuti a Napoli. Infine, apoteosi della ricomparsa dei fatti, come ci racconta il professor Alberoni: il reato di clandestinità per gli immigrati, che dovrà garantire grande sicurezza ai cittadini italiani, perché finalmente adotterà la linea dura nei confronti di chi circola per l'Italia senza i documenti e il permesso di soggiorno. Non lo dico io, perché io sono un noto mascalzone, uno di quei giapponesi che sono destinati a sparire, secondo il prof. Alberoni. Ma lo dicono il professor Valerio Onida, che è l'ex presidente della Corte Costituzionale e, il giudice, procuratore aggiunto di Torino, Bruno Tinti, in un articolo che abbiamo pubblicato nel blog www.voglioscendere.it e in un altro articolo che oggi sta su La Stampa di Torino. Bene, che cosa dicono? Che il reato di clandestinità di cui tutti parlano, discutono, si accapigliano, si dividono, pro/contro, ecc. in realtà non esiste. È stato annunciato, ma nell’articolato di legge che è stato presentato da Maroni e dal governo Berlusconi non c'è il reato di clandestinità, cioè di permanenza clandestina in Italia. Ce n'è un altro che sembra la stessa la cosa ma è completamente diverso. Dice l'articolo incriminato: "Ingresso illegale nel territorio dello Stato. Lo straniero che fa ingresso nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni della legge Bossi-Fini è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e deve essere obbligatoriamente arrestato e processato per direttissima." Intanto non sarà mai processato per direttissima perché per le direttissime nei tribunali sono intasate per reati ben più gravi, tipo spaccio di droga, tipo omicidi ecc. e poi soprattutto non prevede la presenza sul territorio. Prevede l'ingresso da uno Stato straniero all'Italia. Che cosa vuol dire l'ingresso? Che, o lo prendi mentre entra, l'immigrato, e allora non si vede per quale motivi lo devi arrestare e processare andando a intasare la macchina della giustizia: lo respingi direttamente alla frontiera. Basta la polizia. Basta la guardia di frontiera. Non c'è bisogno che intervengano la magistratura, gli avvocati, gli interpreti, i cancellieri, ecc. Se lo prendi mentre entra, lo rimandi indietro. Viceversa, se lo trovi già mezz'ora dopo che è entrato, come fai a sapere che è entrato dopo l'entrata in vigore di questa legge, e che quindi ha commesso il reato? Perché naturalmente il reato è nuovo e si applica solo da oggi in poi, non può essere applicato retroattivamente. Lui naturalmente non avendo un bollino di ingresso sulla pelle, per fortuna, potrà raccontare di essere entrato in Italia, un mese fa, 6 mesi fa, 2 anni fa, quando non era ancora reato entrare clandestinamente in Italia. E quindi che cosa succederà? Che non sarà né processato, né arrestato, né condannato. Semplicemente gli verrà detto di andarsene. Lui non se ne andrà perché o il Paese d’origine non lo vuole, visto che non si riesce a dimostrare che lui arrivi proprio da lì, oppure non se ne andrà perché gli dicono di andarsene e lui non ha i mezzi per pagarsi il biglietto aereo per tornarsene al suo Paese, dovrebbe pagarglielo una questura, o una prefettura ma come è noto non hanno i mezzo per finanziare tutti quelli che se ne devono andare. E quindi resterà qua a ingrossare le schiere dei clandestini che molto spesso sono semplici irregolari perché poi lavorano cono l'unica differenza che appunto sono al nero. Ecco questo è un esempio tipico di come si fa a prendere in giro la gente raccontandole una cosa che non esiste ma dando degli annunci altisonanti usando delle parole molto feroci in modo che la gente si senta rassicurata. "Tolleranza zero", "Reato di clandestinità". Il reato di clandestinità non esiste. Esiste un reato impossibile da provare perché è difficilissimo prendere l'immigrato nel momento stesso in cui immigra nel nostro Paese. È l'effetto placebo per i gonzi, per coloro che non leggono le leggi ma ne parlano. E questo riguarda molti politici di destra e di sinistra che hanno esultato o che hanno maledetto questa legge senza mai andare a vedere che cosa succede. Lo hanno fatto l'ex presidente della Corte Costituzionale e il giudice Tinti e ne hanno ricavato l'impressione che non cambierà nulla se non aggravare un po’ la macchina della giustizia che è già al collasso. Berlusconi da questo punto di vista è un maestro. Lui ogni giorno prende un lepre e la lancia essendo sicuro che tutti andranno all’inseguimento della lepre senza rendersi conto che è un'ombra, che la lepre è un miraggio. È un incantesimo. E intanto lui ci guadagna anche se non risolve nessuno dei problemi. Ma continua a fare spot, continua a fare annunci e la gente, compreso il povero Alberoni, scambia lo spot per la realtà.Ecco, se molti mi chiedono che cosa dobbiamo fare, che cosa possiamo fare: informarci. Quando uno si informa è molto più difficile prenderlo per il culo."
"Volete farvi quattro risate? Leggete Francesco Alberoni - sociologo del nulla, scalatore delle discese, esperto dell'ovvio - sul Corriere di oggi. Sulla prima pagina del Corriere, dove una volta scriveva Pasolini; oggi Alberoni. Dice Alberoni: "Sono convinto che l'Italia si riprenderà rapidamente. Prima di quanto tutti credano. E si riprenderà perché finalmente ha riacquistato il senso della realtà. Oggi tutti chiedono sicurezza, vogliono i termovalorizzatori, trovano giusto che il capo del Governo si incontri con il capo dell'opposizione, condannano i minorenni che stuprano o uccidono le adolescenti - (prima invece eravamo tutti solidali con gli stupratori) - e accettano che un ministro proponga che i funzionari che non lavorano possano venire licenziati. I giornali e la televisione cominciano a descrivere oggettivamente i fatti di cronaca nera, di corruzione e di povertà, senza ubriacarci con cento pareri politico-ideologici". - (È bastato che Berlusconi vincesse le elezioni, guardate quanti miracoli in due settimane) - "La gente può riflettere e giudicare con la sua testa, usare il suo buon senso. Naturalmente ci sono personaggi che non hanno ancora capito che la società è cambiata e si comportano come quei giapponesi che, a guerra finita, continuano a combattere. Ma spariranno." Parola di Francesco Alberoni. Insomma, il titolo è "Il Paese sta riconquistando il senso della realtà". E vediamo subito qualche esempio di questo riconquistato senso della realtà. Per esempio l'abolizione dell'ICI. Che peraltro, per le case più modeste, era stata già abolita prima. Ma quelli che l'avevano abolita non ce lo avevano nemmeno raccontato, perché non sapevano comunicare. Bene, adesso l'hanno abolita anche per i ricchi e dicono di voler fare il federalismo fiscale. In realtà non c'è tassa più federale di una tassa comunale come l'ICI, che essendo basata sul patrimonio e non sul reddito, costringeva a pagare un po' di tasse anche quelli che sul reddito evadono completamente o parzialmente. E soprattutto era il polmone che finanziava i comuni. Cioè era la tassa più federale che si potesse immaginare. I federalisti l'hanno cancellata e adesso ci diranno che vivremo tutti in un mondo migliore perché risparmieremo tutti un sacco di soldi. In realtà non è vero niente, perché se sparisce l'ICI si aprono voragini nei bilanci dei comuni. Il governo ha già detto che rimborserà i comuni dei mancati introiti dell'ICI e che cosa farà? Aumenterà altre tasse per ripianare. Cioè, non pagheremo più una tassa che si chiama ICI, ma ne pagheremo un'altra che si chiamerà "rimborso dell'ICI". Al comune di Palermo, in questi giorni, hanno circa raddoppiato l'IRPEF e il comune di Palermo è una delle avanguardie di questo nuovo modo di fare il federalismo fiscale fregando la gente. Detassazione degli straordinari. Altra grandissima conquista. E tutti ci credono. E tutti ne discutono. In realtà, come spiegava ieri Scalfari su Repubblica, ci sarà semplicemente uno spostamento nei salari dalla parte fissa alla parte variabile in modo da poter pagare e incassare, diciamo, nella quota che sarà detassata, e questo aumenterà l'elusione e l'evasione fiscale. In ogni caso la detassazione degli straordinari non riguarda gli statali, cioè per esempio le forze dell'ordine, che sono pagate pochissimo e che fanno un lavoro molto spesso difficile non avranno alcun beneficio. Inoltre non saranno coinvolte praticamente le donne, perché le donne di rado fanno straordinari. Non emergerà il nero, perché le aziende in nero continueranno a pagare in nero senza i contributi e senza pagare le tasse. Ci sarà un effetto che bloccherà ancora di più le assunzioni e farà ancora di più ricorso al precariato e agli straordinari di quelli che sono già assunti...
Altro annuncio che non ha nessuna attinenza con i fatti. Il grande risparmio che avremo con la rinegoziazione dei mutui. In realtà, come le associazioni dei consumatori hanno già dimostrato, tornare al tasso fisso del 2006 e rinegoziare i mutui non significherà che risparmieremo, significherà che pagheremo rate per più tempo e quindi alla fine il nostro mutuo ci costerà molto di più di quello che ci costa adesso. Le banche non fanno niente in perdita, quindi ci guadagneranno. Solo che pagheremo a lunga scadenza e non ce ne renderemo conto. Forse qualcuno si farà anche l'idea di avere risparmiato mentre gli viene prelevato qualche centinaio, migliaio di euro di più dalle tasche.L'annuncio del nucleare: "Avremo quattro nuove centrali nucleari". Nessuno fa caso al fatto che le avremo forse fra quindici anni, che quando nasceranno saranno già vecchie o morte perché useranno tecnologie di terza generazione mentre in tutto il mondo si sta già parlando della quarta generazione. Non si sa dove mettere le scorie. Perché noi le riforme le facciamo a costo zero, senza prevedere le conseguenze di quello che facciamo. Tutto ciò ammesso e non concesso che poi queste centrali nascano perché pare che costino circa 30 miliardi, che ci daranno un'energia costosissima e assolutamente fuori mercato e alla fine, se anche nascessero, coprirebbero il 7% del nostro fabbisogno energetico. Insomma, un altro annuncio buttato all'aria che tutti prendono sul serio, ma che probabilmente non si realizzerà. È tutto finto. Tutto finto, come il ponte. Il Ponte sullo Stretto, che ancora una volta viene rilanciato per buttare un po' di soldi in progettazione e in opere preparatorie e che poi non si sa nemmeno se starà in piedi, ma possiamo tranquillamente dirci - così inter nos - che il ponte non ci sarà mai. Servirà semplicemente a buttare dell'altro denaro pubblico. Del resto, a vincere l'appalto è stata l'Impregilo, quella che si è comportata così bene nel non smaltimento dei rifiuti a Napoli. Infine, apoteosi della ricomparsa dei fatti, come ci racconta il professor Alberoni: il reato di clandestinità per gli immigrati, che dovrà garantire grande sicurezza ai cittadini italiani, perché finalmente adotterà la linea dura nei confronti di chi circola per l'Italia senza i documenti e il permesso di soggiorno. Non lo dico io, perché io sono un noto mascalzone, uno di quei giapponesi che sono destinati a sparire, secondo il prof. Alberoni. Ma lo dicono il professor Valerio Onida, che è l'ex presidente della Corte Costituzionale e, il giudice, procuratore aggiunto di Torino, Bruno Tinti, in un articolo che abbiamo pubblicato nel blog www.voglioscendere.it e in un altro articolo che oggi sta su La Stampa di Torino. Bene, che cosa dicono? Che il reato di clandestinità di cui tutti parlano, discutono, si accapigliano, si dividono, pro/contro, ecc. in realtà non esiste. È stato annunciato, ma nell’articolato di legge che è stato presentato da Maroni e dal governo Berlusconi non c'è il reato di clandestinità, cioè di permanenza clandestina in Italia. Ce n'è un altro che sembra la stessa la cosa ma è completamente diverso. Dice l'articolo incriminato: "Ingresso illegale nel territorio dello Stato. Lo straniero che fa ingresso nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni della legge Bossi-Fini è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e deve essere obbligatoriamente arrestato e processato per direttissima." Intanto non sarà mai processato per direttissima perché per le direttissime nei tribunali sono intasate per reati ben più gravi, tipo spaccio di droga, tipo omicidi ecc. e poi soprattutto non prevede la presenza sul territorio. Prevede l'ingresso da uno Stato straniero all'Italia. Che cosa vuol dire l'ingresso? Che, o lo prendi mentre entra, l'immigrato, e allora non si vede per quale motivi lo devi arrestare e processare andando a intasare la macchina della giustizia: lo respingi direttamente alla frontiera. Basta la polizia. Basta la guardia di frontiera. Non c'è bisogno che intervengano la magistratura, gli avvocati, gli interpreti, i cancellieri, ecc. Se lo prendi mentre entra, lo rimandi indietro. Viceversa, se lo trovi già mezz'ora dopo che è entrato, come fai a sapere che è entrato dopo l'entrata in vigore di questa legge, e che quindi ha commesso il reato? Perché naturalmente il reato è nuovo e si applica solo da oggi in poi, non può essere applicato retroattivamente. Lui naturalmente non avendo un bollino di ingresso sulla pelle, per fortuna, potrà raccontare di essere entrato in Italia, un mese fa, 6 mesi fa, 2 anni fa, quando non era ancora reato entrare clandestinamente in Italia. E quindi che cosa succederà? Che non sarà né processato, né arrestato, né condannato. Semplicemente gli verrà detto di andarsene. Lui non se ne andrà perché o il Paese d’origine non lo vuole, visto che non si riesce a dimostrare che lui arrivi proprio da lì, oppure non se ne andrà perché gli dicono di andarsene e lui non ha i mezzi per pagarsi il biglietto aereo per tornarsene al suo Paese, dovrebbe pagarglielo una questura, o una prefettura ma come è noto non hanno i mezzo per finanziare tutti quelli che se ne devono andare. E quindi resterà qua a ingrossare le schiere dei clandestini che molto spesso sono semplici irregolari perché poi lavorano cono l'unica differenza che appunto sono al nero. Ecco questo è un esempio tipico di come si fa a prendere in giro la gente raccontandole una cosa che non esiste ma dando degli annunci altisonanti usando delle parole molto feroci in modo che la gente si senta rassicurata. "Tolleranza zero", "Reato di clandestinità". Il reato di clandestinità non esiste. Esiste un reato impossibile da provare perché è difficilissimo prendere l'immigrato nel momento stesso in cui immigra nel nostro Paese. È l'effetto placebo per i gonzi, per coloro che non leggono le leggi ma ne parlano. E questo riguarda molti politici di destra e di sinistra che hanno esultato o che hanno maledetto questa legge senza mai andare a vedere che cosa succede. Lo hanno fatto l'ex presidente della Corte Costituzionale e il giudice Tinti e ne hanno ricavato l'impressione che non cambierà nulla se non aggravare un po’ la macchina della giustizia che è già al collasso. Berlusconi da questo punto di vista è un maestro. Lui ogni giorno prende un lepre e la lancia essendo sicuro che tutti andranno all’inseguimento della lepre senza rendersi conto che è un'ombra, che la lepre è un miraggio. È un incantesimo. E intanto lui ci guadagna anche se non risolve nessuno dei problemi. Ma continua a fare spot, continua a fare annunci e la gente, compreso il povero Alberoni, scambia lo spot per la realtà.Ecco, se molti mi chiedono che cosa dobbiamo fare, che cosa possiamo fare: informarci. Quando uno si informa è molto più difficile prenderlo per il culo."
Subscribe to:
Posts (Atom)